Horizon2020: “CHEOPS”, il nuovo progetto sul fotovoltaico a perovskiti ibride

a cura della Redazione

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, come partner di un consorzio internazionale costituito da otto Università e Centri di Ricerca e quattro imprese, ha dato da poco il via al Progetto Europeo CHEOPS, per lo sviluppo di nuovi tipi di celle fotovoltaiche. Le celle utilizzeranno come materiali assorbitori di luce le cosiddette perovskiti ibride organiche/inorganiche che permettono di avere alte efficienze e bassi costi di produzione. Il progetto è stato finanziato per 5 milioni di euro, ha una durata di 3 anni.

Fotovoltaico a perovskite

Con il temine fotovoltaico a perovskite ci si riferisce all’utilizzo di una nuova classe di materiali con una struttura cristallina speciale che rende possibile la fabbricazione di celle solari a basso costo e ad alta efficienza attraverso un processo di fabbricazione ottenuto utilizzando metodi di stampa convenzionali come serigrafia e aerografia. Fino ad ora la tecnologia fotovoltaica a perovskite è stata sviluppata su celle e moduli di piccole dimensioni che ne hanno limitato l’impiego e la stabilità nel tempo. Il progetto CHEOPS mira a superare questi limiti attraverso una serie di innovazioni che portino a una tecnologia matura pronta per una applicazione industriale. Più specificamente, il progetto prevede lo sviluppo di celle di grande dimensioni sia completamente in perovskite sia in configurazione tandem perovskite/silicio, valutando, allo stesso tempo, i potenziali rischi e benefici associati alla diffusione di questa nuovo fotovoltaico.

Moduli a grandi dimensioni e celle tandem
«É necessario rendere questa nuova tecnologia stabile e identificare i processi per la fabbricazione di moduli di larga area – afferma il prof. Aldo Di Carlo responsabile del progetto presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Come Polo Solare abbiamo dimostrato per la prima volta che è possibile realizzare i moduli a perovskite su dimensioni di qualche cm2 ma ora la sfida diventa ancora più avvincente: realizzare moduli con dimensioni di oltre 200 cm2. Nel progetto faremo uso di un nuovo metodo di deposizione appena sviluppato nel nostro laboratorio, l’Air-jet assisted balde coating che, assieme alla collaborazione dei partner del progetto, ci permetterà di arrivare alle dimensioni volute». Della necessità di aumentare l’area delle celle è anche convito il coordinatore del progetto, il dott. Sylvain Nicolay del CSEM, «Per dimostrare che questa tecnologia è industrializzabile è necessario realizzare moduli stabili con una dimensioni almeno di 15cm x 15cm».

Oltre alla realizzazione di moduli di grandi dimensioni, i ricercatori che lavorano a CHEOPS sono anche impegnati nello sviluppo di celle tandem. Una cella tandem è l’opportuna combinazione di una cella di silicio cristallino con una cella in perovskite. «Con le celle tandem è possibile assorbire uno spettro di luce più ampio rispetto a una singola cella. Questo potrebbe portare ad un aumento dell’efficienza fino a un valore di circa il 30%», osserva il prof. Christophe Ballif, direttore del PV-center del EPFL (Svizzera) e partner del progetto.

I partner e gli obiettivi del progetto

Il progetto CHEOPS è co-finanziato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020. È partito ufficialmente nel febbraio 2016 e si concluderà nel mese di gennaio 2019. Coinvolge 12 partner industriali e accademici provenienti da sette paesi europei e ha un bilancio di 5 milioni di euro. I 12 partner uniranno le loro competenze, le conoscenze e le risorse per raggiungere gli obiettivi del progetto:

  • l’eccellenza della ricerca è garantita da quattro rinomate Università (Università di
    Oxford, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, École Polytechnique Fédérale de Lausanne attraverso il PV-Lab di Neuchâtel, e l’Università di Salford), quattro centri di ricerca (CSEM, Tyndall, INERIS, e Fraunhofer-IAP), e una PMI specializzata nella analisi del ciclo di vita dei dispositivi fotovoltaici e nella richiesta processi produttivi (SmartGreenScans).
  • Il percorso di commercializzazione sarà sviluppato da due partner industriali (Oxford
    Photovoltaics Ltd. e Merck KGaA).
  • la gestione della ricerca e la diffusione dei risultati del progetto sono assicurate da un’altra
    PMI (Accelopment AG).

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Federico Belotti, tra i 100 giovani economisti nel mondo

di Pamela Pergolini

Non tutti i cervelli italiani fuggono all’estero. Federico Belotti, classe 1976, post doc al Ceis – Center for Economic and International Studies dell’Università di Roma “Tor Vergata”, è tra i primi 100 giovani economisti nella classifica stilata da IDEAS-RePec (Research Papers in Economics), l’indice mondiale della ricerca accademica in ambito economico e finanziario, e tra i 10 italiani presenti nella classifica l’unico ad essere rimasto in Italia e l’unico a vantare un percorso formativo (Laurea, Master e Dottorato) tutto italiano, avendo conseguito i suoi studi interamente all’Università di Roma “Tor Vergata”.

