Giovani ingegneri di “Tor Vergata” vincono il premio Youth in Action, idee sostenibili under 30

Il progetto «Mac» è tra i vincitori di “Youth in Action for Sustainable Development Goals che il 6 giugno ha premiato le migliori idee progettuali in grado di favorire il raggiungimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) in Italia sensibilizzando al tema dell’Agenda 2030.

Alessandro Biagetti, Marco Falasca, Volodymyr Iavarone Astakhov e Marta Speziale

Il concorso promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Feltrinelli, Fondazione Eni Enrico Mattei, è stato realizzato con il supporto tra gli  altri,  di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (nata a febbraio 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”) e della RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile.

«Mac» non è computer ma un Modules aquaponics curtain-wall. Il progetto è stato realizzato da Alessandro Biagetti, Marco Falasca, Volodymyr Iavarone Astakhov e Marta Speziale, laureandi under 30 a “Tor Vergata” in Ingegneria e tecnica del costruire (corso di laurea coordinato dalla prof. Stefania Mornati), tutti con una grande passione e interesse per l’agricoltura, l’impegno sociale e l’architettura sostenibile.

Il modulo in questione sembra riesca a ricomprendere un po’ tutte  queste tre aree ma che cosa significa esattamente acquaponica e come funziona «Mac»?

«Per acquaponica si intende una tipologia di agricoltura sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, ovvero fuori suolo, senza alcun uso di additivi chimici. L’idea che è alla base del nostro progetto – spiega Alessandro Biagetti – è quella di applicare l’acquaponica agli edifici: su facciate e terrazzi vengono posti i moduli per la coltivazione che sono collegati a vasche di pesci commestibili (carpe, trote e gamberi rossi di acqua dolce) collocate al piano garage o sui balconi stessi. I pesci con il materiale di scarto da loro prodotto fertilizzano le piante (pomodori, rughetta, insalata, etc.) e queste filtrano e rimandano l’acqua depurata alle vasche con i pesci.

Insomma, un sistema che si autosostiene e allo stesso tempo sostenibile?

«Proprio così.  Il Modulo infatti non ha bisogno dell’aggiunta di altra acqua, arrivando a realizzare una riduzione di consumo idrico pari all’80%. Il progetto – racconta Marco Falasca –   è diviso in due parti: una dedicata agli edifici e all’efficienza energetica, sfruttando il concetto del “curtain wall” –  un sistema di tamponamento esterno che permette la realizzazione di facciate continue. Il progetto ha il fine rendere produttive superfici non coltivabili con metodi tradizionali e schermare l’edificio, proteggendo la struttura sottostante dagli agenti atmosferici; e l’altra sviluppata pensando alla riqualificazione degli spazi urbani e che prevede l’utilizzo della coltivazione acquaponica in edifici abbandonati o in piazzali dove sarebbe troppo costoso pensare di sostituire le piante al cemento. Da questa idea di rigenerazione urbana sta nascendo, con il supporto di Confcooperative, la startup “ReGeniusLoci” con la quale ci proponiamo di rigenerare spazi in disuso rendendoli produttivi e soprattutto green».

L’idea è stata scelta tra tutti i progetti under 30 per rappresentare l’Italia, per questo volerà a New York alla International Conference on Sustainable Development (ICSD) 2017, la più importante conferenza mondiale sui temi dello sviluppo sostenibile che si terrà alla Columbia University dal 18 al 20 settembre.  Il progetto, inoltre, è stato premiato con uno stage retribuito per uno dei realizzatori presso MM-Metropolitana Milanese, la società che gestisce le case popolari del Comune di Milano, per valutarne la fattibilità e applicare il prototipo in un progetto pilota.

Marco Falasca
Alessandro Biagetti

 

«L’utilizzo di un impianto di coltivazione acquaponica costituisce anche un’opportunità di inclusione sociale, non solo perché crea occupazione ma anche perché favorisce l’impiego di categorie di lavoratori svantaggiati dal momento che rende le operazioni di coltivazione molto meno faticose rispetto all’agricoltura tradizionale: non occorre infatti né zappare né rimanere piegati per ore a dissodare il terreno», dice  Volodymyr.

La sostenibilità per i quattro studenti di ingegneria travalica i confini della “tecnica del costruire” fino ad arrivare all’impegno sociale di Unimpegno onlus, l’associazione di volontariato creata all’Università di Roma  “Tor Vergata” nel 2016 insieme a studenti delle altre facoltà/macroaree (Medicina, Economia, Lettere, Scienze, Giurisprudenza) che con il progetto  “Unimpegno per Capricchia” vogliono restituire il senso di appartenenza alla frazione di Amatrice colpita dal terremoto del 24 agosto 2016.

Inoltre, insieme all’associazione di volontariato Ingegneria senza frontiere Roma, nata all’interno dell’Università Sapienza, Unimpegno collabora ad un progetto sui piani di emergenza volto a migliorare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini riguardo al tema della prevenzione e della gestione delle emergenze.

