Giovani ingegneri di “Tor Vergata” vincono il premio Youth in Action, idee sostenibili under 30

Il progetto «Mac» è tra i vincitori di “Youth in Action for Sustainable Development Goals che il 6 giugno ha premiato le migliori idee progettuali in grado di favorire il raggiungimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) in Italia sensibilizzando al tema dell’Agenda 2030.

Alessandro Biagetti, Marco Falasca, Volodymyr Iavarone Astakhov e Marta Speziale

Il concorso promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Feltrinelli, Fondazione Eni Enrico Mattei, è stato realizzato con il supporto tra gli  altri,  di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (nata a febbraio 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”) e della RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile.

«Mac» non è computer ma un Modules aquaponics curtain-wall. Il progetto è stato realizzato da Alessandro Biagetti, Marco Falasca, Volodymyr Iavarone Astakhov e Marta Speziale, laureandi under 30 a “Tor Vergata” in Ingegneria e tecnica del costruire (corso di laurea coordinato dalla prof. Stefania Mornati), tutti con una grande passione e interesse per l’agricoltura, l’impegno sociale e l’architettura sostenibile.

Il modulo in questione sembra riesca a ricomprendere un po’ tutte  queste tre aree ma che cosa significa esattamente acquaponica e come funziona «Mac»?

«Per acquaponica si intende una tipologia di agricoltura sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, ovvero fuori suolo, senza alcun uso di additivi chimici. L’idea che è alla base del nostro progetto – spiega Alessandro Biagetti – è quella di applicare l’acquaponica agli edifici: su facciate e terrazzi vengono posti i moduli per la coltivazione che sono collegati a vasche di pesci commestibili (carpe, trote e gamberi rossi di acqua dolce) collocate al piano garage o sui balconi stessi. I pesci con il materiale di scarto da loro prodotto fertilizzano le piante (pomodori, rughetta, insalata, etc.) e queste filtrano e rimandano l’acqua depurata alle vasche con i pesci.

Insomma, un sistema che si autosostiene e allo stesso tempo sostenibile?

«Proprio così.  Il Modulo infatti non ha bisogno dell’aggiunta di altra acqua, arrivando a realizzare una riduzione di consumo idrico pari all’80%. Il progetto – racconta Marco Falasca –   è diviso in due parti: una dedicata agli edifici e all’efficienza energetica, sfruttando il concetto del “curtain wall” –  un sistema di tamponamento esterno che permette la realizzazione di facciate continue. Il progetto ha il fine rendere produttive superfici non coltivabili con metodi tradizionali e schermare l’edificio, proteggendo la struttura sottostante dagli agenti atmosferici; e l’altra sviluppata pensando alla riqualificazione degli spazi urbani e che prevede l’utilizzo della coltivazione acquaponica in edifici abbandonati o in piazzali dove sarebbe troppo costoso pensare di sostituire le piante al cemento. Da questa idea di rigenerazione urbana sta nascendo, con il supporto di Confcooperative, la startup “ReGeniusLoci” con la quale ci proponiamo di rigenerare spazi in disuso rendendoli produttivi e soprattutto green».

L’idea è stata scelta tra tutti i progetti under 30 per rappresentare l’Italia, per questo volerà a New York alla International Conference on Sustainable Development (ICSD) 2017, la più importante conferenza mondiale sui temi dello sviluppo sostenibile che si terrà alla Columbia University dal 18 al 20 settembre.  Il progetto, inoltre, è stato premiato con uno stage retribuito per uno dei realizzatori presso MM-Metropolitana Milanese, la società che gestisce le case popolari del Comune di Milano, per valutarne la fattibilità e applicare il prototipo in un progetto pilota.

Marco Falasca
Alessandro Biagetti

 

«L’utilizzo di un impianto di coltivazione acquaponica costituisce anche un’opportunità di inclusione sociale, non solo perché crea occupazione ma anche perché favorisce l’impiego di categorie di lavoratori svantaggiati dal momento che rende le operazioni di coltivazione molto meno faticose rispetto all’agricoltura tradizionale: non occorre infatti né zappare né rimanere piegati per ore a dissodare il terreno», dice  Volodymyr.

