Le spugne magiche di “Tor Vergata”: dalla purificazione delle acque alla connessione dei tessuti nervosi

di Pamela Pergolini

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Credits: SISSA / UniTS

Nanomateriali applicati alle neursoscienze. Una spugna di nanotubi di carbonio, compatibile con il tessuto nervoso, è capace di collegare due “fettine” di midollo spinale. L’importante risultato, ottenuto dal gruppo di Maurizio Prato dell’Università di Trieste, in collaborazione con Maurizio De Crescenzi dell’Università di Roma “Tor Vergata” e Laura Ballerini della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances, numero di luglio, con il titolo “3D meshes of carbon nanotubes guide functional reconnection of segregated spinal explants”.

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Maurizio De Crescenzi, ordinario di Struttura della materia, Roma “Tor Vergata”

Nel 2013 il gruppo di ricerca di Roma “Tor Vergata”, Dipartimento di Fisica, coordinato da Maurizio De Crescenzi, professore di Struttura della materia, e coadiuvato dalla ricercatrice Manuela Scarselli, aveva sintetizzato per la prima volta spugne ultra leggere a struttura tridimensionale costituite da nanotubi di carbonio. Tale materiale è stato utilizzato per studi sulla purificazione della acque (in quanto le spugne erano capaci di assorbire una quantità di olio pari a 150 volte il loro stesso peso iniziale) e come sensori di pressione meccanica, sfruttando le eccezionali proprietà meccaniche e di trasporto elettrico dei nanotubi. Successivamente il gruppo di ricerca di “Tor Vergata” si è messo in contatto con il prof. Maurizio Prato proponendogli di provare ad utilizzare le “magiche” nano spugne nei suoi studi sulla riconnessione di segmenti di midollo spinale basati sull’utilizzo di film a due dimensioni di nanotubi di carbonio. Questo contatto scientifico si è dimostrato di grande successo e ha richiesto molta sperimentazione. «Si tratta di uno studio complesso durato diversi anni che ha visto la collaborazione di gruppi di ricerca provenienti da campi lontani e che grazie alle loro competenze multidisciplinari ha portato a questo importante risultato – dichiara Maurizio Decrescenzi -. Il nuovo nanomateriale è stato riscontrato poter riconnettere dei segnali neuronali altrimenti spezzati e non più comunicanti tra loro. I nanotubi di carbonio fungono infatti da vera e propria autostrada metallica alla comunicazione elettrica tra i neuroni».

Manuela Scarselli, ricercatrice, Dip. di Fisica,   Università “Tor Vergata”

«Dal punto di vista macroscopico il materiale appare come una matassa di colore nero molto leggera capace di galleggiare sull’acqua (essendo molto idrofobica), e di assorbire oli e inquinanti dell’acqua (metalli pesanti, solventi organici) – spiega Manuela Scarselli, che si è occupata della sintesi e preparazione di campioni di spugne adatti alla ricerca in oggetto, – mentre la struttura interna nanoscopica può essere pensata come una matassa tridimensionale formata da milioni di nanotubi intrecciati dove circa il 90% del suo volume è costituito dagli spazi vuoti tra i nanotubi stessi. Il fatto che questa struttura si autosostiene avendo una forma propria e mantenga  inalterate le proprietà uniche dei nanotubi di cui è costituita, ha reso possibile il suo utilizzo sia come elemento di sostegno per la crescita di fibre nervose, sia come trasduttore di segnale elettrico tra porzioni staccate di tessuto”.

Nella ricerca attuale è stata indagata la reazione del materiale con i tessuti nervosi in vitro, e visti i risultati estremamente positivi, il  gruppo di ricerca è passato a testare se questo materiale veniva accettato da un organismo vivente senza conseguenze negative.

«Questi materiali – spiega Laura Ballarini della Sissa, coordinatrice dello studio appena pubblicato – potrebbero essere molto utili per rivestire gli elettrodi che si usano nel trattamento dei disordini motori, come ad esempio il tremore del Parkinson, perché ben accettati dai tessuti».

Al prof. Maurizio De Crescenzi e alla dott.ssa Manuela Scarselli vanno le congratulazioni del rettore, prof. Giuseppe Novelli, “per il lavoro svolto e per l’intuito, la creatività e l’intersettorialità della ricerca, elementi fondamentali per stimolare l’innovazione e una ricerca universitaria interdisciplinare”.

Ricordiamo che l’Università di Roma “Tor Vergata” nel 2014 ha conferito a Maurizio Prato, Dipartimento Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’ Università di Trieste, la Laurea Honoris Causa in “Scienza e Tecnologia dei Materiali”.