Alessandro, Marco, Marta e Volodymyr hanno, al momento, lo stesso sogno: lavorare come architetti/ingegneri umanitari per una solidarietà sociale, umana, civile e culturale e a loro si rivolge Il Rettore di “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli, che nel congratularsi per l’importante risultato, fa un grande in bocca al lupo per l’appuntamento di settembre, “certo che saprete esprimere al meglio il vostro talento, preparazione e la vostra creatività”.

 

Una fionda molecolare per il rilascio mirato di farmaci

La fionda molecolare, 20.000 volte più piccola di un capello umano, può essere attivata da uno specifico marker patologico: «progettare la fionda molecolare non è stato facile. Sono stati necessari molti esperimenti per fare in modo che la fionda rilasciasse il farmaco soltanto nel momento in cui veniva innescata dall’anticorpo», racconta Simona Ranallo, ricercatrice post-dottorato presso il gruppo diretto da Francesco Ricci, professore associato di Chimica – Università di Roma “Tor Vergata” e primo autore del lavoro di ricerca i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista “Nature Communications”.

Francesco Ricci, professore associato di Chimica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”

La fionda molecolare ha le dimensioni di pochi nanometri ed è composta da un filamento di DNA sintetico che può caricare un farmaco e agire proprio come l’elastico di una fionda. Le estremità di questo DNA contengono due porzioni di ancoraggio che si possono legare in maniera specifica ad un anticorpo: una proteina a forma di Y espressa nel nostro corpo in risposta a diversi agenti patogeni come batteri e virus. «Quando le porzioni di ancoraggio della fionda molecolare riconoscono e si legano ai bracci dell’anticorpo bersaglio – continua Simona Ranallo -, il DNA subisce un allungamento e questo porta al rilascio del farmaco attraverso un meccanismo che ricorda quello di una vera e propria fionda che “ spara” il suo colpo».

«Una caratteristica importante di questa particolare fionda – spiega Ricci – è costituita dal fatto che può essere attivata solo dall’anticorpo specifico che riconosce i punti di ancoraggio del DNA “elastico”.  Cambiando i  punti di ancoraggio si può dunque programmare la fionda in modo da rilasciare un farmaco con diversi anticorpi. Poiché diverse patologie sono caratterizzate da specifici anticorpi, la nostra fionda molecolare potrebbe diventare un’arma molto precisa nelle mani dei medici».

Un altro aspetto interessante è la sua elevata versatilità. «Fino ad ora – afferma Alexis Vallée-Bélisle, professore presso il Dipartimento di Chimica presso l’Università di Montreal – abbiamo dimostrato il suo principio di funzionamento impiegando acidi nucleici come farmaci modello ma grazie alla elevata programmabilità del DNA si potrà progettare la fionda per “sparare” una vasta gamma di agenti terapeutici».

Il gruppo di ricercatori è pronto per adattare questa nuova macchina molecolare per il rilascio di farmaci clinicamente rilevanti e per dimostrare la sua efficienza clinica. «Prevediamo che simili macchine molecolari possano essere utilizzate in un prossimo futuro per rilasciare farmaci in punti specifici del corpo e migliorare l’efficienza dei farmaci, diminuendone allo stesso tempo gli effetti tossici», conclude il prof. Francesco Ricci.

Gli enigmatici buchi neri sono governati da fenomeni magnetici

 

I venti e i getti prodotti da un buco nero sono governati da fenomeni magnetici, indipendentemente dalla massa dell’oggetto compatto: questa la scoperta di un team internazionale di ricercatori, studiando un sistema binario che ospita un buco nero di massa stellare.  Vediamo di capirne di più con Francesco Tombesi, co-autore dello studio e ricercatore all’Università di Roma “Tor Vergata”, che nel 2015, sempre con una ricerca sui buchi neri,  si era conquistato la copertina di Nature.

Che cosa comporta aver scoperto  che i venti sono governati da fenomeni magnetici, indipendentemente dalla massa del buco nero centrale ?

I buchi neri sono tra gli oggetti astrofisici più enigmatici dell’Universo e si presentano con diverse masse, di massa stellare (alcune volte quella del Sole) in sistemi binari dove il buco nero sta divorando la sua stella compagna, e super-massicci (fino a miliardi di volte la massa del Sole) al centro di tutte le galassie. Pur essendo di masse cosi’ diverse e avendo avuto origine in modi diversi, osservazioni con satelliti nei raggi X mostrano che questi buchi neri non solo stanno divorando materiale, ma che in qualche modo producono dei potentissimi “venti” e “getti” di plasma. Il nostro lavoro dimostra che l’origine di questi venti è dovuta a fenomeni magnetici che avvengono sul disco di materiale che sta cadendo verso il buco nero. Inoltre, siamo riusciti a dimostrare che questo fenomeno è universale e vale per tutti i buchi neri astrofisici, indipendentemente dalla loro massa.

Perchè è così importante per l’astrofisica moderna comprendere in dettaglio la fisica di ciò che accade nei dintorni di un buco nero?

