Notte Europea dei Ricercatori: l’Ateneo partecipa alla Settimana della Scienza

Notte Europea dei Ricercatori: l’Ateneo partecipa alla Settimana della Scienza

Il 25 settembre, un appuntamento da segnare in agenda: torna la Notte Europea dei Ricercatori, organizzata da Frascati Scienza, che concluderà una serie di eventi e manifestazioni che si terranno durante la Settimana della Scienza dal 20 al 25 settembre in tutta Italia e in Europa per avvicinare la scienza e i ricercatori ai cittadini e, in particolare, i più giovani.

L’Università di Roma “Tor Vergata” partecipa con visite guidate, laboratori, mostre, aperitivi scientifici e attività per bambini.

La Notte Europea dei Ricercatori è un’iniziativa che si svolge ogni anno l’ultimo venerdì di settembre. Giunta alla sua decima edizione, la manifestazione è promossa dalla Commissione Europea e coinvolge diverse città e migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. L’obiettivo è di creare occasioni d’incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

L’Università di Roma “Tor Vergata” sarà presente alla Settimana della Scienza con seguenti appuntamenti:

 

  • Lunedi, 21 settembre ore 20, Piazza del Mercato, Frascati

 

Nell’Universo, alla ricerca della Vita – Conoscere la Vita sullaTerra per cercarla altrove e preservare il nostro Pianeta

 

La sfida di trovare un pianeta gemello della Terra, con caratteristiche biologiche simili, non può prescindere da una conoscenza approfondita sull’evoluzione del nostro pianeta per capire come è nata la vita su di esso. Il viaggio alla ricerca di un gemellaggio interplanetare comincia da noi, dalla nostra Terra, dal primo semino di vita che vi ha avuto origine e come si è sviluppato in forme di vita sempre più complesse, per oltrepassare infine i confini, verso altri pianeti, orbite e galassie.

 

  • Mercoledi, 23 settembre dalle ore 16 alle 18, Orto Botanico Tor Vergata in Viale Guido Carli

Hey kids – La nostra storia evolutiva

 

Breve mostra sull’evoluzione umana. Vengono ripercorse le varie tappe dell’ominazione, a partire da circa 6 milioni di anni fa, quando la linea evolutiva degli ominini si è separata da quella degli scimpanzé, fino alla nascita della nostra specie, Homo sapiens.

 

Hey kids – Ecogiocando

 

L’attività ha come scopo quello di far comprendere come attraverso piccoli e semplici gesti quotidiani si può rendere la nostra vita più ecosostenibile ed apportare notevoli vantaggi sia al pianeta sia alla nostra salute. Sarà quindi organizzata una caccia al tesoro attraverso la quale i partecipanti giocando, acquisiranno nozioni di base per un comportamento ed un pensiero più ecosostenibile.

 

  • Mercoledi, 23 settembre dalle ore 10 alle 12, Aula Magna Macroarea di Scienze – Università di Tor Vergata, via della Ricerca Scientifica, 1

 

OpenLab: sbirciando nei laboratori

Visita guidata dai ricercatori della Macroarea di Scienze dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ai laboratori di ricerca dei dipartimenti di Biologia, Fisica, Matematica e Scienze e Tecnologie Chimiche.

 

E per la giornata della “Notte” Europea dei Ricercatori che si terrà venerdì 25 settembre l’appuntamento è con I colori delle alghe, come coltivare micro-alghe in modo sostenibile, per mangiare più sano e tutelare il Pianeta (dalle ore 16 a mezzanotte, SAPERmercato – Piazza del Mercato, Frascati), con lo Studio della paleodieta e sostenibilità nelle popolazioni del passato (dalle ore 16 a mezzanotte, SAPERmercato – Piazza del Mercato, Frascati) alla scoperta di che cosa era sulla tavola degli antichi romani e capire, attraverso lo studio del collagene delle ossa, come sono cambiate le abitudini alimentari dei nostri antenati, e infine, dalle 18 alle 20, l’appuntamento è all’Orto Botanico dell’Ateneo: un centro di ricerca per la sostenibilità che organizza una visita guidata.

La partecipazione dell’Ateneo e dei suoi ricercatori all’iniziativaribadisce l’importanza della ricerca non solo in ambito accademico e conferma la volontà di informare i cittadini sulle attività svolte dai ricercatori e avvicinare i ragazzi al tema della scienza in maniera divertente e partecipativa.

 

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Locandina ufficiale dell’evento

 


 

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Ebola, i successi del MBIL nella lotta al virus

Ebola, i successi del MBIL nella lotta al virus

a cura della Redazione

Dal rapporto sulle attività in Sierra Leone nel contrasto all’infezione da virus Ebola, redatto dalla Cattedra UNESCO di Biotecnologie dell’Università di Roma “Tor Vergata” riportiamo alcuni risultati del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL) contro l’Ebola.

Autori del rapporto il prof. Vittorio Colizzi, professore di Patologia e Immunologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” specialista in malattie infettive, direttore della cattedra UNESCO di Biotecnologia, responsabile del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL), e la dr.ssa Carla Montesano, PhD, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, responsabile del Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL).