 

 

Movimenti incontrollati? Colpa dei neuroni che non tornano alla posizione zero

 di Pamela Pergolini

Ricercatori della Fondazione Santa Lucia Irccs e dell’Università di Perugia, coordinati dal professsore Paolo Calabresi insieme al gruppo di ricerca del professor Antonio Pisani, dell’Università di Roma “Tor Vergata”, e ai colleghi inglesi e spagnoli dello University College di Londra e dell’Istituto Carlos III di Madrid, sono riusciti a dimostrare che i movimenti incontrollati di cui soffrono pazienti affetti da patologie così diverse, hanno tutti in realtà un problema in comune: l’incapacità dei neuroni di tornare a riposo dopo essere stati stimolatidonazione-sangue per apprendere un movimento.

I neuroni coinvolti sono per la precisione quelli dello striato, una regione interna del nostro cervello deputata a organizzare il movimento. Come gli stimoli elettrici che li sollecitano producono effetti di due tipi: uno chiamato LTP (long term potentiation) e l’altro LTD (long term depression). Immaginiamo per un attimo di osservare questi impulsi elettrici con un tester: quando il neurone è a riposo è come se la lancetta  fosse sullo zero. Se il neurone riceve una sollecitazione LTP la lancetta si sposta verso il positivo. Se invece riceve un impulso LTD, di segno opposto, il neurone si muove verso il negativo.

Attraverso questi impulsi di opposte direzioni noi impariamo da bambini, per progressivi aggiustamenti, a muovere mani e braccia, a camminare, ad andare in bicicletta. Poi, per tutta la vita, grazie ai medesimi impulsi, i neuroni del nostro cervello guidano i movimenti, li adattano all’ambiente, ne correggono quando necessario la traiettoria e in generale li tengono sotto controllo come movimenti volontari. “Questo meccanismo – spiega la dottoressa Veronica Ghiglieri, ricercatrice presso il Laboratorio di Neurofisiologia della Fondazione Santa Lucia – funziona tuttavia solo  se i nostri neuroni conservano la capacità di tornare alla posizione “zero” dopo ogni LTP o di poter esprimere un comportamento del tipo LTD”.

Ed è proprio questa incapacità di “downscaling”  da parte dei neuroni  –  ossia di ritornare a un livello di controllo e assumere la posizione “zero” dopo ogni stimolazione – che lo studio internazionale ha dimostrato essere comune ai pazienti affetti da malattia di Parkinson, distonia e malattia di Huntington.

Tale alterazione si riflette in un eccesso di movimenti involontari e incontrollati, tipici della distonia, un comune disturbo del movimento su cui il gruppo di ricerca dell’Università di Roma “Tor Vergata” lavora da circa un decennio.

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Antonio Pisani, neurologo, Laboratori Neuroscienze all’ Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

«L’osservazione interessante, che ci ha portato a condividere tali esperienze con diversi laboratori di ricerca e soprattutto con il laboratorio del prof. Calabresi all’Università di Perugia, sta appunto nel meccanismo neuronale sinaptico che sembra accomunare disturbi ipercinetici del movimento apparentemente diversi tra loro sia come origine che come manifestazioni cliniche, come ad esempio le discinesie (alterazioni del movimento) nella malattia di Parkinson e la Corea di Huntington» –  dichiara il prof. Antonio Pisani, Neurologo, Dipartimento di Medicina dei Sistemi all’Università Roma “Tor Vergata” . L’aspetto più caratteristico dello studio è proprio il fatto che una causa comune dell’ipercinesia sia stata riconosciuta in pazienti con patologie di origine tanto diversa, come appunto una malattia neurodegenerativa con cause multifattoriali, quale è la malattia di Parkinson, accanto a patologie di origine genetica come distonia e malattia di Huntington.

«In effetti, le nostre ricerche sono partite anni fa proprio dalla malattia di Parkinson studiando gli effetti collaterali della terapia più utilizzata per questo disturbo: la levodopa – spiega Paolo Calabresi, ordinario di Neurologia e Direttore della Sezione di Neurologia Clinica presso l’Università degli Studi di Perugia –. Il tratto comune a queste ipercinesie è che il meccanismo interessa i recettori dopaminergici. Questo studio tuttavia dimostra che all’origine dei movimenti incontrollati c’è una disfunzione che si presenta identica anche in pazienti con patologie che non sono causate dalla mancanza di dopamina».