L’accrescimento e l’eiezione di materiale intorno ai buchi neri è uno degli argomenti di punta della fisica moderna in quanto si possono raggiungere regimi di gravità, temperatura e densità estremi, che non si potranno mai raggiungere in laboratorio. Questo ci consente di investigare la validita’ della relatività generale in condizioni limite ed inoltre di studiare la fisica dei plasmi altamente ionizzati. Dal punto di vista astrofisico, lo studio dell’accrescimento su buchi neri ci puo’ informare sul modo in cui essi crescono nell’Universo e sugli effetti che possono avere sul mezzo interstellare e sull’evoluzione delle strutture cosmiche. Infatti, recentemente si parla molto di “feedback” tra buchi neri e galassie, indicando il fatto che i fenomeni legati ai buchi neri supermassicci al centro delle galassie ne possono addirittura influenzare la loro evoluzione. Senza i buchi neri al loro centro, le galassie non apparirebbero come le vediamo oggi.

Materiali nanoporosi: i piccolissimi “vuoti” ne aumentano la resistenza

di Pamela Pergolini 

nanoporosiÉ stato pubblicato sulla rivista Mechanics of Materials di luglio 2016 lo studio “A computational insight into void-size effects on strength properties of nanoporous materials”. Lo studio riguarda il comportamento dei materiali nanoporosi ed è stato condotto dal gruppo di ricerca del settore di “Scienza delle Costruzioni” dell’Università di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con ricercatori francesi dell’Università Pierre e Marie Curie (UPMC) e dell’Ecole Nationale des Ponts et Chaussées (ENPC).

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Stella Brach, dottoranda e laurea in Ingegneria Meccanica a “Tor Vergata”

Autori della ricerca sono Stella Brach, dottoranda e una laurea in Ingegneria Meccanica a “Tor Vergata”,  il prof. Djimédo Kondo del Laboratorio Jean le Rond d’Alembert dell’UPMC,  il prof. Luc Dormieux del Laboratorio Navier

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Luc Dormieux del Laboratorio Navier dell’ENPC di Parigi

dell’ENPC di Parigi, e il prof. Giuseppe Vairo (Scienza delle Costruzioni) del Dipartimento di Ingegneria Civile e Informatica (DICII) di “Tor Vergata”.  Il prof. Giuseppe Vairo è il responsabile scientifico, per la parte italiana, del progetto.

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Djimédo Kondo del Laboratorio Jean le Rond d’Alembert dell’UPMC

Lo studio è stato sviluppato nel contesto di una oramai ventennale cooperazione (per ricerca e formazione) tra l’Ateneo di “Tor Vergata” e l’ENPC, e di un programma di collaborazione avviato nel 2013 tra “Tor Vergata” e l’UPMC. Nell’ambito di quest’ultimo, la dott.sa Brach sta svolgendo attività di ricerca in cotutela per il conseguimento del titolo italiano di Dottore di Ricerca in “Ingegneria Civile” e il titolo francese di Dottore di Ricerca in “Science de l’Ingénieur”.

Prof. Giuseppe Vairo perché i materiali nanoporosi potrebbero essere importanti nella progettazione non tradizionale?

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Giuseppe Vairo, Scienza delle Costruzioni, Dip. Ingegneria Civile e Informatica (DICII) a “Tor Vergata”

Il lavoro appena pubblicato mette in luce, attraverso tecniche di simulazione numerica a scala molecolare, l’influenza positiva indotta da nanovuoti sulle proprietà di resistenza del materiale. Questo effetto, se opportunamente controllato, può essere utilizzato per progettare materiali con specifiche proprietà a seconda dell’applicazione strutturale in cui si vuole impiegarli. Insomma, i materiali nanoporosi possono riguardarsi come materiali potenzialmente progettabili per progettare. I risultati che abbiamo ottenuto confermano il ruolo attivo dei nanovuoti e la possibilità di controllare questi “effetti di taglia”. A partire da queste indicazioni quantitative, e nel contesto della cooperazione italo-francese, stiamo inoltre mettendo a punto nuovi modelli teorici di previsione del comportamento limite di tali materiali.

 

In quali campi dell’Ingegneria possono essere applicati?

I nanoporosi sono materiali caratterizzati da una strutttura porosa con pori la cui dimensione caratteristica è dell’ordine del nanometro (pari a un miliardesimo di metro).  Essi esibiscono proprietà fisiche affascinanti, in termini di risposta meccanica, chimica ed elettromagnetica. In particolare, in ragione della presenza di nanocavità, questa classe di materiali con nanostruttura apre potenzialmente ad applicazioni avanzate e innovative in diversi campi dell’Ingegneria (e.g., civile, ambientale, geofisica, petrolchimica, biomeccanica) ad alto contenuto tecnologico e con elevate potenzialità in termini di impatto socio-economico. Prime applicazioni di questa tipologia di materiali cominciano a svilupparsi per concepire device multifunzionali in applicazioni aerospoaziali, dell’industria automobilistica, per l’accumulo energetico, per la sensoristica. Degne di nota sono le applicazioni nell’ambito dell’Ingegneria Medica. In particolare, i nanoporosi ben si prestano alla realizzazione di dispositivi intelligenti di ultima generazione in grado di svolgere funzioni di biosensoristica, di rilascio locale di farmaco, di catalisi, e di filtrazione.