Leggi il Diario della attività – Rapporto MBIL

Il Laboratorio di Biologia Molecolare e Immunologia (MBIL) è stato attivato per permettere la riapertura dell’Ospedale Holy Spirit di Makeni, chiuso nell’agosto 2014.
Il MBIL è attrezzato per svolgere in sicurezza la diagnostica molecolare e sierologica di Ebola e di altri virus emergenti e riemergenti (HIV, Epatite B e C). L’Attività di diagnostica molecolare (PCR) è ormai di routine, eseguita stto il controllo di almeno un esperto italiano o camerunese, e quella di diagnostica immunologica si basa sulla ricerca di anticorpi anti-Ebola col metodo Elisa (Kit commerciale per IgG e IgM) nel siero di pazienti o di soggetti ad alto rischio d’infezione.

Le attività, tutt’ora seguite dall’Ufficio di Cooperazione italiana a Freetown, rientrano nell’ambito di specifici progetti volti a contrastare l’epidemia di virus 2014-2015.  Di particolare rilevanza sono stati  i progetti,  finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana (Caritas) e dal Ministero degli Esteri e dalla Cooperazione Internazionale (fondi Emergenza), a cui hanno collaborato numerose organizzazioni non governative, prime fra tutte l’ordine religioso dei Camilliani con la sua specifica Camillian Task Force, la Società Geografica Italiana con il Centro Relazioni con l’Africa, le ONG Dokita ed Engim, la Fondazione Nando Peretti, il Gruppo Europeo di Biotecnologia del Parco Scientifico di Tor Vergata (Eurobiopark). A molte di queste attività ha contribuito anche l’Università di Dschang (Camerun) fornendo due unità di personale scientifico nell’ambito della collaborazione Nord-Sud-Sud.

Il Governo della Sierra Leone (Presidenza della Repubblica, Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero della Sanità, Università della Sierra Leone, l’ONG sierraleonese PaRD), e la Diocesi di Makeni (cui afferisce sia l’Ospedale Holy Spirit e sia l’Università di Makeni), con l’attuale Vescovo Padre Natalio Paganelli, hanno contribuito in maniera essenziale allo svolgimento delle attività illustrate nel Resoconto delle attività svolte in Sierra Leone. Senza il loro apporto motivazionale, organizzativo, e personale, queste attività non sarebbero mai state possibili.

 

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La dr.ssa Carla Montesano (ricercatrice a Biologia Università “Tor Vergata”) con il Presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, che visita il Laboratorio

 

Oltre alle attività diagnostiche sono state svolte attività formative e di training, per studenti di ospedali pubblici e privati di Makeni, e per quelli della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Makeni e  di“Capacity Building” (con cicli di lezioni sull’approccio e la sensibilizzazione), e attività di trasferimento tecnologico e di ricerca, con l’istituzione della Makeni Biotech and Biomedical Research Platform (MBBRP), una piattaforma tecnologica che diverrà il punto di riferimento per le infezioni emergenti del Paese

Alcune attività hanno visto il supporto del Ministero della Sanità della Sierra Leone, per il potenziamento di una struttura centrale di formazione di laboratorio presso l’Ospedale Cannought (Facoltà di Medicina) di Freetown, l’ammodernamento delle strutture periferiche sanitarie, la progettazione dell’Unità di Neonatologia dell’HSH per il contrasto alla mortalità infantile nel periodo post-Ebola.

Le attività svolte in Sierra Leone nel periodo di emergenza dell’epidemia di virus Ebola hanno rappresentato un’ottima esperienza per validare sul campo la costituzione di processi di reti e di processi in grado di articolare un sistema di qualità altamente sostenibile. In particolare, nell’aerea di Makeni, sono state svolte le seguenti attività :

  • Collaborazione inter-istituzionale pubblico-privato in condizioni di emergenza;
  • Integrazione Nord (Italia, Gran Bretagna)-Sud (Camerun)-Sud (Sierra Leone);
  • Trasferimento tecnologico da infezioni conosciute (HIV, HBC) a quelle meno studiate (Ebola);
  • Interdisciplinarietà di competenze (epidemiologi, biologi, infettivologi, psicologi, amministratori;
  • Educazione e formazione dei formatori locali (Associazione dei sopravvissuti);
  • Aspetti bioetici legati alle fasi di emergenza (autorizzazione, consenso informato a popolazioni con alti livelli di analfabetismo, etc.);
  • Sostenibilità della ricerca scientifica e dell’assistenza sanitaria di qualità in Africa dopo interventi internazionali di emergenza.

 

“Consolidate the Foundations”, 1 milione per le nuove idee

“Consolidate the Foundations”, 1 milione per le nuove idee

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” stanzia 1 milione di Euro per Consolidate the Foundations (Consolidare le fondamenta), progetto che ha l’obiettivo di sostenere la ricerca di base finalizzata a sviluppare idee con elevato contenuto scientifico e tecnologico, selezionando le proposte sulla base dell’eccellenza scientifica e della forza innovativa del progetto.

«Un passo importante per continuare, con determinazione, il percorso avviato lo scorso anno con il bando “Uncovering Excellence“ (Scovare l’eccellenza) – sottolinea il rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Giuseppe Novelli – Un percorso per la nostra ricerca, per la ricerca italiana che ci faccia guardare al futuro, verso nuovi traguardi, sempre puntando alla valorizzazione dei migliori».