L’obiettivo futuro della ricerca sarà quello di trovare modalità efficaci per restituire ai neuroni la capacità di “downscaling. «Senza questa capacità – osserva Barbara Picconi, ricercatrice del Laboratorio di Neurofisiologia della Fondazione Santa Lucia – è come se i neuroni, chiamati a compiere un nuovo movimento, portassero con sé gli stimoli ricevuti per movimenti precedenti, creando una confusione nel messaggio di controllo. Immaginiamoci in queste condizioni un rumore di sottofondo che si traduce in movimenti incontrollati e impedisce quelli corretti».

Come intervenire allora per trovare una cura?  «La nostra conoscenza del cervello fisiologico è oggi ancora incompleta ma è  possibile cercare soluzioni terapeutiche sviluppando farmaci oppure adeguati metodi di neurostimolazione profonda o stimolazione magnetica transcranica che restituiscano una corretta plasticità ai neuroni. Ogni nuova conoscenza di base è già per sé importante», conclude Barbara Picconi.

Lo studio Hyperkinetic disorders and loss of synaptic downscaling è pubblicato da Nature Neuroscience (Vol. 19, 7, online 28 June 2016).

Furto d’identità in Rete? Ora si può prevenire con una app

280_0_4702074_670306Cybersecurity: il furto d’identità digitale si combatte con “MP-Shield”, una app realizzata nell’ambito del progetto Sypcit, cofinanziato dalla Commissione europea, DG Affari Interni, nell’ambito del Programma Europeo per laPrevenzione e Lotta contro la criminalità,  di cui Adiconsum è coordinatore per l’Italia in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, le imprese ExpertSystem e Kaspersky Lab Italia, l’Associazione Consumatori rumena InfoCons e il prezioso supporto della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche.

L’applicazione è stata progettata per essere di ausilio ai consumatori ed è disponibile gratuitamente su smartphone con sistema Android. Essa permette di navigare in internet avendo più consapevolezzadei possibili rischi. Inoltre, rende la navigazione più sicura, perché dotata di strumenti automatizzati di sorveglianza dello scambio di dati.

Il progetto Sypcit intende promuovere nuovi modelli e strumenti di lotta e di prevenzione al furto di identità in rete. Cuore del progetto sono due nuovi strumenti: oltre all’app  “MP-Shield” è previsto l’utilizzo di una piattaforma,sypcit messa a disposizione delle Forze dell’Ordine. Alla base del suo funzionamento vi è un sistema di analisi semantica delle fonti web, in grado di categorizzarle e classificarle secondo una serie di criteri atti a identificarne in modo automatizzato il contenuto e la potenziale pericolosità. Questo permetterà agli investigatori di usufruire di materiale già strutturato e pre-analizzato su cui lavorare in modo mirato e più efficace.

Il consumatore riceverà un avviso nel caso si apra una mail di phishing o si immettano in rete dati personali su siti riconosciuti come non sicuri o classificati come potenzialmente tali dalla piattaforma Sypcit.

 

Museo Egizio, indagini scientifiche non invasive per studiare le tecniche pittoriche utilizzate nell’antico Egitto

a cura della Redazione

PHOTO 3Dal Museo Egizio di Torino i primi risultati ottenuti da indagini – svolte con innovative tecniche scientifiche – su manufatti metallici, alabastri, terrecotte e cofanetti in legno dipinti presenti nel corredo funebre della collezione della tomba di Kha, forniscono nuove indicazioni sulle pratiche pittoriche utilizzate nell’antico Egitto, sulla presenza di diverse tipologie di manifattura artistica degli oggetti e sul loro stato di conservazione.

Parte delle analisi – svolte nell’ambito di un progetto multidisciplinare coordinato da ricercatori dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con studiosi e ricercatori del CNR, del Museo Egizio, del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi, della Soprintendenza Archeologia del Piemonte e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca- è stata effettuata utilizzando l’analisi non invasiva della fluorescenza a raggi X per scansioni macro (MA-XRF) in collaborazione CNR-IBAM e INFN-LNS. É stato possibile ottenere preziose informazioni sulla composizione degli elementi costituenti le superfici dei manufatti del corredo funebre della tomba di Kha, in particolare degli alabastri, vasi metallici e terrecotte e sulla distribuzione dei pigmenti che compongono la superficie pittorica dei cofanetti. Questi risultati forniscono preziose informazioni agli studiosi (archeologi, conservatori, curatori museali, etc.) per quanto riguarda la composizione dei materiali, le pratiche pittoriche e lo stato di conservazione dei reperti.