Ma qual è il segreto? Perché vuoti a scala nano aumentano la resistenza del materiale?

Il segreto risiede nella natura “nano” delle cavità. Sin dai tempi dei maestri costruttori del Medioevo, gli spazi vuoti all’interno di una struttura continua erano percepiti come il punto debole della struttura. Chi s’imbatte in una cattedrale gotica non può non riconoscere strette aperture in muri maestosi, e nessuno – fino a tempi ingegneristicamente più illuminati – ha avuto l’ardire di pensare al vuoto come elemento attivo e controllabile. Di fatto, materiali con elevati rapporti vuoto/pieno (schiume metalliche, materiali porosi) hanno consentito di vincere sfide ardue come il volo, visto il loro ridotto peso specifico a fronte di soddisfacenti proprietà di resistenza, rappresentando primi esempi di materiali progettati per assolvere a specifici requisiti. Ma si può fare di più.

Con lo stesso ardire logico, se immaginassimo una pausa musicale più lunga di una battuta all’interno di un’opera classica, l’effetto  ci risulterebbe strano e forse da attribuire a un errore del musicista. Di contro, se ascoltassimo un pezzo Jazz, ogni pausa sarebbe perfettamente giustificata dall’alternanza di “pieni” e “vuoti” di questo genere, a chiara evidenza che note piene e pause possono convivere in una perfetta armonia.

Nel caso di nanocavità, le interazioni elettrochimiche a scala atomica, fra atomi affacciati sul bordo di ciascuna di queste cavità, possono conferire un incremento di resistenza e di proprietà meccaniche.  Gli atomi che costituiscono il materiale, interagiscono tra loro con forze elettrochimiche che potremmo banalizzare pensando gli atomi come una schiera di persone che si tengono per mano. Se in una regione del materiale allontanassimo gli atomi tra loro, creando una cavità (poro) di dimensioni grandi (tipicamente quello che accade in schiume metalliche o materiali porosi classici, in cui le dimensioni del poro sono dell’ordine del millimetro), gli atomi affacciati sul poro non avrebbero più la possibilità di stringere le mani degli atomi che hanno di fronte. Se però il poro è sufficientemente piccolo, gli atomi affacciati sul poro continueranno a tenersi (idealmente) tra loro per mano, ma con il risultato che essi dovranno “sforzarsi” per allungare le braccia. Questo, in modo molto banale, porta a una perturbazione delle interazioni a livello locale che, se opportunamente controllata, può indurre un miglioramento delle proprietà meccaniche, oltre che degli effetti di compatibilità elettro-chimica con possibili molecole/atomi interposti fra le “braccia tese” (favorendo quindi processi di filtrazione/catalisi, associati ad un’azione di setaccio molecolare).

Quali metodologie progettuali vengono utilizzate per l’impiego dei materiali nanoporosi?

La progettazione di strutture e dispositivi basati sull’uso di materiali nanoporosi non può avvalersi delle metodologie progettuali tradizionali, dovendo portare in conto effetti non trascurabili, propri di una scala inferiore a quella osservabile. D’altro canto progettare una struttura macroscopica (l’ala di un velivolo, la pala di una turbina, o un qualunque componente meccanico) descrivendo in modo diretto gli atomi e le molecole che la compongono sarebbe ingegneristicamente impraticabile e inefficace. È allora necessario un approccio multiscala che consenta di includere in approcci progettuali sintetici, e in maniera indiretta, l’influenza dei fenomeni dominanti alla nanoscala sul comportamento del materiale alle scale d’interesse ingegneristico. Questo è il nostro piano di ricerca, che prevede lo sviluppo di approcci teorici e numerici, con l’intento di fornire metodi di progettazione del materiale e approcci progettuali specifici per strutture e dispositivi realizzati con questi materiali avanzati.

Furto d’identità in Rete? Ora si può prevenire con una app

280_0_4702074_670306Cybersecurity: il furto d’identità digitale si combatte con “MP-Shield”, una app realizzata nell’ambito del progetto Sypcit, cofinanziato dalla Commissione europea, DG Affari Interni, nell’ambito del Programma Europeo per laPrevenzione e Lotta contro la criminalità,  di cui Adiconsum è coordinatore per l’Italia in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica, le imprese ExpertSystem e Kaspersky Lab Italia, l’Associazione Consumatori rumena InfoCons e il prezioso supporto della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche.

L’applicazione è stata progettata per essere di ausilio ai consumatori ed è disponibile gratuitamente su smartphone con sistema Android. Essa permette di navigare in internet avendo più consapevolezzadei possibili rischi. Inoltre, rende la navigazione più sicura, perché dotata di strumenti automatizzati di sorveglianza dello scambio di dati.