Consolidate the Foundations è rivolto ai ricercatori dell’Ateneo “Tor Vergata”, e consentirà di investire sulle idee con elevato contenuto scientifico e tecnologico, selezionando i progetti sulla base dell’eccellenza scientifica e della forza innovativa dell’idea, rafforzando le basi scientifiche dei ricercatori, anche in vista di un più efficace sviluppo di progetti nell’ambito della terza missione e di una più attiva partecipazione alle opportunità che si aprono a livello internazionale.

«Anche se i suoi risultati possono avere ricadute applicative inaspettate, la ricerca di base rappresenta il pilastro su cui si fonda l’avanzamento della conoscenza, uno degli obiettivi strategici dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”», conclude il Rettore.

«Con il bando “Consolidate the Foundations” – dichiara la prof.ssa Silivia Licoccia, delegato alla ricerca di Ateneo – “Tor Vergata” scommette ancora una volta su una variabile chiave che può fare la differenza tra la ricerca di base e quella applicata: il tempo, che rappresenta la vera discriminante per verificare la “distanza” tra l’idea (o la dimostrazione della teoria) e la sua applicazione. La ricerca fondamentale dà risposta alla domanda su come “funziona” un qualcosa, ma utilizza le tecnologie che derivano dalla ricerca applicata, tecnologie che sono spesso il frutto a lungo termine di una ricerca di base. I due tipi di ricerca – conclude la Licoccia – sono dunque complementari: favorire una rispetto all’altra è come fare economie sulle fondamenta di un edificio per costruire un numero maggiore di piani. L’intero edificio è destinato a crollare. È, ancora una volta, solo una questione di tempo».

A proporre i progetti da finanziare potranno essere gli stessi ricercatori, anche a tempo determinato. Un processo di peer review selezionerà le proposte sulla base dell’eccellenza scientifica e della forza innovativa. I finanziamenti saranno assegnati unicamente sulla base del merito: i progetti saranno infatti valutati esclusivamente da revisori esterni all’Ateneo, come per l’edizione 2014 del bando di ricerca di Ateneo.

Le richieste di finanziamento devono essere presentate entro le ore 24.00 del 23 settembre 2015, utilizzando esclusivamente la procedura informatizzata disponibile al seguente indirizzo: http://consolidatethefoundations.uniroma2.it

 

GreenitApp, l’applicazione per la “sostenibilità” degli studenti

GreenitApp, l’applicazione per la “sostenibilità” degli studenti

 

GreenItApp, the app that measures the energy habits of students – Read the interview in English

di Pamela Pergolini

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Gianluca Mauro

GreenItApp è nata sul tavolo della mensa dell’Università di Gent (Belgio). Sono arrivato a Gent comestudente Erasmus ed ero alla ricerca di un corso per completare il mio piano di studi. Un pomeriggio trovai sul sito dell’università un corso chiamato “dare to start”, “osa a iniziare” la traduzione letterale dall’inglese, offerto dall’università di Gent e svolto in partnership con l’incubatore fiammingo iMinds grazie alla piattaforma Launchpad Central. Ho visto che la lezione si stava svolgendo proprio in quel momento e decisi di prendere la bici ed andare a parlare col professore. Il corso richiedeva di formare dei gruppi che durante il semestre avrebbero lavorato al processo di validazione di una loro propria business idea, basandosi sul metodo “lean startup”. Il professore mi suggerì di entrare nel gruppo di uno studenteo rumeno, Andrei Constantin Neag, che aveva appena iniziato a lavorare a un’ idea di un ragazzo belga. Il giorno prima della presentazione dei progetti, la settimana successiva, il ragazzo belga decide di lasciare il corso, per cui ci ritrovammo a mensa io e Andrei, senza alcun idea su cui lavorare. Gli proposi allora il mio progetto  di monitorare le abitudini energetiche delle persone, e Andrei, ingegnere delle telecomunicazioni, intravide la fattibilità tecnologica.

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Andrei Constantin Neag

I primi feedback furono negativi, finché casualmente non parlammo con il proprietario della casa dello studente in cui vive Andrei, un piccolo studentato di 17 stanze, il quale si appassionò immediatamente all’idea. Capimmo subito che avevamo identificato una buona opportunità di mercato, così andammo a bussare alle porte dei più grandi studentati del Belgio ottenendo sempre reazioni molto positive, confermando che GreenItApp aveva imboccato la strada giusta!

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di “imprenditoria studentesca”. Erasmus ha attivato un programma specifico “Erasmus for young entrepreuners” per avviare uno scambio e una collaborazione tra giovani imprenditori. Ma come si diventa studenti imprenditori?

A mio avviso la conditio sine qua non per diventare uno studente imprenditore è avere fiducia nelle proprie idee. Prima di fare questa esperienza avevo lo stesso problema che vedo in numerosi miei colleghi: la sensazione che il successo sia dovuto ad un caso fortuito che capita solo a Mark Zuckerberg ma non proprio a “noi”. La realtà è che dietro il successo di un’idea esistono metodologie concrete, sistematiche e ripetibili. Se si ha fiducia nella propria idea, tutto quel che serve è tanto studio, tanta motivazione e tanto lavoro. La fortuna gioca quindi un ruolo secondario rispetto alla vera e propria esecuzione della business idea. Avere fiducia nelle proprie idee porta a mettere in campo le proprie risorse al 100% per applicare tali metodologie e trasformare la propria idea in un prodotto.