Il database bibliografico di RePec, aggiornato da centinaia di volontari provenienti da 86 Paesi, considera “giovani economisti” i ricercatori per i quali non siano passati più di 10 anni dalla loro prima pubblicazione.

Federico, la tua tesi di dottorato “Three Essays on Applied Econometrics”, sostenuta nel 2011, è stata pubblicata e premiata dalla Società Italiana di Statistica come “Best Italian Ph.D. Thesis in Applied Statistics and Demography” per i “contributi originali” all’econometria, che è il tuo campo di ricerca. Ci puoi raccontare quali i sono i contributi originali della tua tesi?

 La mia tesi è composta da due contributi originali all’econometria. NeI primo, ho proposto nuovi stimatori consistenti per il modello delle frontiere stocastiche ad effetti fissi al fine di risolvere quello che in econometria viene definito incidental parameters problem, migliorando la stima di parametri chiave in questa tipologia di modelli. Questi strumenti vengono utilizzati in economia per misurare l’efficienza di un insieme omogeneo di unità produttive e sono molto applicati. Nella mia ricerca, li ho usati per misurare l’efficienza tecnica degli ospedali Laziali. Il secondo contributo propone un metodo robusto per la stima di una mistura di modelli di regressione per dati count, al fine di attenuare l’effetto distorsivo dei valori estremi caratteristico delle stime ottenute attraverso il metodo della massima verosimiglianza. Questo strumento è molto usato in statistica in quanto molto utile per modellare un insieme eterogeneo di unità statistiche. Nel mio caso, ho applicato questo nuovo strumento a due basi di dati biometriche caratterizzate da valori estremi.

Quale tipologia di dati interessa le tue ricerche?

I dati su cui lavoro di solito sono dati di tipo “micro” relativi a individui, famiglie o imprese. Si tratta, inoltre, di dati che vengono osservati nel tempo, per questo vengono definiti “dati panel”.

Come ci si sente ad essere tra i primi 100 giovani economisti nel mondo?

Sono molto contento ma ci tengo a chiarire che il database bibliografico di RePec non raccoglie soltanto le classiche pubblicazioni scientifiche, come articoli e libri, ma anche software statistico. E il fatto di essere così ben posizionato nella classifica lo devo soprattutto allo sviluppo di software statistico open source che consente alla comunità scientifica (e non solo) di applicare a casi concreti i miei contributi metodologici. Questo mi ha dato molto visibilità, ma ci sono sicuramente brillanti giovani economisti/econometrici che hanno più pubblicazioni scientifiche di me e meriterebbero di avere una posizione migliore in classifica!

A che cosa stai lavorando in questo momento?

A diverse cose ma in particolare con il gruppo di ricerca Ceis HEEP – Health Econometrics, Economics and Policy, coordinato dal prof. Vincenzo Atella, anche direttore del Ceis, ci stiamo occupando, in collaborazione con l’OCSE e l’University of Southern California, di adattare il modello statunitense FEM (Future Elderly Model) all’Europa, sviluppando così uno strumento che consenta di simulare in modo attendibile l’andamento delle principali malattie croniche (diabete, ipertensione, tumore, malattie cardiovascolari, ecc.) e la relativa spesa sanitaria per 10 paesi dell’Unione Europea.

Un modello di microsimulazione dinamica che consentirà di valutare gli effetti di interventi di politica sanitaria secondo una logica “what if” (“E se”) e che ci permetterà di fare delle proiezioni su quello che probabilmente accadrà nei prossimi 30 anni.

Federico Belotti ha un assegno di ricerca in scadenza che potrà andare avanti al massimo per altri due anni, secondo quanto stabilito dalla Legge Gelmini. Poi potrà solo sperare che una università bandisca dei posti da ricercatore a tempo determinato nel suo settore concorsuale. Oppure sarà un altro cervello in fuga.

Breve Bio di Federico Belotti

 

Il gruppo di ricerca Ceis HEEP - Health Econometrics, Economics and Policy Vincenzo Atella, Federico Belotti, Valentina Conti, Joanna Kopinska, Andrea Piano Mortari
Il gruppo di ricerca Ceis HEEP – Health Econometrics, Economics and Policy: Vincenzo Atella, Federico Belotti, Valentina Conti, Joanna Kopinska, Andrea Piano Mortari

 

La Ricerca di “Tor Vergata” al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin

La Ricerca di “Tor Vergata” al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin

Nell’ambito della XI International Scientific and Practical Conference “Manned Space flights”, tenutasi dal 10 al 12 novembre 2015, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha presentato alcune ricerche in ambito aerospaziale  al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin di Star City (Mosca).