Lo studio condotto presso il Museo Egizio di Torino è parte di un più ampio progetto che ha l’obiettivo di caratterizzare i manufatti appartenenti alla tomba di Kha, capo dei lavori presso il villaggio degli operai di Deir el-Medina, impegnati nella realizzazione delle tombe dei faraoni durante la XVIII dinastia (1428-1351 a.C.). “L’IBAM continua in questo modo l’avventura scientifica con il Museo Egizio iniziata dal giorno di apertura del Museo” – sostiene Daniele Malfitana, direttore dell’IBAM. “Quest’anno – sottolineano Christian Greco, direttore, ed Enrico Ferraris, ricercatore del Museo Egizio – celebriamo i 110 anni dalla scoperta della tomba intatta di Kha avviando per la prima volta un progetto di studio interdisciplinare sull’intero corredo funerario. Le tecnologie d’avanguardia impiegate in questa prima fase di studio sono davvero promettenti e rivelano informazioni sui materiali dei reperti che non sono rilevabili ad occhio nudo, insomma si tratta di una sorta di ‘archeologia dell’invisibile’. Questa importante collaborazione tra issituzioni tra istituzioni scientifiche è uno straordinario esempio di network di ricerca; grazie ad essa potremo comprendere meglio come sono fatti gli oggetti del corredo di Kha e la storia della loro realizzazione. In questo modo non solo potremo meglio prenderci cura di questo importantissimo corredo ma, come centro di ricerca, il Museo Egizio continuerà a condividere nuova conoscenza a beneficio della comunità scientifica e dei nostri visitatori”. “Il progetto – afferma Matilde Borla della Soprintendenza Archeologia del Piemonte – è molto importante anche ai fini della conservazione attiva e passiva dei manufatti della tomba di Kha e Merit. Le specifiche ottenute relativamente alla composizione degli elementi che costituiscono le superfici dei manufatti sono fondamentali per appurare lo stato di conservazione dei reperti e per programmare eventuali interventi di restauro”.

La cosa bella di queste ricerche è l’interdisciplinarità – sostiene Luisa Cifarelli, presidente del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi – che il Centro Fermi persegue con convinzione e che caratterizza la sua missione di ente di ricerca”. “Per raggiungere questi risultati- dichiara Carla Andreani, professore in Fisica Applicata all’Università di Roma Tor Vergata e direttore del Centro NAST – un fattore essenziale è la capacità di collaborazione sinergica  che gli esperti umanisti-archologici e ricercatori delle discipline chimico fisiche sono stati in grado di esprimere nella fase di progettazione e di realizzazione di questo progetto”.

photo 2Nei prossimi mesi – dichiara Giulia Festa, ricercatore all’Università di Roma “Tor Vergata” e ricercatore associato al Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi –  sono in programma altre indagini su tipologie di materiali presenti nel corredo funebre questa volta utilizzando fasci di neutroni presso il Rutherford Appleton Laboratory nell’Oxfordshire (UK)”.

 “Il passo successivo – afferma il prof. Giuseppe Gorini, professore di Fisica della Materia all’università di Milano-Bicocca, e coordinatore del progetto progetto PANAREA II del CNR – sarà quello di completare l’analisi elementale dei reperti della Tomba di Kha, utilizzando le diffrazione e l’imaging di neutroni (sulle linee di fascio ENGIN-X e IMAT presso la sorgente ISIS). L’Italia è all’avanguardia in queste analisi che sono ora applicate ai Beni Culturali dopo un’esperienza più che ventennale nella ricerca di base, resa possibile dagli accordi di ricerca stipulati dal CNR con il STFC inglese per l’utilizzo della sorgente di neutroni ISIS, a partire dal 1985, per l’utilizzo delle sorgenti di neutroni”.

“Light probes to unveil painting practices used in ancient Egypt” – Centro interdipartimentale Nanoscienze & Nanotecnologie & Strumentazione (NAST)

 

UNI TOR VERGATA IN PILLOLE – GIUGNO

UNI TOR VERGATA IN PILLOLE – GIUGNO

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[su_label type=”info”][/su_label] DIDATTICA, “TOR VERGATA” SPICCA NELLA CLASSIFICA U-MULTIRANK

L’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” è tra le prime 50 Università, non solo italiane, per la qualità dell’insegnamento dei suoi docenti e dell’apprendimento degli studenti. In particolare, come riportato nel ranking Teaching and Learning pubblicato da U-multirank, l’Ateneo ottiene buone performance in Biologia, Ingegneria Meccanica, Matematica, Medicina e Storia

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[su_label type=”info”][/su_label] TEST GENETICO INDIVIDUA RISCHIO TUMORE MAMMELLA E OVAIO