La sostenibilità per i quattro studenti di ingegneria travalica i confini della “tecnica del costruire” fino ad arrivare all’impegno sociale di Unimpegno onlus, l’associazione di volontariato creata all’Università di Roma  “Tor Vergata” nel 2016 insieme a studenti delle altre facoltà/macroaree (Medicina, Economia, Lettere, Scienze, Giurisprudenza) che con il progetto  “Unimpegno per Capricchia” vogliono restituire il senso di appartenenza alla frazione di Amatrice colpita dal terremoto del 24 agosto 2016.

Inoltre, insieme all’associazione di volontariato Ingegneria senza frontiere Roma, nata all’interno dell’Università Sapienza, Unimpegno collabora ad un progetto sui piani di emergenza volto a migliorare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini riguardo al tema della prevenzione e della gestione delle emergenze.

Alessandro, Marco, Marta e Volodymyr hanno, al momento, lo stesso sogno: lavorare come architetti/ingegneri umanitari per una solidarietà sociale, umana, civile e culturale e a loro si rivolge Il Rettore di “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli, che nel congratularsi per l’importante risultato, fa un grande in bocca al lupo per l’appuntamento di settembre, “certo che saprete esprimere al meglio il vostro talento, preparazione e la vostra creatività”.

 

A “Tor Vergata” sostenibilità fa rima con cibo

Si è svolto a Lettere Mi cibo sostenibile”, uno degli eventi organizzati dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” nell’ambito del primo Festival dello sviluppo sostenibile.

Sotto il sole dell’ultimo giorno di maggio, nella piazzetta della Macroarea di Lettere e Filosofia Roma “Tor Vergata”, si è tenuto l’evento di apertura di “Mi cibo sostenibile, la manifestazione legata al tema dell’alimentazione promossa dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), di cui “Tor Vergata” è partner fondatore. Hanno partecipato numerosi anche gli studenti delle scuole, tra cui i ragazzi dell’Istituto Superiore Lombardo Radice  e quelli  dell’Istituto professionale di Stato M. Pantaleoni di Frascati con indirizzo alberghiero.

Tutto ha avuto inizio alle 15 circa con i saluti del prorettore vicario Claudio Franchini, del Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco e del prof. Enrico Giovannini, portavoce di Asvis, che ha invitato tutti a “ragionare sul futuro a partire dal presente” sottolinenado che “il nostro Paese è ancora lontano dal raggiungimento dei 17 obiettivi stabiliti dall’agenda 2030 dell’ONU. Per questo – continua Giovannini – bisogna riportare al centro dell’agenda politica e dei media i temi della sostenibilità”. Sono intervenuti, tra gli altri, Emore Paoli, Direttore del Dipartimento di studi letterari, filosofici e di storia dell’arte, Franco Salvatori, Direttore del Dipartimento di storia, patrimonio culturale, formazione e società
Marina Formica, Coordinatrice della struttura di raccordo della Macroarea di lettere e filosofia. Hanno presentato la manifestazione, Caterina Lorenzi, docente di Ecologia a “Tor Vergata” e coordinatrice dell’evento, e Pietro Greco, giornalista scientifico.

Subito dopo per gli studenti delle scuole e il pubblico presente è stato possibile partecipare alle varie mostre e laboratori presenti: da una parte scoprire il territorio laziale e le sue tipicità, dall’altra ascoltare le parole di chi tutti i giorni si mette a disposizione dei meno fortunati, attraverso le ACLI di Roma, portando prodotti dei forni destinati altrimenti allo spreco.

All’interno delle aule sono stati allestiti da professori, laureandi e dottorandi i laboratori, dove esporre le loro ricerche. Ad esempio, il laboratorio di Archeologia greco e romana, curato da Marcella Pisani e Giulia Rocco, ha incuriosito il pubblico riscoprendo i metodi di preparazione, cottura e conservazione del cibo e gli ingrendienti usati in epoca romana; il gruppo composto dai professori Salvatori, Bozzato e Magistri ha posto l’attenzione, invece, sulla promozione della sostenibilità declinata in campo turistico dei centri storici, con particolare rilievo alle tradizioni alimentari; l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, docente a “Tor Vergata” in “Turismo e  sostenibilità”, insieme alla professoressa Marina Faccioli, hanno organizzato il laboratorio “Cibo e turismo sostenibile”, dove studenti della laurea magistrale in “Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici” hanno presentato i loro progetti alla scoperta di piccole meraviglie a noi vicine di cui non sappiamo l’esistenza.