Il progetto Sypcit intende promuovere nuovi modelli e strumenti di lotta e di prevenzione al furto di identità in rete. Cuore del progetto sono due nuovi strumenti: oltre all’app  “MP-Shield” è previsto l’utilizzo di una piattaforma,sypcit messa a disposizione delle Forze dell’Ordine. Alla base del suo funzionamento vi è un sistema di analisi semantica delle fonti web, in grado di categorizzarle e classificarle secondo una serie di criteri atti a identificarne in modo automatizzato il contenuto e la potenziale pericolosità. Questo permetterà agli investigatori di usufruire di materiale già strutturato e pre-analizzato su cui lavorare in modo mirato e più efficace.

Il consumatore riceverà un avviso nel caso si apra una mail di phishing o si immettano in rete dati personali su siti riconosciuti come non sicuri o classificati come potenzialmente tali dalla piattaforma Sypcit.

 

UNI TOR VERGATA IN PILLOLE – GIUGNO

UNI TOR VERGATA IN PILLOLE – GIUGNO

PILLS

[su_label type=”info”][/su_label] DIDATTICA, “TOR VERGATA” SPICCA NELLA CLASSIFICA U-MULTIRANK

L’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” è tra le prime 50 Università, non solo italiane, per la qualità dell’insegnamento dei suoi docenti e dell’apprendimento degli studenti. In particolare, come riportato nel ranking Teaching and Learning pubblicato da U-multirank, l’Ateneo ottiene buone performance in Biologia, Ingegneria Meccanica, Matematica, Medicina e Storia

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[su_label type=”info”][/su_label] TEST GENETICO INDIVIDUA RISCHIO TUMORE MAMMELLA E OVAIO

Un nuovo test messo a disposizione dall’Università  di Roma “Tor Vergata” offre la possibilità di poter effettuare l’analisi dei geni BRCA1/2 a partire da tessuti bioptici in paraffina di pazienti affetti da tumore per l’identificazione di mutazioni somatiche a bassa frequenza. Questo test, eseguito attraverso l’analisi di un semplice prelievo di sangue, conservato a bassa temperatura e spedito ai laboratori di Bioscience Genomics all’interno dell’Università di “Tor Vergata” a Roma, è indicato per tutti quei pazienti che hanno una storia familiare di cancro e desiderano conoscere il proprio fattore di rischio, pazienti con storia di HBOC Syndrome o Sindrome dei Tumori Ereditari di Mammella e Ovaio, soggetti che appartengono ad una popolazione a maggior rischio o donne con età superiore a 40 anni

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[su_label type=”info”][/su_label]A LEZIONE CON LE IMPRESE: eSKILL NELLA PA E NELLE GRANDI IMPRESE

Il giorno 9 Giugno, presso Il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa dell’Università di Roma “Tor Vergata”, si è svolto il terzo di un ciclo di seminari intitolato “A lezione con le imprese” in collaborazione con AICT, Key4Biz e Media Duemila. Questo terzo incontro ha visto l’intervento di rappresentanti della Pubblica Amministrazione e di importanti Industrie che si sono confrontati con gli studenti, cercando di mettere a fuoco sia i requisiti della didattica che le prospettive occupazionali che i giovani laureati in Ingegneria potranno cogliere nei prossimi anni, con particolare riferimento alla formazione ICT

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[su_label type=”info”][/su_label] INAUGURATO IL MEBIC, NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA RICERCA APPLICATA ALLA RIABILITAZIONE

Il giorno 10 giugno è stato inaugurato, alla presenza del premio Nobel per la medicina il prof. Ferid Murad, il centro di ricerca Mebic. Questo centro, nato dalla collaborazione fra l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e l’Università San Raffaele di Roma, si pone come obiettivo quello di indagare i meccanismi molecolari e cellulari che si attivano al momento della riabilitazione, sia essa neuromotoria, respiratoria o cardiovascolare. Il rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, il prof. Giuseppe Novelli, ha dichiarato:  “Il Mebic è un esempio di nuova filosofia della scienza che mira a facilitare la crescita della conoscenza attraverso un approccio multidisciplinare e complementare».

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[su_label type=”info”][/su_label]GIOVANI RICERCATORI A “TOR VERGATA”, YOH TANIMOTO SI AGGIUDICA UN POSTO AL DIPARTIMENTO DI MATEMATICA 

Yoh Tanimoto, 32 anni, un dottorato in Matematica nel 2011 all’Università di Roma “Tor Vergata”, è risultato tra i vincitori del Programma per il reclutamento di giovani ricercatori “Rita Levi Montalcini” (bando 2014), aggiudicandosi uno dei 24 posti da ricercatore a tempo determinato, presso le Università italiane, banditi e finanziati dal MIUR attraverso il programma “Rita Levi Montalcini”. Il programma si rivolge a studiosi di ogni nazionalità in possesso del titolo di dottore di ricerca o titolo equivalente, che stiano svolgendo all’estero da almeno un triennio, attività didattica o di ricerca post dottorale.