Un nuovo test messo a disposizione dall’Università  di Roma “Tor Vergata” offre la possibilità di poter effettuare l’analisi dei geni BRCA1/2 a partire da tessuti bioptici in paraffina di pazienti affetti da tumore per l’identificazione di mutazioni somatiche a bassa frequenza. Questo test, eseguito attraverso l’analisi di un semplice prelievo di sangue, conservato a bassa temperatura e spedito ai laboratori di Bioscience Genomics all’interno dell’Università di “Tor Vergata” a Roma, è indicato per tutti quei pazienti che hanno una storia familiare di cancro e desiderano conoscere il proprio fattore di rischio, pazienti con storia di HBOC Syndrome o Sindrome dei Tumori Ereditari di Mammella e Ovaio, soggetti che appartengono ad una popolazione a maggior rischio o donne con età superiore a 40 anni

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[su_label type=”info”][/su_label]A LEZIONE CON LE IMPRESE: eSKILL NELLA PA E NELLE GRANDI IMPRESE

Il giorno 9 Giugno, presso Il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa dell’Università di Roma “Tor Vergata”, si è svolto il terzo di un ciclo di seminari intitolato “A lezione con le imprese” in collaborazione con AICT, Key4Biz e Media Duemila. Questo terzo incontro ha visto l’intervento di rappresentanti della Pubblica Amministrazione e di importanti Industrie che si sono confrontati con gli studenti, cercando di mettere a fuoco sia i requisiti della didattica che le prospettive occupazionali che i giovani laureati in Ingegneria potranno cogliere nei prossimi anni, con particolare riferimento alla formazione ICT

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[su_label type=”info”][/su_label] INAUGURATO IL MEBIC, NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA RICERCA APPLICATA ALLA RIABILITAZIONE

Il giorno 10 giugno è stato inaugurato, alla presenza del premio Nobel per la medicina il prof. Ferid Murad, il centro di ricerca Mebic. Questo centro, nato dalla collaborazione fra l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e l’Università San Raffaele di Roma, si pone come obiettivo quello di indagare i meccanismi molecolari e cellulari che si attivano al momento della riabilitazione, sia essa neuromotoria, respiratoria o cardiovascolare. Il rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, il prof. Giuseppe Novelli, ha dichiarato:  “Il Mebic è un esempio di nuova filosofia della scienza che mira a facilitare la crescita della conoscenza attraverso un approccio multidisciplinare e complementare».

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[su_label type=”info”][/su_label]GIOVANI RICERCATORI A “TOR VERGATA”, YOH TANIMOTO SI AGGIUDICA UN POSTO AL DIPARTIMENTO DI MATEMATICA 

Yoh Tanimoto, 32 anni, un dottorato in Matematica nel 2011 all’Università di Roma “Tor Vergata”, è risultato tra i vincitori del Programma per il reclutamento di giovani ricercatori “Rita Levi Montalcini” (bando 2014), aggiudicandosi uno dei 24 posti da ricercatore a tempo determinato, presso le Università italiane, banditi e finanziati dal MIUR attraverso il programma “Rita Levi Montalcini”. Il programma si rivolge a studiosi di ogni nazionalità in possesso del titolo di dottore di ricerca o titolo equivalente, che stiano svolgendo all’estero da almeno un triennio, attività didattica o di ricerca post dottorale.

Yoh Tanimoto, risultato tra i quattro vincitori nazionali per la matematica, ha ottenuto il posto di ricercatore RTDb (tenure track da associato) presso il Dipartimento di Matematica dell’Ateneo di Roma “Tor Vergata”, con il finanziamento più alto.

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[su_label type=”info”][/su_label] ACCADEMIA DEI LINCEI, FRA I PREMIATI ANCHE UN DOTTORANDO DI “TOR VERGATA”

L’Accademia dei Lincei ha chiuso l’anno accademico 2016 assegnando 36 premi per l’eccellenza nel sapere. Durante la giornata, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato conferito oi premio di Laurea “Tito Maiani” al giovane astrofico Simone Mastrogiovanni, dottorando di ricerca in Fisica, Astrofisica e Scienze spaziali presso l’Università “Tor Vergata” di Roma, per il suo lavoro unico nel campo delle onde gravitazionali

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[su_label type=”info”][/su_label]PAPIRI DI ERCOLANO, UNA TECNOLOGIA HA PERMESSO DI LEGGERLI SENZA APRIRLI

Un team internazionale di studiosi del Cnr è riuscito, grazie alla collaborazione di diverse strutture fra le quali l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, ad aprire e leggere virtualmente i famosi papiri di Ercolano. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’applicazione di una tecnologia a raggi X, che ha riportato alla luce opere inedite di diversi filosofi greci della scuola di Epicuro

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[su_label type=”info”][/su_label] TERZA MISSIONE, CNR E ATENEI ALLEATI PER TRASFERIRE LA CONOSCENZE ALLA SOCIETÀ