Per gli appassionati della cucina è stata un’occasione per scoprire le ricette tipiche delle nonne, non solo italiane, grazie al laboratorio “Cucinare con le nonne” di Laura Di Renzo e Francesca Dragotto. Ha aderito al progetto la rivista “Patto in cucina magazine”, che diffonde attraverso video, articoli e ricette la conoscenza del patrimonio scientifico, culturale e artistico della tradizione italiana in ambito nutrizionale. Mentre il laboratorio “Il pesce giusto”, curato da Caterina Lorenzi, è stato utile per approfondire la figura del consumatore nell’atto dell’acquisto e rendere ciascuno più consapevole della necessità di conservare gli ecosistemi marini con scelte alimentari sostenibili.

In seguito, si è tornati in piazzetta dove hanno avuto luogo i dibattiti, in cui si è discusso di “Cibo e Storia”,  “Cibo e Luoghi” di “Cibo e responsabilità”, ai quali hanno partecipato, tra gli altri, Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità ambientale del Comune di Roma, Armido Marana, vicepresidente del consorzio Asso Bioplastiche, Andrea Masullo, consigliere di amministrazione AMA, Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio e Fabio Brai, responsabile Area Soci Roma Unicoop Tirreno.

La giornata si è conclusa con il buffet preparato dagli studenti dell’IPSSAR Maffeo Pantaleoni di Frascati nell’ambito di un progetto di Alternanza scuola lavoro e con il concerto del Laboratorio di musica Jazz dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Materiali nello Spazio, ricercatori italiani e internazionali a confronto

Il workshop internazionale “Materials in the space environment”, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha visto la partecipazione di ricercatori della NASA, dell’ESA, di centri di ricerca italiani, delle Università e di industrie aerospaziali operanti sul territorio nazionale.

Un confronto sul tema dei materiali avanzati per l’aerospazio, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con ASI e il KetLab, e che costituisce la prima tappa della “Primavera dell’Innovazione”, lanciata dal Consorzio Hypatia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Agenzia Spaziale Italiana e Lazio Innova SpA.

Due giornate, il 17 e il 24 maggio, dedicate alla ricerca e trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale, soprattutto nel campo degli advanced materials and manufacturing.

 

Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.
Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.

«Lo Spazio non è solo un ambiente duro per gli esseri umani e la vita ma anche per i materiali, da qui gli studi e le proposte per l’innovazione nei materiali da utilizzare in ambiente spaziale», spiega Fabrizio Quadrini, docente di Tecnologie Speciali a “Tor Vergata”, che nell’ambito del workshop sulla scienza dei materiali terrà l’intervento dal titolo “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives”.

Il workshop ha trovato una collocazione ottimale all’interno delle giornate della Primavera dell’Innovazione, soprattutto alla luce della stretta collaborazione che si sta intessendo tra i rispettivi gruppi di ricerca.

«Obiettivo dell’evento –  ha sottolineato Loredana Santo, chair del workshop e docente di Tecnologia e Sistemi di Lavorazione a Roma “Tor Vergata” – è stato quello di portare tante esperienze diverse a confronto per creare un network tematico che in futuro possa incidere sulle ricerche del settore. La sola passione e dedizione non sono sufficienti per il raggiungimento di risultati importanti, serve lavorare in squadra condividendo obiettivi e unendo le competenze. In Italia  – ha ricordato la Santo – ci sono realtà di ricerca di eccellenza che vengono dal mondo della fisica, chimica, matematica e ingegneria e tutte insieme possono fare la differenza nel settore dei materiali per applicazioni spaziali, senza tralasciare l’importanza del collegamento con le agenzie spaziali, egregiamente rappresentate nell’ambito di questo workshop».

Fabrizio Quadrini nel suo intervento “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives” ha illustrato le attività di sperimentazione e ricerca che il gruppo di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione sta sviluppando a “Tor Vergata” sulla tematica dei materiali per applicazioni spaziali, in particolare sulla memoria di forma.

Sono stati presentati i risultati dei due esperimenti condotti in ambiente spaziale: il primo (I-FOAM) nell’ambito della missione Shuttle STS-134 (Maggio 2011), e il secondo (Ribes_FOAM2) durante la missione BION M1, in assenza di astronauti e su modulo Soyouz-2 (Aprile 2013). Entrambi gli esperimenti hanno permesso di studiare il recupero della forma in ambiente spaziale di strutture polimeriche e composite inizialmente memorizzate sulla terra.