Loredana Santo e Fabrizio Quadrini del Dipartimento di Ingegneria Industriale hanno presentato ricerche avanzate nei settori dei compositi polimerici a memoria di forma, da impiegare come attuatori e strutture autodispieganti, e delle superfici funzionalizzate per applicazioni spaziali tra cui quelle antibatteriche, realizzate con un nuovo sistema brevettato dal gruppo che porterà alla realizzazione di uno spin-off universitario.

Le ricerche sono state sviluppate nell’ambito di un accordo siglato con l’Aeronautica Miliare e, in particolare, con la collaborazione del cosmonauta Tenente Colonnello Walter Villadei, docente a “Tor Vergata” del corso di Laboratorio di Tecnologie Speciali.

Nel giorno 11 novembre, presso il centro di addestramento, si è tenuto anche l’incontro dei docenti con l’Ambasciatore d’Italia a Mosca, Cesare Maria Ragaglini, col quale si è discusso di collaborazioni scientifiche tra i due paesi in previsione di futuri esperimenti spaziali congiunti.

Nella foto Fabrizio Quadrini e la speciale tuta spaziale per passeggiate extraveicoilari nello Spazio. Cattura

Notte Europea dei Ricercatori: l’Ateneo partecipa alla Settimana della Scienza

Notte Europea dei Ricercatori: l’Ateneo partecipa alla Settimana della Scienza

Il 25 settembre, un appuntamento da segnare in agenda: torna la Notte Europea dei Ricercatori, organizzata da Frascati Scienza, che concluderà una serie di eventi e manifestazioni che si terranno durante la Settimana della Scienza dal 20 al 25 settembre in tutta Italia e in Europa per avvicinare la scienza e i ricercatori ai cittadini e, in particolare, i più giovani.

L’Università di Roma “Tor Vergata” partecipa con visite guidate, laboratori, mostre, aperitivi scientifici e attività per bambini.

La Notte Europea dei Ricercatori è un’iniziativa che si svolge ogni anno l’ultimo venerdì di settembre. Giunta alla sua decima edizione, la manifestazione è promossa dalla Commissione Europea e coinvolge diverse città e migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. L’obiettivo è di creare occasioni d’incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

L’Università di Roma “Tor Vergata” sarà presente alla Settimana della Scienza con seguenti appuntamenti:

 

  • Lunedi, 21 settembre ore 20, Piazza del Mercato, Frascati

 

Nell’Universo, alla ricerca della Vita – Conoscere la Vita sullaTerra per cercarla altrove e preservare il nostro Pianeta

 

La sfida di trovare un pianeta gemello della Terra, con caratteristiche biologiche simili, non può prescindere da una conoscenza approfondita sull’evoluzione del nostro pianeta per capire come è nata la vita su di esso. Il viaggio alla ricerca di un gemellaggio interplanetare comincia da noi, dalla nostra Terra, dal primo semino di vita che vi ha avuto origine e come si è sviluppato in forme di vita sempre più complesse, per oltrepassare infine i confini, verso altri pianeti, orbite e galassie.

 

  • Mercoledi, 23 settembre dalle ore 16 alle 18, Orto Botanico Tor Vergata in Viale Guido Carli

Hey kids – La nostra storia evolutiva

 

Breve mostra sull’evoluzione umana. Vengono ripercorse le varie tappe dell’ominazione, a partire da circa 6 milioni di anni fa, quando la linea evolutiva degli ominini si è separata da quella degli scimpanzé, fino alla nascita della nostra specie, Homo sapiens.

 

Hey kids – Ecogiocando

 

L’attività ha come scopo quello di far comprendere come attraverso piccoli e semplici gesti quotidiani si può rendere la nostra vita più ecosostenibile ed apportare notevoli vantaggi sia al pianeta sia alla nostra salute. Sarà quindi organizzata una caccia al tesoro attraverso la quale i partecipanti giocando, acquisiranno nozioni di base per un comportamento ed un pensiero più ecosostenibile.

 

  • Mercoledi, 23 settembre dalle ore 10 alle 12, Aula Magna Macroarea di Scienze – Università di Tor Vergata, via della Ricerca Scientifica, 1

 

OpenLab: sbirciando nei laboratori

Visita guidata dai ricercatori della Macroarea di Scienze dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ai laboratori di ricerca dei dipartimenti di Biologia, Fisica, Matematica e Scienze e Tecnologie Chimiche.

 

E per la giornata della “Notte” Europea dei Ricercatori che si terrà venerdì 25 settembre l’appuntamento è con I colori delle alghe, come coltivare micro-alghe in modo sostenibile, per mangiare più sano e tutelare il Pianeta (dalle ore 16 a mezzanotte, SAPERmercato – Piazza del Mercato, Frascati), con lo Studio della paleodieta e sostenibilità nelle popolazioni del passato (dalle ore 16 a mezzanotte, SAPERmercato – Piazza del Mercato, Frascati) alla scoperta di che cosa era sulla tavola degli antichi romani e capire, attraverso lo studio del collagene delle ossa, come sono cambiate le abitudini alimentari dei nostri antenati, e infine, dalle 18 alle 20, l’appuntamento è all’Orto Botanico dell’Ateneo: un centro di ricerca per la sostenibilità che organizza una visita guidata.