Presso la Macroarea di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” si è svolto, il 15 giugno, il convegno “Terza Missione e Trasferimento Tecnologico: il ruolo del Cnr e dell’Università” organizzato dal Cnr e dalla stessa Università. Il Convegno, che ha visto fra gli altri l’intervento del rettore dell’Università di “Tor Vergata” il prof. Giuseppe Novelli, si poneva l’obiettivo di sottolineare il ruolo importante che hanno gli Atenei nello sviluppo del Paese e della nuova missione delle Università, quella di trasferire le conoscenze dalle aule universitarie alla società

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[su_label type=”info”][/su_label] ADOLESCENTI, DIMOSTRATO IL LEGAME TRA SVILUPPO CEREBRALE E COMPORTAMENTI ANTISOCIALE

Una ricerca internazionale, pubblicata sul  Journal of Child Psychology and Psychiatry  e condotta dalle Università di Cambridge e Southampton in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e il CNR, ha dimostrato che il cervello degli adolescenti con gravi comportamenti antisociali è molto differente dal punto di vista anatomico rispetto a quello degli adolescenti che non mostrano tali comportamenti. In particolare, negli individui affetti da questo tipo di disturbo antisociale, presentano delle anomalia anatomiche non presenti nei soggetti ritenuti sani. Ciò classifica il disturbo della condotta sociale come un reale problema cerebrale

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[su_label type=”info”][/su_label]IL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI INTERVIENE SULLE COLLABORAZIONI FRA CINA E ITALIA SULLE BIOTECNOLOGIE

Intervistato da Radio Cina Internazionale, il rettore dell’Univrsità degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha parlato della collaborazione fra Cina e Italia riguardo a un progetto per il trasferimento tecnologico di una piattaforma di sequenziamento genetico nella prova pre-parto non invasiva grazie alla collaborzione con il gruppo cinese BGI presso il laboratorio Bioscience Genomics a “Tor Vergata”. Il prof. Novelli ha fatto il punto su questo progetto, lanciato due anni fa, si è detto molto ottimista riguardo le collaborazioni tra Cina e Italia nelle biotecnologie in ambito medico e nella bioinformatica

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[su_label type=”info”][/su_label]I CORRIDOI CULTURALI ED EDUCATIVI DELLA CRUI: L’INTERVENTO DEL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, il 20 giugno, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e la Regione Toscana hanno organizzato la Tavola rotonda “Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire”, in cui sono stati discussi gli strumenti e le politiche per favorire vie sicure d’accesso al territorio e quindi alla procedura d’asilo e percorsi d’integrazione per le persone rifugiate. Al confronto sono state invitate a prendere parte numerose personalià di spicco, fra le quali il rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e vicepresidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, il prof. Giuseppe Novelli, che ha poi pubblicato un intervento su Scuola24 – Il Sole 24 ore

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[su_label type=”info”][/su_label]NASCE A “TOR VERGATA” LA MIGLIORE START-UP GIOVANI ITALIANA: BTEAM

Si è tenuta a Milano, il 24 Giugno, la la tappa finale nazionale di JA StartUp Program”, il programma che accompagna i giovani studenti universitari di tutta Europa a individuare un’opportunità di business, a pianificare le risorse e a passare dall’idea all’azione. Ed è stata BTeam fondata dagli studenti dell’Università di Roma “Tor Vergata” la Migliore StartUp JA italiana che rappresenterà l’Italia alla competizione europea in programma a Bucarest il 6/8 luglio e a cui parteciperanno gli altri team finalisti dei 20 Paesi che hanno partecipato all’iniziativa. BTeam ha sviluppato un processo – efficiente, economico e ambientalmente sostenibile – per la sintetizzazione del bromotimolo (BT), una materiale già presente in natura e che rappresenta un antibatterico molto efficace, più del comune timolo, utilizzato come antisettico in molti prodotti per l’igiene, come i collutori.

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[su_label type=”info”][/su_label] I GENI SOPRAVVIVONO DOPO LA MORTE: IL COMMENTO DEL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI

Uno studio dell’Università di Washington ha dimostrato che l’attività dei geni sopravvive e continua fino a quattro giorno dopo il decesso. Una scoperta che potrebbe avere diverse applicazioni importanti per migliorare le tecniche sui trapianti o per analizzare le tracce lasciate sulle scene di un crimine. Il prof. Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”,  ha spiegato che “Il fatto davvero interessante di questo studio è il poter avere per la prima volta una intera mappa genetica post-mortem, una fotografia delle varie attività che avvengono all’interno delle cellule dopo la morte dell’individuo”

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[su_label type=”info”][/su_label] DOTTORATI E MASTER IN INGLESE: “TOR VERGATA” FRA LE PRIMA UNIVERSITÀ ITALIANE

Secondo un’indagine della Crui sull’offerta formativa post-laurea in inglese, L’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” è una delle miglior università italiane, con 38 corsi, tra cui 15 master e 12 dottorati. L’Ateneo svetta in questa classifica assieme al Politecnico di Milano, l’Università di Padova e l’Università di Pisa.