Yoh Tanimoto, risultato tra i quattro vincitori nazionali per la matematica, ha ottenuto il posto di ricercatore RTDb (tenure track da associato) presso il Dipartimento di Matematica dell’Ateneo di Roma “Tor Vergata”, con il finanziamento più alto.

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[su_label type=”info”][/su_label] ACCADEMIA DEI LINCEI, FRA I PREMIATI ANCHE UN DOTTORANDO DI “TOR VERGATA”

L’Accademia dei Lincei ha chiuso l’anno accademico 2016 assegnando 36 premi per l’eccellenza nel sapere. Durante la giornata, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato conferito oi premio di Laurea “Tito Maiani” al giovane astrofico Simone Mastrogiovanni, dottorando di ricerca in Fisica, Astrofisica e Scienze spaziali presso l’Università “Tor Vergata” di Roma, per il suo lavoro unico nel campo delle onde gravitazionali

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[su_label type=”info”][/su_label]PAPIRI DI ERCOLANO, UNA TECNOLOGIA HA PERMESSO DI LEGGERLI SENZA APRIRLI

Un team internazionale di studiosi del Cnr è riuscito, grazie alla collaborazione di diverse strutture fra le quali l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, ad aprire e leggere virtualmente i famosi papiri di Ercolano. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’applicazione di una tecnologia a raggi X, che ha riportato alla luce opere inedite di diversi filosofi greci della scuola di Epicuro

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[su_label type=”info”][/su_label] TERZA MISSIONE, CNR E ATENEI ALLEATI PER TRASFERIRE LA CONOSCENZE ALLA SOCIETÀ

Presso la Macroarea di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” si è svolto, il 15 giugno, il convegno “Terza Missione e Trasferimento Tecnologico: il ruolo del Cnr e dell’Università” organizzato dal Cnr e dalla stessa Università. Il Convegno, che ha visto fra gli altri l’intervento del rettore dell’Università di “Tor Vergata” il prof. Giuseppe Novelli, si poneva l’obiettivo di sottolineare il ruolo importante che hanno gli Atenei nello sviluppo del Paese e della nuova missione delle Università, quella di trasferire le conoscenze dalle aule universitarie alla società

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[su_label type=”info”][/su_label] ADOLESCENTI, DIMOSTRATO IL LEGAME TRA SVILUPPO CEREBRALE E COMPORTAMENTI ANTISOCIALE

Una ricerca internazionale, pubblicata sul  Journal of Child Psychology and Psychiatry  e condotta dalle Università di Cambridge e Southampton in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e il CNR, ha dimostrato che il cervello degli adolescenti con gravi comportamenti antisociali è molto differente dal punto di vista anatomico rispetto a quello degli adolescenti che non mostrano tali comportamenti. In particolare, negli individui affetti da questo tipo di disturbo antisociale, presentano delle anomalia anatomiche non presenti nei soggetti ritenuti sani. Ciò classifica il disturbo della condotta sociale come un reale problema cerebrale

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[su_label type=”info”][/su_label]IL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI INTERVIENE SULLE COLLABORAZIONI FRA CINA E ITALIA SULLE BIOTECNOLOGIE

Intervistato da Radio Cina Internazionale, il rettore dell’Univrsità degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha parlato della collaborazione fra Cina e Italia riguardo a un progetto per il trasferimento tecnologico di una piattaforma di sequenziamento genetico nella prova pre-parto non invasiva grazie alla collaborzione con il gruppo cinese BGI presso il laboratorio Bioscience Genomics a “Tor Vergata”. Il prof. Novelli ha fatto il punto su questo progetto, lanciato due anni fa, si è detto molto ottimista riguardo le collaborazioni tra Cina e Italia nelle biotecnologie in ambito medico e nella bioinformatica

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[su_label type=”info”][/su_label]I CORRIDOI CULTURALI ED EDUCATIVI DELLA CRUI: L’INTERVENTO DEL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI

In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, il 20 giugno, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e la Regione Toscana hanno organizzato la Tavola rotonda “Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire”, in cui sono stati discussi gli strumenti e le politiche per favorire vie sicure d’accesso al territorio e quindi alla procedura d’asilo e percorsi d’integrazione per le persone rifugiate. Al confronto sono state invitate a prendere parte numerose personalià di spicco, fra le quali il rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e vicepresidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, il prof. Giuseppe Novelli, che ha poi pubblicato un intervento su Scuola24 – Il Sole 24 ore

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[su_label type=”info”][/su_label]NASCE A “TOR VERGATA” LA MIGLIORE START-UP GIOVANI ITALIANA: BTEAM

Si è tenuta a Milano, il 24 Giugno, la la tappa finale nazionale di JA StartUp Program”, il programma che accompagna i giovani studenti universitari di tutta Europa a individuare un’opportunità di business, a pianificare le risorse e a passare dall’idea all’azione. Ed è stata BTeam fondata dagli studenti dell’Università di Roma “Tor Vergata” la Migliore StartUp JA italiana che rappresenterà l’Italia alla competizione europea in programma a Bucarest il 6/8 luglio e a cui parteciperanno gli altri team finalisti dei 20 Paesi che hanno partecipato all’iniziativa. BTeam ha sviluppato un processo – efficiente, economico e ambientalmente sostenibile – per la sintetizzazione del bromotimolo (BT), una materiale già presente in natura e che rappresenta un antibatterico molto efficace, più del comune timolo, utilizzato come antisettico in molti prodotti per l’igiene, come i collutori.