Nell’era della società della conoscenza fondamentale è il ruolo delle università, che oltre a dare una formazione agli studenti dovrebbe metterli in grado di avere quella fiducia necessaria a sostenere e perseguire le proprie idee, e dar loro la consapevolezza delle capacità acquisite, oltre a fornire gli strumenti per trasformare idee in prodotti. Bisogna uscire dalla mentalità che gli studenti siano dei semplici “libri parlanti”, assimilatori di nozioni e poco più, e che oltre a risolvere equazioni, possiamo anche risolvere problemi, se messi nelle condizioni di farlo. Gli studenti italiani sono spesso i più preparati dal punto di vista della formazione  ma nelle Università italiane è ancora poco diffusa la consapevolezza di dover fornire a tutti gli studenti l’opportunità di diventare uno studente imprenditore e cimentarsi nella realizzazione di un’idea  con il supporto dell’ateneo nel quale ha studiato.

 
Tra quanto sarà sul mercato GreenItApp? E come funziona?

GreenItApp sarà presente all’inizio del prossimo anno accademico negli studentati del Belgio, Olanda, e Lussemburgo. Durante l’anno, una volta perfezionate le funzioni in questi Paesi che saranno il nostro mercato pilota, ci rivolgeremo al Nord Europa e successivamente studieremo le modifiche per adattarlo alle esigenze dei paesi più caldi come l’Italia.  Lo scopo di GreenItApp è di coinvolgere gli studenti nel risparmio energetico, sensibilizzandoli e insegnando loro abitudini più efficienti e rispettose dell’ambiente. Siamo partiti dal riscaldamento e abbiamo sviluppato dei sensori grazie al quale possiamo monitorare le abitudini degli studenti in questo ambito  in maniera non invasiva, senza modificare nulla. Quando rileviamo un comportamento che implica uno spreco, inviamo una notifica sullo smartphone dello studente indicando un’azione correttiva con la quale può risparmiare energia. Se lo studente segue il suggerimento, guadagna dei punti proporzionali all’energia risparmiata. Questi punti saranno poi convertibili in premi come birra gratis, biglietti del cinema, sconti per fare la spesa, un po’ come con le carte fedeltà del supermercato.

L’idea alla base è che per salvaguardare l’ambiente occorre partire dal migliorare i comportamenti di una persona più che dagli impianti o la struttura di un edificio. E in questo modo gli studentati possono abbattere ulteriormente le loro spese, in quanto è un servizio che si aggiunge agli investimenti già fatti sull’edificio. Per fare un esempio, se uno studentato si dota di finestre a doppio vetro molto performanti e con alto potere isolante, ma lo studente le tiene aperte con il riscaldamento acceso perché magari vuole fumare in stanza, qual è la loro utilità? Nulla! Al momento abbiamo lanciato una campagna sul nostro sito www.greenitapp.com dove gli studenti possono supportarci semplicemente inserendo il proprio indirizzo email per essere aggiornati sugli sviluppi. Per essere fedeli alla nostra filosofia di ricompensare chi fa qualcosa di positivo per l’ambiente, offriamo anche 100€ di voucher RyanAir a uno studente fortunato che si iscriverà al sito. Potete seguire Greenitapp anche su twitter @greenit_app e facebook.

 

 

Novelli: “la genetica protagonista della più grande rivoluzione in campo medico”

Novelli: “la genetica protagonista della più grande rivoluzione in campo medico”

di  Sandro Lomonaco*

* ha collaborato Leonardo Vacca

Il 13 maggio, presso l’Aula Moscati della Macroarea di Lettere e Filosofia, nell’ambito del ciclo di seminari InterDisciplinas “Medicina Antica e Nuova”, organizzati dal Centro studi di Antichità Matematica Filosofia ” Forme del Sapere nel Mondo Antico” in collaborazione con la Scuola Superiore di Studi in Filosofia, il prof. Giuseppe Novelli, genetista e Rettore dell’Università Roma “Tor Vergata”, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo «Genetica e Natura dell’uomo».

Dopo il saluto della coordinatrice della Scuola Superiore di Studi in Filosofia, prof.ssa Gianna Gigliotti, ha introdotto i lavori il prof. Lorenzo Perilli, coordinatore del Centro di Studi Forme del Sapere nel Mondo Antico, che ha fornito spunti di riflessione interessanti partendo da una ricostruzione storica della medicina e della metodologia medica. Concludendo la sua introduzione Perilli ha affermato che la «genetica può essere utile per chiarirsi ulteriormente le idee sulla medicina, purché non si crei, attorno a questa, una nuova ideologia». Il rischio, secondo il filosofo, è che la medicina, che tanto ha contribuito a superare le superstizioni del mondo antico, possa oggi essere ideologizzata e possa, proprio attraverso il suo enorme sviluppo e potenziale, dar vita a nuove forme ideologiche dannose per l’uomo.

Subito dopo l’intervento del prof. Perilli, è stata la volta del prof. Novelli. Il rettore è intervenuto nelle vesti di ricercatore e genetista, e citando il prof. Dallapiccola ha affermato che «negli ultimi quindici anni c’è stato uno tsunami nella medicina: la genetica, responsabile di aver “azzerato” duemila anni di idee e concezioni». E se «creare una vita è impossibile perché è una cosa troppo complicata» Novelli sostiene che attraverso la genetica «la vita, forse, possiamo capirla».