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HIV e altre malattie infettive: l’ERC finanzia lo sviluppo di nanomacchine per diagnosi rapida

di Pamela Pergolini

pocricciL’ European Research Council finanzia il progetto del prof. Francesco Ricci di Roma “Tor Vergata” per lo sviluppo commerciale della ricerca sulle nanomacchine per la diagnosi rapida e a basso costo dell’HIV e altre malattie infettive.  Il nuovo sistema di misura denominato Ab-switch per il rilevamento di anticorpi diagnostici per HIV e altre malattie infettive è basato sull’utilizzo di nanomacchine costruite con DNA sintetico in grado di riconoscere e legare in maniera specifica un anticorpo target e di dare un segnale ottico in seguito all’avvenuto legame.

Francesco Ricci, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università di Roma “Tor Vergata”

Francesco Ricci, Università Roma "Tor Vergata"
Francesco Ricci, Università Roma “Tor Vergata”

è fra i tre italiani ad aver vinto il Proof of Concept  Grant – bando 2016. Ricci ha ricevuto dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) un finanziamento di 150.000 euro, nell’ambito del programma ERC Proof-of-Concept, per il progetto “Evaluation of commercial potential of a low-cost kit based on DNA-nanoswitches for the single-step measurement of diagnostic antibodies”.

 

Il Proof of Concept  (PoC) è riservato ai ricercatori già vincitori di un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca ed è dedicato allo sviluppo commerciale delle  ricerche scientifiche più innovative portate avanti durante un progetto ERC.

«Il nostro approccio presenta diversi vantaggi rispetto ai metodi per la misura di anticorpi attualmente in commercio – commenta Francesco Ricci -. Il sensore sviluppato non ha infatti bisogno di alcun reagente aggiuntivo e questo rende la misura dell’anticorpo target particolarmente semplice. Inoltre, si ottiene una risposta in meno di 5 minuti e il nanoswitch funziona particolarmente bene anche in campioni complessi quali il siero».

Francesco Ricci nel 2013 aveva già ottenuto dall’ERC il finanziamento Starting Grant (pari a 1.45 milioni di euro) con il progetto “Nature Nanodevices”, nanomacchine per la diagnosi del tumore e l’individuazione di una terapia mirata.

«Questo nuovo finanziamento ci permetterà di migliorare ulteriormente il nostro sistema, ad esempio facendo in modo che il segnale generato dall’anticorpo possa essere letto da uno smartphone e utilizzato da tutti anche a casa – continua il prof. Ricci -. Stiamo lavorando a quest’idea e vorremmo iniziare presto a coinvolgere aziende specializzate in kit diagnostici».

Maggiori info sul sito web del laboratorio

DomusCity3, Mostra di Composizione Architettonica

Dal 5 al 12 luglio presso l’Edificio Didattica della Macroarea di Ingegneria, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

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Fino a martedì 12 luglio, presso l’Edificio Didattica della Macroarea di Ingegneria dell’Università “Tor Vergata”, sarà allestita la mostra “DOMUSCITY3”, evento di fine anno del corso di Composizione Architettonica 1. Inaugurata durante la giornata dell’Open Day dell’ateneo del 5 luglio, la mostra è il risultato del lavoro degli studenti del corso tenuto dalla prof. Antonella Falzetti, che ha sottolineato: “Il corso e il laboratorio di Composizione Architettonica 1 rappresentano per gli allievi del Corso di Laurea di Ingegneria Edile-Architettura il primo confronto con il progetto di architettura”.
Per maggiori informazioni: ing.uniroma2.it

 

“Tor Vergata” e Unibo, al via il nuovo corso triennale in Studi Ebraici

L’Ateneo di Roma “Tor Vergata” firma l’intesa con l’Università di Bologna, il collegio rabbinico e l’Ucei per la realizzazione di un corso triennale in studi ebraici. Questo percorso universitario permetterà agli studenti di ampliare i propri orizzonti culturali e accostarsi alla cultura ebraica in tutte le sue forme: il corso spazierà infatti tra materie come architettura sinagogale, filologia semitica, Bibbia, filosofia e diritto ebraici e letteratura rabbinica.