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[su_label type=”info”][/su_label] I GENI SOPRAVVIVONO DOPO LA MORTE: IL COMMENTO DEL RETTORE GIUSEPPE NOVELLI

Uno studio dell’Università di Washington ha dimostrato che l’attività dei geni sopravvive e continua fino a quattro giorno dopo il decesso. Una scoperta che potrebbe avere diverse applicazioni importanti per migliorare le tecniche sui trapianti o per analizzare le tracce lasciate sulle scene di un crimine. Il prof. Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”,  ha spiegato che “Il fatto davvero interessante di questo studio è il poter avere per la prima volta una intera mappa genetica post-mortem, una fotografia delle varie attività che avvengono all’interno delle cellule dopo la morte dell’individuo”

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[su_label type=”info”][/su_label] DOTTORATI E MASTER IN INGLESE: “TOR VERGATA” FRA LE PRIMA UNIVERSITÀ ITALIANE

Secondo un’indagine della Crui sull’offerta formativa post-laurea in inglese, L’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” è una delle miglior università italiane, con 38 corsi, tra cui 15 master e 12 dottorati. L’Ateneo svetta in questa classifica assieme al Politecnico di Milano, l’Università di Padova e l’Università di Pisa.

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“Tor Vergata” e Unibo, al via il nuovo corso triennale in Studi Ebraici

L’Ateneo di Roma “Tor Vergata” firma l’intesa con l’Università di Bologna, il collegio rabbinico e l’Ucei per la realizzazione di un corso triennale in studi ebraici. Questo percorso universitario permetterà agli studenti di ampliare i propri orizzonti culturali e accostarsi alla cultura ebraica in tutte le sue forme: il corso spazierà infatti tra materie come architettura sinagogale, filologia semitica, Bibbia, filosofia e diritto ebraici e letteratura rabbinica.

«Gli atenei stanno cercando di stare sempre più in contatto con la società e di mettere a disposizione corsi di laurea che offrano competenze diverse – così Giuseppe Novelli, rettore dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, commentando a caldo l’accordo –. È tutto ancora in itinere e, dopo aver firmato la bozza d’intesa, dobbiamo costruire l’accordo nell’ottica dell’internazionalizzazione degli atenei e della collaborazione». Il rettore di “Tor Vergata” non manca di sottolineare come sia positivo creare corsi congiunti tra atenei diversi ed è proprio in questo spirito che si è voluta tentare «una sperimentazione con Roma e Bologna, dove cercheremo di portare avanti il progetto che ci piacerebbe estendere, in futuro, ad altre possibilità e corsi». «Gli studenti che vogliono specializzarsi in questi temi – aggiunge Novelli – devono ricevere le giuste conoscenze e toccare con mano gli argomenti che affronteranno in futuro».

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, con un messaggio indirizzato ai quattro firmatari della convenzione, ha riconosciuto e apprezzato il paziente lavoro che ha portato allo sviluppo del diploma triennale in Studi Ebraici, che entra così nel mondo accademico italiano.

L’accordo è un segno tangibile di una didattica che sta cambiando, assecondando la richiesta non tanto di titoli quanto di competenze, che vengono trasmesse ai giovani studenti anche attraverso collaborazioni tra atenei ed enti pubblici e privati.

«È questo il futuro – conclude Novelli –. Dobbiamo preparare i nostri ragazzi a un mondo del lavoro che cambia continuamente e ci auguriamo che altre università seguano questo esempio».

A “TorVergata” è ancora una volta TEDxUniversity

Si è svolta presso la Macroarea di Lettere e Filosofia, la seconda edizione della TEDxTorVergataUniversity, iniziativa degli studenti di Ingegneria, Economia e Lettere patrocinata dall’Università  di Roma “Tor Vergata”.

E “Tor Vergata”, che nel 2014 ha organizzato la prima TEDxUniversity del Lazio, è stata il prime mover di una catena di creazione e condivisione di idee che ha coinvolto successivamente altre università romane.

New Models of Life” il tema scelto per l’edizione 2016, che si è tenuta lo corso 7 maggio  presso l’Auditorium “Ennio Morricone” di Lettere;  “Nuovi Modelli di Vita”, che hanno abbracciato  diversi campi (dall’imprenditoria, ai social media, alla realtà aumentata) per esplorare, attraverso alcune delle più innovative menti in circolazione, le modalità grazie alle quali  alcuni settori stanno cambiando le nostre vite e la società.