Il programma del workshop

 

Horizon2020: “CHEOPS”, il nuovo progetto sul fotovoltaico a perovskiti ibride

a cura della Redazione

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, come partner di un consorzio internazionale costituito da otto Università e Centri di Ricerca e quattro imprese, ha dato da poco il via al Progetto Europeo CHEOPS, per lo sviluppo di nuovi tipi di celle fotovoltaiche. Le celle utilizzeranno come materiali assorbitori di luce le cosiddette perovskiti ibride organiche/inorganiche che permettono di avere alte efficienze e bassi costi di produzione. Il progetto è stato finanziato per 5 milioni di euro, ha una durata di 3 anni.

Fotovoltaico a perovskite

Con il temine fotovoltaico a perovskite ci si riferisce all’utilizzo di una nuova classe di materiali con una struttura cristallina speciale che rende possibile la fabbricazione di celle solari a basso costo e ad alta efficienza attraverso un processo di fabbricazione ottenuto utilizzando metodi di stampa convenzionali come serigrafia e aerografia. Fino ad ora la tecnologia fotovoltaica a perovskite è stata sviluppata su celle e moduli di piccole dimensioni che ne hanno limitato l’impiego e la stabilità nel tempo. Il progetto CHEOPS mira a superare questi limiti attraverso una serie di innovazioni che portino a una tecnologia matura pronta per una applicazione industriale. Più specificamente, il progetto prevede lo sviluppo di celle di grande dimensioni sia completamente in perovskite sia in configurazione tandem perovskite/silicio, valutando, allo stesso tempo, i potenziali rischi e benefici associati alla diffusione di questa nuovo fotovoltaico.

Moduli a grandi dimensioni e celle tandem
«É necessario rendere questa nuova tecnologia stabile e identificare i processi per la fabbricazione di moduli di larga area – afferma il prof. Aldo Di Carlo responsabile del progetto presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Come Polo Solare abbiamo dimostrato per la prima volta che è possibile realizzare i moduli a perovskite su dimensioni di qualche cm2 ma ora la sfida diventa ancora più avvincente: realizzare moduli con dimensioni di oltre 200 cm2. Nel progetto faremo uso di un nuovo metodo di deposizione appena sviluppato nel nostro laboratorio, l’Air-jet assisted balde coating che, assieme alla collaborazione dei partner del progetto, ci permetterà di arrivare alle dimensioni volute». Della necessità di aumentare l’area delle celle è anche convito il coordinatore del progetto, il dott. Sylvain Nicolay del CSEM, «Per dimostrare che questa tecnologia è industrializzabile è necessario realizzare moduli stabili con una dimensioni almeno di 15cm x 15cm».

Oltre alla realizzazione di moduli di grandi dimensioni, i ricercatori che lavorano a CHEOPS sono anche impegnati nello sviluppo di celle tandem. Una cella tandem è l’opportuna combinazione di una cella di silicio cristallino con una cella in perovskite. «Con le celle tandem è possibile assorbire uno spettro di luce più ampio rispetto a una singola cella. Questo potrebbe portare ad un aumento dell’efficienza fino a un valore di circa il 30%», osserva il prof. Christophe Ballif, direttore del PV-center del EPFL (Svizzera) e partner del progetto.

I partner e gli obiettivi del progetto

Il progetto CHEOPS è co-finanziato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020. È partito ufficialmente nel febbraio 2016 e si concluderà nel mese di gennaio 2019. Coinvolge 12 partner industriali e accademici provenienti da sette paesi europei e ha un bilancio di 5 milioni di euro. I 12 partner uniranno le loro competenze, le conoscenze e le risorse per raggiungere gli obiettivi del progetto:

  • l’eccellenza della ricerca è garantita da quattro rinomate Università (Università di
    Oxford, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, École Polytechnique Fédérale de Lausanne attraverso il PV-Lab di Neuchâtel, e l’Università di Salford), quattro centri di ricerca (CSEM, Tyndall, INERIS, e Fraunhofer-IAP), e una PMI specializzata nella analisi del ciclo di vita dei dispositivi fotovoltaici e nella richiesta processi produttivi (SmartGreenScans).
  • Il percorso di commercializzazione sarà sviluppato da due partner industriali (Oxford
    Photovoltaics Ltd. e Merck KGaA).
  • la gestione della ricerca e la diffusione dei risultati del progetto sono assicurate da un’altra
    PMI (Accelopment AG).

