HIV e altre malattie infettive: l’ERC finanzia lo sviluppo di nanomacchine per diagnosi rapida

di Pamela Pergolini

pocricciL’ European Research Council finanzia il progetto del prof. Francesco Ricci di Roma “Tor Vergata” per lo sviluppo commerciale della ricerca sulle nanomacchine per la diagnosi rapida e a basso costo dell’HIV e altre malattie infettive.  Il nuovo sistema di misura denominato Ab-switch per il rilevamento di anticorpi diagnostici per HIV e altre malattie infettive è basato sull’utilizzo di nanomacchine costruite con DNA sintetico in grado di riconoscere e legare in maniera specifica un anticorpo target e di dare un segnale ottico in seguito all’avvenuto legame.

Francesco Ricci, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università di Roma “Tor Vergata”

Francesco Ricci, Università Roma "Tor Vergata"
Francesco Ricci, Università Roma “Tor Vergata”

è fra i tre italiani ad aver vinto il Proof of Concept  Grant – bando 2016. Ricci ha ricevuto dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) un finanziamento di 150.000 euro, nell’ambito del programma ERC Proof-of-Concept, per il progetto “Evaluation of commercial potential of a low-cost kit based on DNA-nanoswitches for the single-step measurement of diagnostic antibodies”.

 

Il Proof of Concept  (PoC) è riservato ai ricercatori già vincitori di un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca ed è dedicato allo sviluppo commerciale delle  ricerche scientifiche più innovative portate avanti durante un progetto ERC.

«Il nostro approccio presenta diversi vantaggi rispetto ai metodi per la misura di anticorpi attualmente in commercio – commenta Francesco Ricci -. Il sensore sviluppato non ha infatti bisogno di alcun reagente aggiuntivo e questo rende la misura dell’anticorpo target particolarmente semplice. Inoltre, si ottiene una risposta in meno di 5 minuti e il nanoswitch funziona particolarmente bene anche in campioni complessi quali il siero».

Francesco Ricci nel 2013 aveva già ottenuto dall’ERC il finanziamento Starting Grant (pari a 1.45 milioni di euro) con il progetto “Nature Nanodevices”, nanomacchine per la diagnosi del tumore e l’individuazione di una terapia mirata.

«Questo nuovo finanziamento ci permetterà di migliorare ulteriormente il nostro sistema, ad esempio facendo in modo che il segnale generato dall’anticorpo possa essere letto da uno smartphone e utilizzato da tutti anche a casa – continua il prof. Ricci -. Stiamo lavorando a quest’idea e vorremmo iniziare presto a coinvolgere aziende specializzate in kit diagnostici».

Maggiori info sul sito web del laboratorio

Materiali nello Spazio, ricercatori italiani e internazionali a confronto

Il workshop internazionale “Materials in the space environment”, presso la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha visto la partecipazione di ricercatori della NASA, dell’ESA, di centri di ricerca italiani, delle Università e di industrie aerospaziali operanti sul territorio nazionale.

Un confronto sul tema dei materiali avanzati per l’aerospazio, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con ASI e il KetLab, e che costituisce la prima tappa della “Primavera dell’Innovazione”, lanciata dal Consorzio Hypatia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Agenzia Spaziale Italiana e Lazio Innova SpA.

Due giornate, il 17 e il 24 maggio, dedicate alla ricerca e trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale, soprattutto nel campo degli advanced materials and manufacturing.

 

Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.
Da sinistra: Fabrizio Quadrini, Università di Roma “Tor Vergata”, Jules Kenol, ISS Payloads Office, NASA Johnson Space Center, HoustonTexas, Loredana Santo, Università di Roma “Tor Vergata”, Kim De Groh e Henry De Groh, NASA Glenn Research Center, Cleveland Ohio.

«Lo Spazio non è solo un ambiente duro per gli esseri umani e la vita ma anche per i materiali, da qui gli studi e le proposte per l’innovazione nei materiali da utilizzare in ambiente spaziale», spiega Fabrizio Quadrini, docente di Tecnologie Speciali a “Tor Vergata”, che nell’ambito del workshop sulla scienza dei materiali terrà l’intervento dal titolo “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives”.