La partecipazione dell’Ateneo e dei suoi ricercatori all’iniziativaribadisce l’importanza della ricerca non solo in ambito accademico e conferma la volontà di informare i cittadini sulle attività svolte dai ricercatori e avvicinare i ragazzi al tema della scienza in maniera divertente e partecipativa.

 

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Locandina ufficiale dell’evento

 


 

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Ebola, i successi del MBIL nella lotta al virus

Ebola, i successi del MBIL nella lotta al virus

a cura della Redazione

Dal rapporto sulle attività in Sierra Leone nel contrasto all’infezione da virus Ebola, redatto dalla Cattedra UNESCO di Biotecnologie dell’Università di Roma “Tor Vergata” riportiamo alcuni risultati del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL) contro l’Ebola.

Autori del rapporto il prof. Vittorio Colizzi, professore di Patologia e Immunologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” specialista in malattie infettive, direttore della cattedra UNESCO di Biotecnologia, responsabile del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL), e la dr.ssa Carla Montesano, PhD, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, responsabile del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL).

Leggi il Diario della attività – Rapporto MBIL

Il Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL) è stato attivato per permettere la riapertura dell’Ospedale Holy Spirit di Makeni, chiuso nell’agosto 2014.
Il MBIL è attrezzato per svolgere in sicurezza la diagnostica molecolare e sierologica di Ebola e di altri virus emergenti e riemergenti (HIV, Epatite B e C). L’Attività di diagnostica molecolare (PCR) è ormai di routine, eseguita stto il controllo di almeno un esperto italiano o camerunese, e quella di diagnostica immunologica si basa sulla ricerca di anticorpi anti-Ebola col metodo Elisa (Kit commerciale per IgG e IgM) nel siero di pazienti o di soggetti ad alto rischio d’infezione.

Le attività, tutt’ora seguite dall’Ufficio di Cooperazione italiana a Freetown, rientrano nell’ambito di specifici progetti volti a contrastare l’epidemia di virus 2014-2015.  Di particolare rilevanza sono stati  i progetti,  finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana (Caritas) e dal Ministero degli Esteri e dalla Cooperazione Internazionale (fondi Emergenza), a cui hanno collaborato numerose organizzazioni non governative, prime fra tutte l’ordine religioso dei Camilliani con la sua specifica Camillian Task Force, la Società Geografica Italiana con il Centro Relazioni con l’Africa, le ONG Dokita ed Engim, la Fondazione Nando Peretti, il Gruppo Europeo di Biotecnologia del Parco Scientifico di Tor Vergata (Eurobiopark). A molte di queste attività ha contribuito anche l’Università di Dschang (Camerun) fornendo due unità di personale scientifico nell’ambito della collaborazione Nord-Sud-Sud.

Il Governo della Sierra Leone (Presidenza della Repubblica, Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Sanità, Università della Sierra Leone, l’ONG sierraleonese PaRD), e la Diocesi di Makeni (cui afferisce sia l’Ospedale Holy Spirit e sia l’Università di Makeni), con l’attuale Vescovo Padre Natalio Paganelli, hanno contribuito in maniera essenziale allo svolgimento delle attività illustrate nel Resoconto delle attività svolte in Sierra Leone. Senza il loro apporto motivazionale, organizzativo, e personale, queste attività non sarebbero mai state possibili.

 

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La dr.ssa Carla Montesano (ricercatrice a Biologia Università “Tor Vergata”) con il Presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, che visita il Laboratorio

 

Oltre alle attività diagnostiche sono state svolte attività formative e di training, per studenti di ospedali pubblici e privati di Makeni, e per quelli della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Makeni e  di“Capacity Building” (con cicli di lezioni sull’approccio e la sensibilizzazione), e attività di trasferimento tecnologico e di ricerca, con l’istituzione della Makeni Biotech and Biomedical Research Platform (MBBRP), una piattaforma tecnologica che diverrà il punto di riferimento per le infezioni emergenti del Paese

Alcune attività hanno visto il supporto del Ministero della Sanità della Sierra Leone, per il potenziamento di una struttura centrale di formazione di laboratorio presso l’Ospedale Cannought (Facoltà di Medicina) di Freetown, l’ammodernamento delle strutture periferiche sanitarie, la progettazione dell’Unità di Neonatologia dell’HSH per il contrasto alla mortalità infantile nel periodo post-Ebola.