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Fashion retail: “Tor Vergata” e OVS insieme per la Ricerca

di Pamela Pergolini

24104728704_4c5216085a_oUn asset importante nel value fashion retail è costituito dalla continua capacità di reinventare e perfezionare i processi di gestione delle merci, velocizzarli e servire i negozi sul territorio in modo più rapido ed efficace.

In quest’ottica  OVS, leader in Italia nel value fashion retail, ha avviato un’importante collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dipartimento di Ingegneria Industriale, per iniziare a lavorare concretamente su aspetti portanti del proprio modello operativo e inventare nuovi algoritmi matematici applicati ai processi operativi. La collaborazione tra OVS e l’Ateneo di Roma “Tor Vergata” permetterà di sviluppare un “modello” quantitativo per il miglioramento dei processi di pianificazione, acquisto e distribuzione. In particolare, l’applicazione riguarda algoritmi per la distribuzione della merce nei punti vendita di OVS, 600 in tutta Italia. A tal fine OVS ha finanziato, interamente, un contratto di ricerca. L’iniziativa specifica con  “Tor Vergata” si inserisce in un contesto più ampio di collaborazioni che il gruppo veneto sta attivando con importanti atenei italiani, nella consapevolezza che una più stretta collaborazione tra università ed imprese sia un asset fondamentale per la crescita.

«È questa la giusta direzione di marcia, è questo per noi fare “spin in”: il futuro per la ricerca italiana, per il nostro sistema produttivo e per i nostri giovani – afferma il prof. Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – sta proprio nella capacità di creare stabilmente legami sinergici tra Impresa e Università, con un modello innovativo di “mutua contaminazione” in cui l’Accademia scende dalla cattedra e risponde ai reali bisogni del mercato e degli operatori» .

Ad un anno dall’avvio della collaborazione con il gruppo coordinato dal Prof. Paolo Mancuso, i risultati si sono concretizzati nel deposito di brevetti industriali e copyright su elementi che caratterizzano i nuovi processi di pianificazione, acquisto e distribuzione che l’azienda sta progressivamente cambiando, e che stanno contribuendo ai risultati positivi degli ultimi semestri. «Dobbiamo gestire più di un miliardo e mezzo di combinazioni”, afferma l’Amministratore Delegato, Stefano Beraldo, e per farlo in maniera efficace dobbiamo avvalerci del supporto della scienza e della matematica. Abbiamo iniziato con specifici contratti di collaborazione e ricerca con l’Università di Roma Tor Vergata. Abbiamo quindi deciso di finanziare un posto da ricercatore a tempo determinato della durata di tre anni ed estenderemo questa collaborazione con ulteriori opportunità di tesi e stage presso la nostra azienda» .

L’esperienza del Business Game, un’idea di “Tor Vergata”

OVS ha deciso di andare oltre la pura matematica, ed estendere le iniziative realizzate con l’Università al mondo del marketing, collaborando al Business Game con gli studenti dell’ultimo anno di Ingegneria Gestionale.

Il Business Game è stato ideato e organizzato nell’ambito del corso di Economia dei sistemi industriali di “Tor Vergata”, tenuto dal prof. Paolo Mancuso, per scoprire idee che coniugassero la tecnologia – legata agli smartphone e smartwatch – e i servizi, legati al modo OVS (pagamento, localizzazione dei capi nei punti OVS, segnalazione di nuovi arrivi, etc.). I ragazzi sono stati divisi in gruppi e invitati a presentare le loro idee presso l’aula convegni della Macroarea di Ingegneria. I tre gruppi migliori sono stati invitati presso la sede di OVS a Mestre a presentare le loro idee alla presenza dell’amministratore delegato, Stefano Beraldo, del General Manager di OVS Francesco Sama e del Direttore Ecommerce Monica Gagliardi.

Welfare attivo: accordo “Tor Vergata”, Confapi, EBM e Fiom per Obiettivo Laurea

L’iniziativa si chiama “obietivo laurea” ed è un progetto di welfare attivo promosso dall?università di Roam “Tor Vergata”, Confapi, EBM (Ente Bilaterale Metalmeccanici) e Fiom Cgil Nazionale che prevede una assegnzione di 160 borse di studio triennali sul territorio nazionale per la formazione di lavoratori di aziende metalmeccaniche e dei loro figli. È una sperimentazione senza precedenti che partirà dall’anno accademico 2016-2017 a “Tor Vergata” e alla quale hanno aderito anche altri sette Atenei italiani.