Parlando delle sue ricerche, Novelli si è così soffermato sulla complessità, e al tempo stesso sulla ricchezza delle informazioni contenute nel  nostro DNA. Rispetto al passato, infatti, non solo si è arrivati ad una lettura del codice del DNA sempre più rapida, ma si sono ridotti i costi per analizzare la molecola.

Novelli ha  puntato molto l’attenzione sull’evoluzione della genetica e della medicina stessa: è grazie agli sviluppi della scienza che possiamo conoscere una grande quantità di informazioni sul DNA, tanto da poter affermare che «non esiste un DNA alterato e uno normale così come non esiste un DNA perfetto».

novelli500Il genetista ha affrontato quindi l’argomento della «medicina di precisione», che permette, ogni anno, di scovare tutte le grandi mutazioni che colpiscono il DNA umano e tutte le conseguenze di queste mutazioni. Oggi, la medicina è nel pieno della sua «terza rivoluzione», che ha permesso alla scienza di scoprire come il DNA umano in realtà provenga da una serie di specie diverse: insetti, animali, batteri e che solo una piccola parte, inferiore al 2%, proviene dall’uomo di Neanderthal.

Il professore ha poi fornito degli esempi sull’evoluzione della medicina grazie alla genetica e ai risultati della ricerca di “Tor Vergata”: solo negli ultimi anni, grazie alla genetica, si è potuta ricostruire la vita anche personale e fino ad allora sconosciuta di un uomo partendo da un frammento di DNA, come nel caso di cronaca legato all’omicidio di Yara Gambirasio e del presunto killer Bossetti; si è potuto intervenire sull’efficacia di un farmaco e sull’ipersensibilità provocata dalla somministrazione dei farmaci stessi.

Novelli si è  soffermato su alcuni recenti casi di cronaca legati alla medicina e alla genetica, come quello dell’attrice Angelina Jolie. È qui che Novelli ha affermato che «la medicina di precisione porterà ai non pazienti». Il professore ha infatti affermato che ogni malattia ha una base biologica, nel DNA c’è traccia di informazioni su ogni tipo di malattia. Ed è per questo che nei casi come quello della Jolie, o di persone nella medesima situazione, la genetica può essere utile, proprio perché il rischio clinico è reale ed elevato.

È grazie alla ricerca, ha continuato il rettore, che sono state fatte sensazionali scoperte sulla psoriasi (e anche in questo ambito “Tor Vergata” ha fornito il suo eccellente contributo) o sulle dermatiti in generale, proprio perché non si può prescindere dall’analisi dei differenti genomi affiancata da un’analisi delle differenti popolazioni e dei differenti ambienti in cui vivono. «Noi siamo degli OGM – ha affermato il prof. Novelli – e la ricerca ha dimostrato che in noi vivono batteri quantificati in un kilo e mezzo di peso, ognuno con il proprio DNA, ognuno imprescindibile per comprendere appieno la vita stessa dell’uomo».

Il professore si è poi avviato alla conclusione del suo intervento, affrontando il delicato problema della genetica e dell’etica: ha fornito un esempio in cui la scienza parte da una verità, ovvero che una coppia su sei non può avere figli. La genetica risponde con delle soluzioni che, negli ultimi anni, hanno portato allo sviluppo di tecniche di laboratorio legate alla nascita dei figli in provetta. Tanti i problemi di natura etica che questo ha comportato, come genitori che vogliono a priori determinare le caratteristiche del nascituro. Ma è qui che la genetica interviene: «bisogna far capire che non esiste un bambino perfetto così come non esiste un DNA perfetto». Tornando all’esempio della «medicina di precisione», Novelli ha parlato della grave malattia della fibrosi cistica e del farmaco, il Kalydeco, l’unico attualmente in commercio che tenta di controllare la malattia stessa: la cura completa ha un costo che si aggira intorno agli 800mila euro ma non tutti i malati rispondono al farmaco. La genetica è in grado di analizzare il DNA del feto e scoprire non solo se una volta nato il bambino sarà affetto dalla malattia e il tipo di fibrosi cistica che contrarrà, ma anche se sarà in grado di rispondere al farmaco.  Ma così facendo, ha aggiunto il genetista, si oscilla tra l’accettazione dell’esito delle analisi e l’eventualità di una interruzione della gravidanza decise dai genitori.

Novelli, infine, ha citato l’esempio degli agricoltori etiopi affetti da podoconiosi: la genetica ha scoperto che alcuni pazienti erano predisposti ad ammalarsi di questa malattia che colpiva i piedi di un agricoltore su venti. Ma si è anche scoperto che la malattia veniva contratta quando il piede nudo dell’agricoltore geneticamente predisposto entrava in contatto con i terreni argillosi: la genetica, sostiene Novelli, è intervenuta per curare gli agricoltori etiopi, ma la prevenzione, in questo caso specifico, sarebbe bastata facendo indossare sandali o stivali a protezione del piede, consentendo di risparmiare soldi e risparmiare l’intervento degli scienziati.