Le attività svolte in Sierra Leone nel periodo di emergenza dell’epidemia di virus Ebola hanno rappresentato un’ottima esperienza per validare sul campo la costituzione di processi di reti e di processi in grado di articolare un sistema di qualità altamente sostenibile. In particolare, nell’aerea di Makeni, sono state svolte le seguenti attività :

  • Collaborazione inter-istituzionale pubblico-privato in condizioni di emergenza;
  • Integrazione Nord (Italia, Gran Bretagna)-Sud (Camerun)-Sud (Sierra Leone);
  • Trasferimento tecnologico da infezioni conosciute (HIV, HBC) a quelle meno studiate (Ebola);
  • Interdisciplinarietà di competenze (epidemiologi, biologi, infettivologi, psicologi, amministratori;
  • Educazione e formazione dei formatori locali (Associazione dei sopravvissuti);
  • Aspetti bioetici legati alle fasi di emergenza (autorizzazione, consenso informato a popolazioni con alti livelli di analfabetismo, etc.);
  • Sostenibilità della ricerca scientifica e dell’assistenza sanitaria di qualità in Africa dopo interventi internazionali di emergenza.

 

Accordo fra ‘Tor Vergata’ e la Marina Militare

Accordo fra ‘Tor Vergata’ e la Marina Militare

La collaborazione mira allo sviluppo di progetti formativi e di ricerca

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Il Rettore di Roma “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli, con il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e la Marina Militare siglano un accordo per una collaborazione didattico-scientifica su temi di interesse comune con specifico riferimento all’ambito marittimo, quali, ad esempio, la sicurezza marittima, la tutela e la salvaguardia del patrimonio marino e marittimo, la storia e la cultura del mare. L’accordo è stato ufficillizzato il 29 luglio con la firma del Rettore di Roma “Tor Vergata”, prof. Giuseppe Novelli, e il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi.

 

La collaborazione, che offrirà nuove opportunità per gli studenti dell’Ateneo romano, mira allo sviluppo di progetti formativi e di ricerca nel settore sanitario, dell’innovazione e della comunicazione e all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

L’accordo, della durata di tre anni, prende le mosse da soluzioni, tecnologie e buone pratiche della “Safety, Security, Defence & Intelligence”, avviate già in passato dalle parti, e si incentrerà sulle seguenti azioni tematiche:

  • attività di ricerca, progetti e iniziative nell’ambito marittimo e della “Safety, Security, Defence & Intelligence” e in quello della previsione, prevenzione, pianificazione e gestione di situazioni di crisi a seguito di eventi naturali o terroristici;
  • workshop, seminari, master congiunti, corsi di formazione e lectio magistralis, oltre alla produzione di pubblicazioni e documenti filmici congiunti su riviste specializzate e di settore;
  • progetti formativi e iniziative di tirocinio e stage a favore di studenti o di dipendenti, sviluppo di partenariati strategici in progetti ed attività di ricerca per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, della cultura del mare e della marittimità, dell’educazione digitale, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dell’ “e-learning” e dell’archeologia subacquea;
  • attività e progetti di interesse storico (come la Grande Guerra) con il recupero e la pubblicazione del materiale documentario dall’archivio della Marina;
  •  sviluppo di attività e progetti aventi ad oggetto la cultura musicale con l’eventuale coinvolgimento, in tutto o in parte, della Banda Musicale della Marina Militare;

Grande attenzione sarà dedicata ai progetti per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro legato alla cultura del mare e della marittimità, attraverso la preparazione digitale, l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione all’avanguardia, l’e-learning e l’archeologia subacquea, per un approccio professionale più innovativo e di qualità.

Il referente per L’Univestià degli Studi di Roma “Tor Vergata” è il professor Rino L. Caputo.

DREAMER: il futuro della rete è condiviso e open source

DREAMER: il futuro della rete è condiviso e open source

A cura della Redazione*

 

L’Open Networking Summit 2015 svoltosi a Santa Clara in California ha dimostrato grazie a un test intercontinentale come cambierà la rete di reti nel Future Internet, l’Internet del futuro: sarà grazie a DREAMER (Distributed REsilient sdn Architecture MEeting carrier grade Requirements), software OpenFlow/SDN e carrier grade (funzionante ed estremamente affidabile) sviluppato per essere sostituito ai sistemi IP/MPLS (Multi Protocol Label Switching).

DREAMER è stato sviluppato dal Consorzio GARR, la Rete Italiana dell’Università e della Ricerca, insieme al centro di ricerca italiano CREATE-NET  e da CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, coordinato da Stefano Salsano, professore associato in Ingegneria elettronica.

Il sofware è basato su SDN (Software Defined Networking), un  modello di gestione di rete open source, condiviso tra le reti di nazioni diverse nel mondo. SDN semplificherà i nodi di rete dividendo nel router hardware e software (che gestiscono rispettivamente instradamento e controllo), in modo da ottenere una gestione di rete dinamica e open source.

Il software, open source, potrà essere integrato nei sistemi NREN (National Research and Education Network) e permetterà in modo più semplice di introdurre servizi senza dover attendere che i fornitori dei sistemi attuali ne aggiornino le funzionalità. “Maggiore libertà” e “innovazione a costi più bassi”, nelle parole del professor Salsano.