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Le borse di studio saranno destinate a tre diversi tipi di studenti : fuori sede, in sede e online con copertura totale delle spese per l’iscrizione, il materiale didattico, il vitto e l’alloggio – laddove si scelga università in luogo diverso da quello di residenza.  Le borse di studio saranno destinate solo per i migliori e veranno assegnate per il primo anno su basi reddituali e su valutazione del percorso di studi precedenti. Per gli anni successivi saranno confermate in base a criteri di merito (esami sostenuti e voti ottenuti).
Il progetto è nato per combattere il gap italiano di laureati (il più basso dei 34 Paesi industrializzati, secondo il recente rapporto Ocse)  e contrastare il trend negativo per l’Italia, relativamente alle immatricolazioni.
Il progetto partirà a “Tor Vergata” e verrà replicato negli atenei di Brescia, Torino, Bologna, Roma Tre, Napoli, Bari e Calabria Arcavacata . «Una vera e propria sperimentazione per sostenere concretamente il diritto alla formazione universitaria sia per quanto riguarda i giovani che intendono prepararsi al mercato del lavoro, sia per chi nel mercato del lavoro c’è già e vuole aggiornare conoscenze e capacità. Il risultato? Un Paese con più valore e più opportunità», ha dichiarato il Rettore dell’Università di Roma “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli.

 

03-04/12: PREMIO NAZIONALE INNOVAZIONE 2015

GIOVEDÌ 3 DICEMBRE ore 10:00
VENERDÌ 4 DICEMBRE ore 09:30

Teatro Auditorium – Università della Calabria – Rende (CS)

PREMIO NAZIONALE INNOVAZIONE – PNI 2015

 

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SAFE-SURFACE e GraNHub-Grafene e nanobiotecnologie, due progetti nati nei laboratori dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e vincitori della Start Cup Lazio 2015, andranno alla premiazione del PNI 2015, XIII edizione del Premio Nazionale Innovazione, promosso dall’Associazione Italiana degli Incubatori Universitari (PNICube).

L’evento si terrà nelle giornate di giovedì 3 e venerdì 4 dicembre, presso il Teatro Auditorium dell’Università della Calabria, e vedrà protagoniste le migliori idee d’impresa risultate vincitrici delle 18 Start Cup regionali.

savesurface-1024x683Nella foto SAFE-SURFACE, l’idea dìimpresa di “Tor Vergata” vincitrice del I posto a StartCup Lazio 2015 premiata dal rettore  Giuseppe Novelli.

SAFE-SURFACE ha come obiettivo l’elaborazione di un sistema innovativo in grado di migliorare la salute delle persone rendendo antimicrobico un comune oggetto di plastica, mentre GraNHub-Grafene e nanobiotecnologie sviluppa la realizzazione di applicativi non invasivi, biocompatibili e ecosostenibili per il restauro e la conservazione dei beni culturali.

Andranno alla premiazione nazionale del PNI 2015 , in quanto terzi classificati ex aequo alla Start Cup Lazio 2015, anche i progetti Memio (I-Lab Luiss Guido Carli – Bic Lazio) e PRODIGI (ENEA Casaccia – Università della Tuscia).

L’obiettivo del PNI è sostenere la nascita di imprese altamente innovative e promuovere lo sviluppo economico del territorio, mirando inoltre a favorire il rapporto tra ricercatori, mondo delle imprese e della finanza.

Cerimonia inaugurale 2015/2016: la missione di “Tor Vergata” è lo sviluppo sostenibile

Cerimonia inaugurale 2015/2016: la missione di “Tor Vergata” è lo sviluppo sostenibile

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Lo sviluppo sostenibile è la “missione” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ufficializzata in occasione della Cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2015/2016.
La cerimonia, che si è svolta il 23 novembre presso l’Aula Magna della Macroarea di Economia, si è aperta con l’Inno di Mameli e “Cantate Domino” di G. F. Hendel intonato dal coro “Claudio Casini” diretto dal Maestro Stefano Cucci. Poi la lettura di un passo de “Il Piccolo Principe” da parte dell’attore Sebastiano Somma.