«Gli atenei stanno cercando di stare sempre più in contatto con la società e di mettere a disposizione corsi di laurea che offrano competenze diverse – così Giuseppe Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, commentando a caldo l’accordo –. È tutto ancora in itinere e, dopo aver firmato la bozza d’intesa, dobbiamo costruire l’accordo nell’ottica dell’internazionalizzazione degli atenei e della collaborazione». Il rettore di “Tor Vergata” non manca di sottolineare come sia positivo creare corsi congiunti tra atenei diversi ed è proprio in questo spirito che si è voluta tentare «una sperimentazione con Roma e Bologna, dove cercheremo di portare avanti il progetto che ci piacerebbe estendere, in futuro, ad altre possibilità e corsi». «Gli studenti che vogliono specializzarsi in questi temi – aggiunge Novelli – devono ricevere le giuste conoscenze e toccare con mano gli argomenti che affronteranno in futuro».

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, con un messaggio indirizzato ai quattro firmatari della convenzione, ha riconosciuto e apprezzato il paziente lavoro che ha portato allo sviluppo del diploma triennale in Studi Ebraici, che entra così nel mondo accademico italiano.

L’accordo è un segno tangibile di una didattica che sta cambiando, assecondando la richiesta non tanto di titoli quanto di competenze, che vengono trasmesse ai giovani studenti anche attraverso collaborazioni tra atenei ed enti pubblici e privati.

«È questo il futuro – conclude Novelli –. Dobbiamo preparare i nostri ragazzi a un mondo del lavoro che cambia continuamente e ci auguriamo che altre università seguano questo esempio».

Corsi ad accesso programmato a.a. 2016/2017: Testa il Test a “Tor Vergata”

banner_teatailtest_iniziativaIl giorno 5 luglio, in occasione della giornata di orientamento Porte Aperte Estate a “Tor Vergata”,  l’Ateneo di “Tor Veragta” presenta l’iniziativa Testa il Test – Edizione 2016, grazie alla quale le future matricole potranno cimentarsi, prima del test d’accesso “ufficiale” fissato dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (Miur) nel mese di settembre, con la simulazione della prova ad accesso programmato nazionale ai corsi di laurea

Ingegneria Edile – Architettura, 21 luglio 2016, 50 posti disponibili
Medicina e Odontoiatria, 27 luglio 2016, 300 posti disponibili
Corsi di laurea triennali delle Professioni Sanitarie, 28 luglio 2016, 300 posti disponibili.

La simulazione del test d’ingresso, gratuita e in presenza, si svolgerà in condizioni quanto più possibili aderenti alle modalità stabilite dal Miur.

Iscrizioni on line sul sito dell’iniziativa Testa il Test

Durante la giornata di Orientamento  docenti e tutor presenteranno alle future matricole – anche attraverso attività pratiche – l’o­fferta didattica dell’Ateneo. Le presentazioni di ciascuna Macroarea avverranno secondo i seguenti orari:

  • h. 10.30 Lettere e Filosofia (Aula 1) e Ingegneria (Aula 2);
  • h.11.00 Giurisprudenza (Aula 1) e Scienze MM.FF.NN. (Aula 2);
  • h.11.30 Medicina e Chirurgia (Aula 1) ed Economia (Aula 2).

L’Università di Roma Tor Vergata comprende 6 Macroaree ( Economia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Scienze MM.FF.NN.), offre 104 corsi di laurea (13 in lingua inglese), 142 corsi di perfezionamento e master, 55 scuole di specializzazione, 20.000 + stage/tirocini attivati ogni anno in Italia e all’Estero.

Porte Aperte Estate – Programma

Locandina Testa il Test – Edizione 2016

01/07 PERFORMING THE SPACE: INTEGRATION AMONG THE ARTS

VENERDÌ 1 LUGLIO ore 17:00

Auditorium Ennio Morricone – Macroarea di Lettere e Filosofia – via Columbia, 1 – Università degli studi di Roma “Tor Vergata”

 PERFORMING THE SPACE: INTEGRATION AMONG THE ARTS

Sonic arts

Venerdì 1 luglio, alle ore 17.00. presso l’Auditorium “Ennio Morricone” della Macroarea di Lettere e Filosofia, si terrà l’evento “Performing the space: integration among the arts – 2016 Edition”, organizzato dal Master in “Sonic Arts” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”: performance di musica, video e danza realizzata dagli studenti del Master in Sonic Arts, in collaborazione con docenti e studenti del Dipartimento di Danza dell’Università della California (Irvine) DTM2 Dance Ensemble dell’Università della California Lisa Naugle, Choreography and artistic direction of DTM2.