 

*con la collaborazione di Daniel Mancuso

GreenitApp, l’applicazione per la “sostenibilità” degli studenti

GreenitApp, l’applicazione per la “sostenibilità” degli studenti

 

GreenItApp, the app that measures the energy habits of students – Read the interview in English

di Pamela Pergolini

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Gianluca Mauro

GreenItApp è nata sul tavolo della mensa dell’Università di Gent (Belgio). Sono arrivato a Gent comestudente Erasmus ed ero alla ricerca di un corso per completare il mio piano di studi. Un pomeriggio trovai sul sito dell’università un corso chiamato “dare to start”, “osa a iniziare” la traduzione letterale dall’inglese, offerto dall’università di Gent e svolto in partnership con l’incubatore fiammingo iMinds grazie alla piattaforma Launchpad Central. Ho visto che la lezione si stava svolgendo proprio in quel momento e decisi di prendere la bici ed andare a parlare col professore. Il corso richiedeva di formare dei gruppi che durante il semestre avrebbero lavorato al processo di validazione di una loro propria business idea, basandosi sul metodo “lean startup”. Il professore mi suggerì di entrare nel gruppo di uno studenteo rumeno, Andrei Constantin Neag, che aveva appena iniziato a lavorare a un’ idea di un ragazzo belga. Il giorno prima della presentazione dei progetti, la settimana successiva, il ragazzo belga decide di lasciare il corso, per cui ci ritrovammo a mensa io e Andrei, senza alcun idea su cui lavorare. Gli proposi allora il mio progetto  di monitorare le abitudini energetiche delle persone, e Andrei, ingegnere delle telecomunicazioni, intravide la fattibilità tecnologica.

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Andrei Constantin Neag

I primi feedback furono negativi, finché casualmente non parlammo con il proprietario della casa dello studente in cui vive Andrei, un piccolo studentato di 17 stanze, il quale si appassionò immediatamente all’idea. Capimmo subito che avevamo identificato una buona opportunità di mercato, così andammo a bussare alle porte dei più grandi studentati del Belgio ottenendo sempre reazioni molto positive, confermando che GreenItApp aveva imboccato la strada giusta!

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di “imprenditoria studentesca”. Erasmus ha attivato un programma specifico “Erasmus for young entrepreuners” per avviare uno scambio e una collaborazione tra giovani imprenditori. Ma come si diventa studenti imprenditori?

A mio avviso la conditio sine qua non per diventare uno studente imprenditore è avere fiducia nelle proprie idee. Prima di fare questa esperienza avevo lo stesso problema che vedo in numerosi miei colleghi: la sensazione che il successo sia dovuto ad un caso fortuito che capita solo a Mark Zuckerberg ma non proprio a “noi”. La realtà è che dietro il successo di un’idea esistono metodologie concrete, sistematiche e ripetibili. Se si ha fiducia nella propria idea, tutto quel che serve è tanto studio, tanta motivazione e tanto lavoro. La fortuna gioca quindi un ruolo secondario rispetto alla vera e propria esecuzione della business idea. Avere fiducia nelle proprie idee porta a mettere in campo le proprie risorse al 100% per applicare tali metodologie e trasformare la propria idea in un prodotto.

Nell’era della società della conoscenza fondamentale è il ruolo delle università, che oltre a dare una formazione agli studenti dovrebbe metterli in grado di avere quella fiducia necessaria a sostenere e perseguire le proprie idee, e dar loro la consapevolezza delle capacità acquisite, oltre a fornire gli strumenti per trasformare idee in prodotti. Bisogna uscire dalla mentalità che gli studenti siano dei semplici “libri parlanti”, assimilatori di nozioni e poco più, e che oltre a risolvere equazioni, possiamo anche risolvere problemi, se messi nelle condizioni di farlo. Gli studenti italiani sono spesso i più preparati dal punto di vista della formazione  ma nelle Università italiane è ancora poco diffusa la consapevolezza di dover fornire a tutti gli studenti l’opportunità di diventare uno studente imprenditore e cimentarsi nella realizzazione di un’idea  con il supporto dell’ateneo nel quale ha studiato.

 
Tra quanto sarà sul mercato GreenItApp? E come funziona?

GreenItApp sarà presente all’inizio del prossimo anno accademico negli studentati del Belgio, Olanda, e Lussemburgo. Durante l’anno, una volta perfezionate le funzioni in questi Paesi che saranno il nostro mercato pilota, ci rivolgeremo al Nord Europa e successivamente studieremo le modifiche per adattarlo alle esigenze dei paesi più caldi come l’Italia.  Lo scopo di GreenItApp è di coinvolgere gli studenti nel risparmio energetico, sensibilizzandoli e insegnando loro abitudini più efficienti e rispettose dell’ambiente. Siamo partiti dal riscaldamento e abbiamo sviluppato dei sensori grazie al quale possiamo monitorare le abitudini degli studenti in questo ambito  in maniera non invasiva, senza modificare nulla. Quando rileviamo un comportamento che implica uno spreco, inviamo una notifica sullo smartphone dello studente indicando un’azione correttiva con la quale può risparmiare energia. Se lo studente segue il suggerimento, guadagna dei punti proporzionali all’energia risparmiata. Questi punti saranno poi convertibili in premi come birra gratis, biglietti del cinema, sconti per fare la spesa, un po’ come con le carte fedeltà del supermercato.