La giornata ha visto l’avvicendarsi di  12  speaker in 8 ore, creando così l’occasione per intraprendere un percorso, condividere e diffondere idee uniche.

tedxtorvergatau

Con l’edizione 2016 l’Università di Roma “Tor Vergata” si è aperta a una comunicazione a livello internazionale, entrando a far parte del gruppo TEDxUniversity insieme alle più famose università del mondo. L’obiettivo è stato sviluppare fedeltà e senso di appartenenza al brand TEDxTorVergataU, al di là del valore didattico del progetto.  TEDxTorVergataU – “New Models of Life”, è stata una vera opportunità per sentirsi parte di qualcosa  ma soprattutto un vero e proprio sguardo sul futuro.

Discutere di idee che cambieranno il mondo. E non è forse l’università il posto più adatto?

Il Format TED

TED è un’organizzazione no-profit americana che ha come obiettivo quello di “diffondere idee che hanno valore”. Nella Conferenza annuale di TED i maggiori protagonisti del “pensare” e del “fare” sono invitati a presentare le loro idee in un massimo 15 minuti. Tra i vari formati che l’organizzazione TED mette a disposizione, TEDx si caratterizza per l’organizzazione di conferenze in modo indipendente e autonomo.

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Nello specifico, TEDxTorVergataUniversity nasce dall’idea di alcuni studenti dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” ispirati dal format TEDx, e in modo generale dal format TED, e dalla libertà che caratterizza questa famiglia di conferenze che, da sette anni, diffonde idee e conoscenza in tutto il mondo. Nel Gennaio 2014 il gruppo ha ottenuto la prima licenza da parte di TED e, ad oggi, più di quindici ragazzi, di diverse facoltà, stanno collaborando a questa seconda edizione e non vedono l’ora di condividere “ideas worth spreading”.

Per leggere il racconto dei ragazzi che hanno organizzato l’evento vai alla pagina facebook di TEDxTorVergataU

Puntiamo in alto, teniamoceli stretti, guardiamo avanti: il 5×1000 alla ricerca di Tor Vergata

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” rappresenta una delle più giovani e dinamiche realtà accademiche italiane.

Interdisciplinarietà, intersettorialità e internazionalizzazione sono le strade maestre di un Ateneo impegnato nelle tre dimensioni centrali della ricerca, della didattica e della terza missione.

Il nostro obiettivo è promuovere cultura, scienza e conoscenza, curare talenti, creare competenze, sostenere impresa e lavoro.

Ci impegniamo ogni giorno per realizzare una Università “positiva” e per contribuire allo sviluppo sostenibile della società in cui viviamo, studiamo e operiamo.

Destinare il 5×1000 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” significa essere co-protagonisti di una grande sfida, parte attiva nella costruzione di un futuro ricco di traguardi e opportunità. Il futuro di tutti noi.

Basta una firma.

Il Rettore

Prof. Giuseppe Novelli

guardiamo_avanti

ISAe IEC, novità negli standard per le imprese produttive

Nei giorni 15-18 marzo si è svolto a “Tor Vergata”, Ingegneria, l’International Workshop: ISA 95 & IEC 62264  per la definizione di ISA-95 ed IEC-62264, importanti standard relativi ai processi industriali mondiali di produzione.

Il gruppo di lavoro, che ha scelto Ingegneria Tor Vergata per il suo meeting annuale, comprende esperti da tutto il mondo, appartenenti a diverse aziende multinazionali, associazioni industriali e organizzazioni di normazione, tra cui l’international Organization for Standardization (ISO), la International Society for Automation (ISA), la International Electrotechnical Commission (IEC), l’American National Standard Institute (ANSI), la Manufacturing Enterprise Solutions Association (MESA). In particolare, lo standard ISA-95 comprende modelli di riferimento per lo scambio delle informazioni aziendali necessarie al controllo di attività connesse con i processi produttivi industriali ed è collegato a due importanti novità in via di ultimazione in questo periodo: il modello di maturità per le attività manifatturiere e il nuovo standard ISO 22400 per la misura delle prestazioni delle attività di Operations Management.

Tali novità costituiscono potenzialmente un fondamentale aiuto per le imprese produttive, in tutti i settori e a livello internazionale, per effettuare una autovalutazione del proprio livello di efficienza e guidare le attività di miglioramento; inoltre, è ragionevole immaginare che a breve ogni sistema informativo a supporto della produzione dovrà rispettare tali standard per la raccolta, comunicazione e analisi delle informazioni.

Secondo il prof. Massimiliano Schiraldi, professore di Impianti industriali all’Università Roma “Tor Vergata”“l’influenza che la formalizzazione di tali norme potrebbe avere sui processi aziendali così come sullo sviluppo software è enorme”.

Venerdì 18 marzo Dennis Brandl, Membro del Board di MESA, ha tenuto un intervento pubblico per presentare una panoramica dello standard in via di definizione e le novità ad esso collegate, il grande impatto che queste innovazioni genereranno in ambito aziendale e quali opportunità di ricerca e sviluppo potranno aprirsi sui temi ad esso collegati.

Ulteriori info http://ing.uniroma2.it/2016/01/27/march18th-public-session-on-isa-95-iec-62264/