Il workshop ha trovato una collocazione ottimale all’interno delle giornate della Primavera dell’Innovazione, soprattutto alla luce della stretta collaborazione che si sta intessendo tra i rispettivi gruppi di ricerca.

«Obiettivo dell’evento –  ha sottolineato Loredana Santo, chair del workshop e docente di Tecnologia e Sistemi di Lavorazione a Roma “Tor Vergata” – è stato quello di portare tante esperienze diverse a confronto per creare un network tematico che in futuro possa incidere sulle ricerche del settore. La sola passione e dedizione non sono sufficienti per il raggiungimento di risultati importanti, serve lavorare in squadra condividendo obiettivi e unendo le competenze. In Italia  – ha ricordato la Santo – ci sono realtà di ricerca di eccellenza che vengono dal mondo della fisica, chimica, matematica e ingegneria e tutte insieme possono fare la differenza nel settore dei materiali per applicazioni spaziali, senza tralasciare l’importanza del collegamento con le agenzie spaziali, egregiamente rappresentate nell’ambito di questo workshop».

Fabrizio Quadrini nel suo intervento “On-orbit experiments of Tor Vergata and new perspectives” ha illustrato le attività di sperimentazione e ricerca che il gruppo di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione sta sviluppando a “Tor Vergata” sulla tematica dei materiali per applicazioni spaziali, in particolare sulla memoria di forma.

Sono stati presentati i risultati dei due esperimenti condotti in ambiente spaziale: il primo (I-FOAM) nell’ambito della missione Shuttle STS-134 (Maggio 2011), e il secondo (Ribes_FOAM2) durante la missione BION M1, in assenza di astronauti e su modulo Soyouz-2 (Aprile 2013). Entrambi gli esperimenti hanno permesso di studiare il recupero della forma in ambiente spaziale di strutture polimeriche e composite inizialmente memorizzate sulla terra.

Il programma del workshop

 

Puntiamo in alto, teniamoceli stretti, guardiamo avanti: il 5×1000 alla ricerca di Tor Vergata

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” rappresenta una delle più giovani e dinamiche realtà accademiche italiane.

Interdisciplinarietà, intersettorialità e internazionalizzazione sono le strade maestre di un Ateneo impegnato nelle tre dimensioni centrali della ricerca, della didattica e della terza missione.

Il nostro obiettivo è promuovere cultura, scienza e conoscenza, curare talenti, creare competenze, sostenere impresa e lavoro.

Ci impegniamo ogni giorno per realizzare una Università “positiva” e per contribuire allo sviluppo sostenibile della società in cui viviamo, studiamo e operiamo.

Destinare il 5×1000 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” significa essere co-protagonisti di una grande sfida, parte attiva nella costruzione di un futuro ricco di traguardi e opportunità. Il futuro di tutti noi.

Basta una firma.

Il Rettore

Prof. Giuseppe Novelli

guardiamo_avanti

ISAe IEC, novità negli standard per le imprese produttive

Nei giorni 15-18 marzo si è svolto a “Tor Vergata”, Ingegneria, l’International Workshop: ISA 95 & IEC 62264  per la definizione di ISA-95 ed IEC-62264, importanti standard relativi ai processi industriali mondiali di produzione.

Il gruppo di lavoro, che ha scelto Ingegneria Tor Vergata per il suo meeting annuale, comprende esperti da tutto il mondo, appartenenti a diverse aziende multinazionali, associazioni industriali e organizzazioni di normazione, tra cui l’international Organization for Standardization (ISO), la International Society for Automation (ISA), la International Electrotechnical Commission (IEC), l’American National Standard Institute (ANSI), la Manufacturing Enterprise Solutions Association (MESA). In particolare, lo standard ISA-95 comprende modelli di riferimento per lo scambio delle informazioni aziendali necessarie al controllo di attività connesse con i processi produttivi industriali ed è collegato a due importanti novità in via di ultimazione in questo periodo: il modello di maturità per le attività manifatturiere e il nuovo standard ISO 22400 per la misura delle prestazioni delle attività di Operations Management.

Tali novità costituiscono potenzialmente un fondamentale aiuto per le imprese produttive, in tutti i settori e a livello internazionale, per effettuare una autovalutazione del proprio livello di efficienza e guidare le attività di miglioramento; inoltre, è ragionevole immaginare che a breve ogni sistema informativo a supporto della produzione dovrà rispettare tali standard per la raccolta, comunicazione e analisi delle informazioni.