L’idea alla base è che per salvaguardare l’ambiente occorre partire dal migliorare i comportamenti di una persona più che dagli impianti o la struttura di un edificio. E in questo modo gli studentati possono abbattere ulteriormente le loro spese, in quanto è un servizio che si aggiunge agli investimenti già fatti sull’edificio. Per fare un esempio, se uno studentato si dota di finestre a doppio vetro molto performanti e con alto potere isolante, ma lo studente le tiene aperte con il riscaldamento acceso perché magari vuole fumare in stanza, qual è la loro utilità? Nulla! Al momento abbiamo lanciato una campagna sul nostro sito www.greenitapp.com dove gli studenti possono supportarci semplicemente inserendo il proprio indirizzo email per essere aggiornati sugli sviluppi. Per essere fedeli alla nostra filosofia di ricompensare chi fa qualcosa di positivo per l’ambiente, offriamo anche 100€ di voucher RyanAir a uno studente fortunato che si iscriverà al sito. Potete seguire Greenitapp anche su twitter @greenit_app e facebook.

 

 

Vera Komissarževskaja, un museo virtuaLe sull’attrice russa

Vera Komissarževskaja, un museo virtuaLe sull’attrice russa

PRESENTAZIONE DEL MUSEO VITUALE “Vera Komissarzevskaja”- GUARDA IL VIDEO

di Pamela Pergolini

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Donatella Gavrilovich, Storia del Teatro e dello Spettacolo, Universita di Roma Tor Vergata

Che cosa succede se in ambito teatrale la catalogazione di tipo scientifico incontra il graphic – design in 2D? Nasce un museo virtuale e la collaborazione tra due universita, quella tra l’Ateneo Roma “Tor Vergata” e l’Universita Statale ITMO di San Pietroburgo. E fin qui tutto abbastanza normale per chi fa ricerca e si occupa di didattica. La peculiarita è che questo museo è dedicato a Vera Komissarzevskaja (1864 –1910), popolarissima attrice russa, quasi sconosciuta in Italia, e che questo lavoro si inserisce nel campo della catalogazione dello spettacolo, settore piuttosto nuovo in Italia e alla ricerca di linee di condotta comuni.

Artem Smolin, Head of Engineering and Computer Graphics Chair, ITMO University

Il progetto di collaborazione tra l’Ateneo italiano e quello russo nasce dall’incontro tra Nikolaj Borisov, Preside della Facolta di Master Aziendale,Direttore del Centro per il Design e Multimedia ITMO dell’Universita Statale di San Pietroburgo e Donatella Gavrilovich, ricercatore in Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei Beni culturali e del Territorio, dell’ Università di Roma “Tor Vergata”, nell’ambito del 2nd International ECLAP Conference, nell’aprile 2013.

In tale occasione la Gavrilovich, expert per il progetto europeo ECLAP, European Collected Library of Artistic Performance, ha presentato il contributo How to Catalogue the Cultural Heritage “Spectacle” [Springer, Berlin 2013] suscitando l’interesse del collega russo, impegnato proprio in quel momento a soprintendere il team universitario che stava ricostruendo in 3D la storica messinscena Maskarad di Lermontov, allestita dal regista V. Mejerchol’d nel 1917 al Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo. Nacque subito la proposta di avviare un progetto di collaborazione sulle nuove tecnologie dell’informazione applicate al bene culturale “spettacolo”.

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Il bando Doppie Cattedre

Nell’aprile del 2014, in seguito all’accordo tra i due Atenei che prevedeva non solo un’interazione scientifica ma anche didattica con possibilità di scambio tra docenti e studenti, Donatella Gavrilovich e Artem Smolin, Engineering and Computer Graphics (ITMO University) hanno presentato il progetto per la realizzazione del museo virtuale, dedicato all’attrice russa e la catalogazione della prima rappresentazione de Il gabbiano di A. Cechov, avvenuta il 17 ottobre 1896l, nella quale Vera Komissarzevskaja fu la prima celebre interprete di Nina. Il progetto congiunto è stato, in parte, finanziato dall’ Universita di Roma “Tor Vergata” in seguito alla selezione nell’ambito della bando Doppie Cattedre  a.a. 2014-2015.

 La popolarità della Komissarzevskaja non è dovuta soltanto alla sua attività di attrice e all’aver sperimentato nuove forme di teatro ma anche al suo impegno nel sociale, al suo essersi schierata apertamente contro la censura zarista e nell’aver dato il suo supporto alle vittime dei pogrom contro gli ebrei e della fallita rivoluzione del 1905. L’attrice morì di vaiolo, a 45 anni, e durante il viaggio di rientro della salma a San Pietroburgo da Taskent, capitale dell’Uzbekistan, un viaggio che durò 9 giorni e durante il quale le stazioni ferroviarie furono stracolme di gente che voleva dare il suo ultimo saluto alla Giovanna d’Arco della scena russa.