Il rettore ha risposto ad alcune domande dei presenti, affermando inoltre che «un test genetico deve essere valido e soprattutto deve avere una sua utilità» e che la genetica deve sempre confrontarsi con il rischio di esagerazioni sull’applicazione e sulla metodologia medica. Ma è indubbio che grazie all’evoluzione della scienza genetica oggi si può intervenire preventivamente andando a modificare poche lettere del codice genetico per evitare al nascituro possibili malformazioni. Non si può avere paura di perdere il controllo, perché ogni scoperta porta sempre con sé una cospicua dose di innovazione e una buona dose di rischi «è come se invento la ruota, poi invento la macchina e poi ho paura di investire qualcuno» ha chiosato Novelli. In questi casi, per il professore, non esiste problema etico, se la genetica aiuta a curare preventivamente malattie dei nascituri o aiuta a ridurre i rischi di contrarre malattie serie nell’età adulta, come il caso della Jolie dimostra.

 

 

Vera Komissarževskaja, un museo virtuaLe sull’attrice russa

Vera Komissarževskaja, un museo virtuaLe sull’attrice russa

PRESENTAZIONE DEL MUSEO VITUALE “Vera Komissarzevskaja”- GUARDA IL VIDEO

di Pamela Pergolini

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Donatella Gavrilovich, Storia del Teatro e dello Spettacolo, Universita di Roma Tor Vergata

Che cosa succede se in ambito teatrale la catalogazione di tipo scientifico incontra il graphic – design in 2D? Nasce un museo virtuale e la collaborazione tra due universita, quella tra l’Ateneo Roma “Tor Vergata” e l’Universita Statale ITMO di San Pietroburgo. E fin qui tutto abbastanza normale per chi fa ricerca e si occupa di didattica. La peculiarita è che questo museo è dedicato a Vera Komissarzevskaja (1864 –1910), popolarissima attrice russa, quasi sconosciuta in Italia, e che questo lavoro si inserisce nel campo della catalogazione dello spettacolo, settore piuttosto nuovo in Italia e alla ricerca di linee di condotta comuni.

Artem Smolin, Head of Engineering and Computer Graphics Chair, ITMO University

Il progetto di collaborazione tra l’Ateneo italiano e quello russo nasce dall’incontro tra Nikolaj Borisov, Preside della Facolta di Master Aziendale,Direttore del Centro per il Design e Multimedia ITMO dell’Universita Statale di San Pietroburgo e Donatella Gavrilovich, ricercatore in Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei Beni culturali e del Territorio, dell’ Università di Roma “Tor Vergata”, nell’ambito del 2nd International ECLAP Conference, nell’aprile 2013.

In tale occasione la Gavrilovich, expert per il progetto europeo ECLAP, European Collected Library of Artistic Performance, ha presentato il contributo How to Catalogue the Cultural Heritage “Spectacle” [Springer, Berlin 2013] suscitando l’interesse del collega russo, impegnato proprio in quel momento a soprintendere il team universitario che stava ricostruendo in 3D la storica messinscena Maskarad di Lermontov, allestita dal regista V. Mejerchol’d nel 1917 al Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo. Nacque subito la proposta di avviare un progetto di collaborazione sulle nuove tecnologie dell’informazione applicate al bene culturale “spettacolo”.

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Il bando Doppie Cattedre

Nell’aprile del 2014, in seguito all’accordo tra i due Atenei che prevedeva non solo un’interazione scientifica ma anche didattica con possibilità di scambio tra docenti e studenti, Donatella Gavrilovich e Artem Smolin, Engineering and Computer Graphics (ITMO University) hanno presentato il progetto per la realizzazione del museo virtuale, dedicato all’attrice russa e la catalogazione della prima rappresentazione de Il gabbiano di A. Cechov, avvenuta il 17 ottobre 1896l, nella quale Vera Komissarzevskaja fu la prima celebre interprete di Nina. Il progetto congiunto è stato, in parte, finanziato dall’ Universita di Roma “Tor Vergata” in seguito alla selezione nell’ambito della bando Doppie Cattedre  a.a. 2014-2015.

 La popolarità della Komissarzevskaja non è dovuta soltanto alla sua attività di attrice e all’aver sperimentato nuove forme di teatro ma anche al suo impegno nel sociale, al suo essersi schierata apertamente contro la censura zarista e nell’aver dato il suo supporto alle vittime dei pogrom contro gli ebrei e della fallita rivoluzione del 1905. L’attrice morì di vaiolo, a 45 anni, e durante il viaggio di rientro della salma a San Pietroburgo da Taskent, capitale dell’Uzbekistan, un viaggio che durò 9 giorni e durante il quale le stazioni ferroviarie furono stracolme di gente che voleva dare il suo ultimo saluto alla Giovanna d’Arco della scena russa.

IMG_2138Un Convegno e una Mostra

Il progetto, in occasione del 150° anniversario della nascita dell’attrice russa Vera Fedorovna Komissarzevskaja, ha dato vita al convegno internazionale “Vera Komissarzevskja incontra Eleonora Duse – La Giovanna d’Arco della scena russa e la Divina del teatro italiano” e ad una mostra, inaugurata il 4 marzo, nella Biblioteca della Manica Lunga presso la Fondazione Giorgio Cini, realizzati in collaborazione con il  Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e l’Universita degli Studi “Ca Foscari” di Venezia. La mostra propone materiale fotografico e documentario sulle due attrici e sarà possibile visitarla fino al prossimo 15 maggio.