Il primo a parlare è stato il rettore Giuseppe Novelli che ha aperto dedicando un estratto della lettera di Benjamin Franklin sul coraggio di conoscere a “quei ricercatori che non hanno più questa opportunità perché gli è stata tolta forse da chi di conoscenza ne ha ben poca”, ricordando la strage di Parigi e la nostra giovanissima connazionale Valeria Solesin che ha perso la vita durante l’attentato al Bataclan.

In seguito il rettore ha parlato dell’importanza dello sviluppo sostenibile, il traguardo che l’Ateneo quest’anno si è proposto di raggiungere per contribuire all’Agenda Globale dei prossimi quindici anni, definita dalle Nazioni Unite e approvata lo scorso 26 settembre.
“Nel mondo attuale gli atenei devono prendere l’iniziativa per porre il tema della sostenibilità economica, sociale e ambientale al centro delle proprie attività fondamentali, cioè la didattica, la ricerca e i rapporti con le imprese e il territorio” ha spiegato il rettore “Per questa ragione abbiamo deciso di dotare l’Ateneo di una propria missione e di una visione strategica basata sul concetto di sviluppo sostenibile”.

Il prof. Enrico Giovannini, docente di Statistica Economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”e co-presidente di un gruppo di esperti internazionali incaricati di affiancare le Nazioni Unite nella messa a punto dell’Agenda dello sviluppo post-2015, ha tenuto la prolusione dal titolo “L’agenda globale per lo sviluppo sostenibile: una sfida straordinaria per il futuro del pianeta e dell’umanità”.

È intervenuto inoltre il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il quale ha sottolineato che, di fronte alle cronache degli attentati di Parigi, “ci unisce un compito comune: dare insieme una risposta alla crisi epocale che le democrazie europee stanno stanno vivendo e ridare speranze vere alle nuove generazioni, all’altezza dei tempi”. E questa risposta si può trovare proprio qui, nei luoghi della scienza, del sapere e nelle nostre democrazie.

Ospite anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin la quale ha ribadito che la risposta a questo lungo periodo di crisi è umanistica e si trova nei luoghi di sapere come la nostra università.
“Questa è l’università più periferica di questa città, un’università che produce scienza, che produce ricerca, ricerca riconosciuta in tutto il mondo e quindi a livello internazionale, che forma classi dirigenti e che è un’università di confine” ha sottolineato il Ministro “è riuscita da una parte a mantenere alto un profilo di formazione e dall’altro a non isolarsi, ad essere qualcosa che vive nella propria comunità di appartenenza”.

Dopo alcune testimonianze su iniziative di Ateneo a favore dell’inclusione e per la promozione di una cultura della responsabilità sociale, come il progetto ZeroIndifferenza e i Laboratori per la Nuova Economia, sono stati premiati, per il loro impegno nel campo della “sostenibilità” che spazia dallo sport all’energia, dall’ambiente al decoro del Campus, gli atleti e le atlete del Centro Universitario Sportivo – CUS “Tor Vergata”, il team STILE che ha partecipato alla competizione internazionale Solar Decathlon e i protagonisti di “retake Roma Tor Vergata”, iniziativa partita da un gruppo di studenti dell’Ateneo che si sono dedicati al recupero delle aule universitarie di Scienze.

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L’attore Fabrizio Gifuni ricorda Pasolini

L’attore Fabrizio Gifuni ricorda Pasolini

Roma, 12 ottobre 2015 – A 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, il 2 novembre del 1975, l’attore Fabrizio Gifuni ha raccontato agli studenti di “Tor Vergata” e ad alcuni studenti delle Scuole Superiori l’uomo, il poeta, il romanziere, lo scrittore, il critico, il regista, il giornalista Pasolini. Un Auditorium, alla Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, stracolmo di ragazzi e ragazze che hanno ascoltato le parole di Pasolini che Gifuni “ha staccato per loro dalla pagina e ha messo in verticale con il corpo”.

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L’iniziativa, organizzata da “Ricerca Continua – Alumni Lettere e Filosofia Tor Vergata” e finanziata dall’Ateneo, è nata per favorire l’incontro dei giovani con la grande letteratura e si inserisce in un progetto di rafforzamento del rapporto tra Università e Territorio, grazie anche alla partecipazione degli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore limitrofi. Sono intervenuti il rettore Giuseppe Novelli, Marina Formica, coordinatrice della Macroarea di Lettere e filosofia e Daniela Iuppa, dottoranda, organizzatrice dell’evento.

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