IMG_2138Un Convegno e una Mostra

Il progetto, in occasione del 150° anniversario della nascita dell’attrice russa Vera Fedorovna Komissarzevskaja, ha dato vita al convegno internazionale “Vera Komissarzevskja incontra Eleonora Duse – La Giovanna d’Arco della scena russa e la Divina del teatro italiano” e ad una mostra, inaugurata il 4 marzo, nella Biblioteca della Manica Lunga presso la Fondazione Giorgio Cini, realizzati in collaborazione con il  Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e l’Universita degli Studi “Ca Foscari” di Venezia. La mostra propone materiale fotografico e documentario sulle due attrici e sarà possibile visitarla fino al prossimo 15 maggio.

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Maria Ida Biggi, direttrice del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini e il prof. Rino Caputo, Delegato del Rettore alla Cultura, Universita di Roma Tor Vergata

 Il Convegno, che si è tenuto il 4 e il 5 marzo presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia, e la mostra sono stati ideati e organizzati da Donatella Gavrilovich e da Maria Ida Biggi, docente di Storia della Scenografia e Iconografia Teatrale dell’Universita “Ca’ Foscari” di Venezia e direttrice del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini. A entrambe gli eventi hanno collaborato la Fondazione Giorgio Cini, l’Università Roma “Tor Vergata”, l’Università Statale ITMO di San Pietroburgo, il CSAR (Centro Studi sulle arti della Russia) dell’ Università Ca’ Foscari, il Museo Statale di Teatro e Musica di San Pietroburgo, il Museo Statale Teatrale Centrale “A. A. Bachrusin” di Mosca e la Casa Editrice Universitalia.

Per l’Università Roma “Tor Vergata”, oltre a Donatella Gavrilovich con il suo intervento dal titolo “La Luce di Vera Komissarzevskaja e Vasilij Kandiskij. Il suo riflesso nell’arte teatrale e coreutica sovietica”, hanno preso parte al convegno Cesare G. De Michelis, con l’intervento  “La Komissarzevskaja e l’età d’argento” e Mario Caramitti, con  “Gli occhi della Komissarzevskaja: recitazione, magia, mito” e il prof. Rino Caputo, delegato del Rettore alla Cultura.

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Vera Komissarzevskaja in Desdemona e altri ruoli
Fonte: Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini

 Il convegno e la mostra hanno messo in luce diversi punti in contatto fra la Duse e la Komissarzevskaja, che ebbero l’occasione d’incontrarsi, come testimonia l’attrice russa in una lettera, anche se non ebbero modo di parlarsi. Entrambe alle prese con un repertorio molto simile (D’Annunzio, Dumas figlio, Goldoni, Ibsen, Maeterlinck, Shakespeare, Sudermann), cercarono nuove forme espressive anche attraverso una conquistata autonomia lavorativa: la Duse divenne capocomico della Compagnia drammatica della citta di Roma da lei creata nel 1886, e la Komissarzevskaja fu impresaria e direttrice artistica del Teatro Drammatico, fondato da lei a San Pietroburgo nel 1904. Il progetto del Museo virtuale vedra il suo completamente tra circa un anno e nel futuro si arricchirà della collaborazione con l’Università di Nancy, che ha manifestato il desiderio di entrare a far parte del progetto. Tra gli elementi piu innovativi la realizzazione di un social group che metta in evidenza le relazioni sociali tra i protagonisti della scena teatrale dell’epoca e le loro testimonianze, e una mappa interattiva che ripercorrera i luoghi e i teatri in cui la Komissarzevskaja ha recitato durante le sue numerosissime tournée.

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Eleonora Duse, tournee in Russia
Fonte: Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini

Donatella Gavrilovich, studiosa ed esperta di teatro russo nei primi anni del ‘900, è ricercatore in Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Universita di Roma Tor Vergata. Nell’ambito del corso di laurea magistrale, da lei tenuto, in “Nuove Tecnologie digitali per lo studio e la catalogazione dello Spettacolo”, ha creato un laboratorio, in cui sta realizzando in collaborazione con gli studenti e con il prof. Fabio Massimo Zanzotto, Ingegneria dell’Informazione di Tor Vergata, il modello innovativo di database online per la catalogazione dello spettacolo, di cui e ideatrice e che e stato registrato presso la SIAE come idea creativa.

ECLAP, European Collected Library of Artistic Performance, è un progetto europeo di ricerca teorica e applicata destinata allo sviluppo di Europeana, la biblioteca digitale dell’Unione Europea. In particolare Eclap e dedicato alle arti performative e alle loro necessita di gestire i problemi informatici (fra cui la multimedialità), biblioteconomici (anzitutto la metadatazione) e giuridici (in prima istanza il copyright) che attualmente possono ostacolare l’accesso libero ai prodotti artistici tramite Europeana.

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