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Maria Ida Biggi, direttrice del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini e il prof. Rino Caputo, Delegato del Rettore alla Cultura, Universita di Roma Tor Vergata

 Il Convegno, che si è tenuto il 4 e il 5 marzo presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia, e la mostra sono stati ideati e organizzati da Donatella Gavrilovich e da Maria Ida Biggi, docente di Storia della Scenografia e Iconografia Teatrale dell’Universita “Ca’ Foscari” di Venezia e direttrice del Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini. A entrambe gli eventi hanno collaborato la Fondazione Giorgio Cini, l’Università Roma “Tor Vergata”, l’Università Statale ITMO di San Pietroburgo, il CSAR (Centro Studi sulle arti della Russia) dell’ Università Ca’ Foscari, il Museo Statale di Teatro e Musica di San Pietroburgo, il Museo Statale Teatrale Centrale “A. A. Bachrusin” di Mosca e la Casa Editrice Universitalia.

Per l’Università Roma “Tor Vergata”, oltre a Donatella Gavrilovich con il suo intervento dal titolo “La Luce di Vera Komissarzevskaja e Vasilij Kandiskij. Il suo riflesso nell’arte teatrale e coreutica sovietica”, hanno preso parte al convegno Cesare G. De Michelis, con l’intervento  “La Komissarzevskaja e l’età d’argento” e Mario Caramitti, con  “Gli occhi della Komissarzevskaja: recitazione, magia, mito” e il prof. Rino Caputo, delegato del Rettore alla Cultura.

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Vera Komissarzevskaja in Desdemona e altri ruoli
Fonte: Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini

 Il convegno e la mostra hanno messo in luce diversi punti in contatto fra la Duse e la Komissarzevskaja, che ebbero l’occasione d’incontrarsi, come testimonia l’attrice russa in una lettera, anche se non ebbero modo di parlarsi. Entrambe alle prese con un repertorio molto simile (D’Annunzio, Dumas figlio, Goldoni, Ibsen, Maeterlinck, Shakespeare, Sudermann), cercarono nuove forme espressive anche attraverso una conquistata autonomia lavorativa: la Duse divenne capocomico della Compagnia drammatica della citta di Roma da lei creata nel 1886, e la Komissarzevskaja fu impresaria e direttrice artistica del Teatro Drammatico, fondato da lei a San Pietroburgo nel 1904. Il progetto del Museo virtuale vedra il suo completamente tra circa un anno e nel futuro si arricchirà della collaborazione con l’Università di Nancy, che ha manifestato il desiderio di entrare a far parte del progetto. Tra gli elementi piu innovativi la realizzazione di un social group che metta in evidenza le relazioni sociali tra i protagonisti della scena teatrale dell’epoca e le loro testimonianze, e una mappa interattiva che ripercorrera i luoghi e i teatri in cui la Komissarzevskaja ha recitato durante le sue numerosissime tournée.

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Eleonora Duse, tournee in Russia
Fonte: Centro Studi per la Ricerca Documentale sul Teatro e il Melodramma Europeo della Fondazione Giorgio Cini

Donatella Gavrilovich, studiosa ed esperta di teatro russo nei primi anni del ‘900, è ricercatore in Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Universita di Roma Tor Vergata. Nell’ambito del corso di laurea magistrale, da lei tenuto, in “Nuove Tecnologie digitali per lo studio e la catalogazione dello Spettacolo”, ha creato un laboratorio, in cui sta realizzando in collaborazione con gli studenti e con il prof. Fabio Massimo Zanzotto, Ingegneria dell’Informazione di Tor Vergata, il modello innovativo di database online per la catalogazione dello spettacolo, di cui e ideatrice e che e stato registrato presso la SIAE come idea creativa.

ECLAP, European Collected Library of Artistic Performance, è un progetto europeo di ricerca teorica e applicata destinata allo sviluppo di Europeana, la biblioteca digitale dell’Unione Europea. In particolare Eclap e dedicato alle arti performative e alle loro necessita di gestire i problemi informatici (fra cui la multimedialità), biblioteconomici (anzitutto la metadatazione) e giuridici (in prima istanza il copyright) che attualmente possono ostacolare l’accesso libero ai prodotti artistici tramite Europeana.

Link al progetto ECLAP


 

 

Forum Università – Lavoro, talenti da scovare per innovare e uscire dalla crisi

Forum Università – Lavoro, talenti da scovare per innovare e uscire dalla crisi

 di Pamela Pergolini *

Si è svolta martedì 14 aprile la XXIII edizione del Forum Università-Lavoro organizzato dall’A.L.I.T.U.R. – Associazione dei Laureati in Ingegneria di Tor Vergata Università di Roma – con la presenza di 32 aziende e con l’arrivo di più di 3.000 visitatori da ogni parte d’Italia.
Soddisfazione da parte degli organizzatori, laureandi e laureati in Ingegneria di Tor Vergata, anche per la presenza del Rettore Giuseppe Novelli al consueto appuntamento annuale che mette in contatto le aziende con gli studenti.CCi9EvGW0AAJJcK.jpg large

Il Rettore in occasione del Forum ha dato l’avvio alla  campagna del 5×1000 all’Università di Tor Vergata, quest’anno dedicata a “Giovani, Lavoro, Ricerca” con l’obiettivo di “far muovere il futuro” non solo degli studenti e dell’Università di Tor Vergata ma “di tutti noi”, scopo condiviso da A.L.I.T.U.R. e dal Forum Università-Lavoro. «Iniziative come queste – ha dichiarato Novelli – permettono di unire le imprese, il territorio, le diverse realtà produttive con l’Università, sede di formazione dei talenti che – ha aggiunto il Rettore – le imprese devono scovare perché il Paese ha bisogno dei talenti che ci fanno fare innovazione e uscire dalla crisi».

Anche quest’anno il Forum ha permesso a tutti gli studenti interessati di lasciare il proprio curriculum, di partecipare a conferenze e poter sostenere dei colloqui “dal vivo” con le aziende presenti.foto 4
In questo modo le aziende hanno potuto farsi conoscere e al tempo stesso hanno potuto stabilire contatti con gli studenti, soddisfatti e al tempo stesso speranzosi che il proprio percorso di studi e i risultati raggiunti possano costituire un punto di partenza per una stimolante esperienza lavorativa.

A.L.I.T.U.R. quest’anno ha istituito dei premi ad estrazione per gli studenti che partecipavano e condividevano sui social l’evento. L’Associazione dei Laureati in Ingegneria di Tor Vergata Università di Roma, inoltre, durante l’anno organizza  seminari e letture, con incontri tra professionisti, docenti e studenti; corsi di formazione per studenti che hanno l’interesse e il desiderio di rafforzare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze; un servizio Placement che offre agli studenti, ai laureandi e ai laureati, la possibilità di essere individuati dalle aziende; il progetto  VelAlitur, in collaborazione con Velamareclub, allo scopo di far vivere lo spirito del lavoro in team attraverso l’esperienza  unica di un’escursione in barca a vela.

*con la collaborazione di Leonardo Vacca

 


Guarda il video dell’evento su Torvergata.TV

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Scovare l’eccellenza: i progetti di ricerca vincitori del bando da 500mila euro

Scovare l’eccellenza: i progetti di ricerca vincitori del bando da 500mila euro

di Pamela Pergolini 

Il processo di valutazione dei progetti presentati per “Uncovering Excellence”, giunto a conclusione, ha selezionato 24 progetti, sui 98 presentati nei diversi settori di ricerca (37 nell’area Life Sciences (LS), 31 in Physics and Engineering (PE), 30 nell’area Social Sciences and Humanities (SH), a cui sono andati, in totale, 500.000 euro (200.000 € per LS, 180.000 € per PE e 120.000 € per SH). I settori di ricerca sono stati definiti sulla base dei settori individuati già dall’ ERC (European Research Council).

Per la prima volta l’assegnazione dei finanziamenti per la ricerca scientifica di Ateneo è avvenuta tramite un rinnovato processo di revisione e valutazione esterna dei progetti da parte di un comitato di esperti selezionati dall’ANVUR in modo da garantire imparzialità e obiettività.

I progetti vincitori, caratterizzati da un contenuto fortemente innovativo e accomunati da “rilevante interesse locale, nazionale o internazionale”, sono così divisi: 9 nel settore Life Sciences; 8 nel settore Physics and Engineering e 7 nel settore Social Sciences and Humanities.

La novità del bando è che i progetti dovevano essere proposti da almeno tre ricercatori e che il responsabile amministrativo è sempre un ricercatore, che avrà il compito di gestire il budget.

Tra i progetti che hanno ottenuto il massimo della valutazione segnaliamo: per il settore Life Sciences, il progetto ProFi (Alessandra Filabozzi, Velia Minicozzi, Marco Sette“The good and the bad of protein fibrillation” e il progetto LPHC ( Katia Aquilano, Sabrina Di Bartolomeo, Stefano Rizza) “Low-protein, high-carbohydrate (LPHC) diet ad strategy toprevent metabolic diseases”; per il settore Physics and Engineering invece i progetti LIBETOV (Roberto Frezzotti, Maria Giulia De Divitiis, Nazzario Tantalo) “Leading Isospin Breaking effects from Lattice QCD+QED: pushing numerical computations to the physical pion point”, NDDrugCell (Silvia Orlanducci, Ivano Condò, Fabio De Matteis) “Nanodiamond: a bright shuttle for molecules in the cell space”, RBF4ARTIST (Marco Evangelos Biancolini, Luciano Cantone, Pierpaolo Valentini, Francesco Vivio) “Interactive sculpting with force feed back for engineering purposes” e DEXTEROUS (Ugo Locatelli, Francesca Pelosi, Giuseppe Pucacco, Hendrik Gerard Speelers) “Dynamics of EXTrasolarplanEtaRy systems with and withOUtjetS: new theoretical and computational challenges”; nel settore  Social Sciences and Humanities ad ottenere il punteggio più alto è stato il progetto Thermae18 (responsabile Giulia Rocco, Marcella Pisani, Alessandro Travaglini) “Thermal Heritage: an Excavation near Rome with a Multimedial Approach and global data Evaluation”.

(Ha collaborato Leonardo Vacca)

L’elenco completo dei progetti vincitori del bando “UncoveringExcellence”