Secondo il prof. Massimiliano Schiraldi, professore di Impianti industriali all’Università Roma “Tor Vergata”“l’influenza che la formalizzazione di tali norme potrebbe avere sui processi aziendali così come sullo sviluppo software è enorme”.

Venerdì 18 marzo Dennis Brandl, Membro del Board di MESA, ha tenuto un intervento pubblico per presentare una panoramica dello standard in via di definizione e le novità ad esso collegate, il grande impatto che queste innovazioni genereranno in ambito aziendale e quali opportunità di ricerca e sviluppo potranno aprirsi sui temi ad esso collegati.

Ulteriori info http://ing.uniroma2.it/2016/01/27/march18th-public-session-on-isa-95-iec-62264/

Horizon2020: “CHEOPS”, il nuovo progetto sul fotovoltaico a perovskiti ibride

a cura della Redazione

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, come partner di un consorzio internazionale costituito da otto Università e Centri di Ricerca e quattro imprese, ha dato da poco il via al Progetto Europeo CHEOPS, per lo sviluppo di nuovi tipi di celle fotovoltaiche. Le celle utilizzeranno come materiali assorbitori di luce le cosiddette perovskiti ibride organiche/inorganiche che permettono di avere alte efficienze e bassi costi di produzione. Il progetto è stato finanziato per 5 milioni di euro, ha una durata di 3 anni.

Fotovoltaico a perovskite

Con il temine fotovoltaico a perovskite ci si riferisce all’utilizzo di una nuova classe di materiali con una struttura cristallina speciale che rende possibile la fabbricazione di celle solari a basso costo e ad alta efficienza attraverso un processo di fabbricazione ottenuto utilizzando metodi di stampa convenzionali come serigrafia e aerografia. Fino ad ora la tecnologia fotovoltaica a perovskite è stata sviluppata su celle e moduli di piccole dimensioni che ne hanno limitato l’impiego e la stabilità nel tempo. Il progetto CHEOPS mira a superare questi limiti attraverso una serie di innovazioni che portino a una tecnologia matura pronta per una applicazione industriale. Più specificamente, il progetto prevede lo sviluppo di celle di grande dimensioni sia completamente in perovskite sia in configurazione tandem perovskite/silicio, valutando, allo stesso tempo, i potenziali rischi e benefici associati alla diffusione di questa nuovo fotovoltaico.

Moduli a grandi dimensioni e celle tandem
«É necessario rendere questa nuova tecnologia stabile e identificare i processi per la fabbricazione di moduli di larga area – afferma il prof. Aldo Di Carlo responsabile del progetto presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Come Polo Solare abbiamo dimostrato per la prima volta che è possibile realizzare i moduli a perovskite su dimensioni di qualche cm2 ma ora la sfida diventa ancora più avvincente: realizzare moduli con dimensioni di oltre 200 cm2. Nel progetto faremo uso di un nuovo metodo di deposizione appena sviluppato nel nostro laboratorio, l’Air-jet assisted balde coating che, assieme alla collaborazione dei partner del progetto, ci permetterà di arrivare alle dimensioni volute». Della necessità di aumentare l’area delle celle è anche convito il coordinatore del progetto, il dott. Sylvain Nicolay del CSEM, «Per dimostrare che questa tecnologia è industrializzabile è necessario realizzare moduli stabili con una dimensioni almeno di 15cm x 15cm».

Oltre alla realizzazione di moduli di grandi dimensioni, i ricercatori che lavorano a CHEOPS sono anche impegnati nello sviluppo di celle tandem. Una cella tandem è l’opportuna combinazione di una cella di silicio cristallino con una cella in perovskite. «Con le celle tandem è possibile assorbire uno spettro di luce più ampio rispetto a una singola cella. Questo potrebbe portare ad un aumento dell’efficienza fino a un valore di circa il 30%», osserva il prof. Christophe Ballif, direttore del PV-center del EPFL (Svizzera) e partner del progetto.

I partner e gli obiettivi del progetto

Il progetto CHEOPS è co-finanziato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020. È partito ufficialmente nel febbraio 2016 e si concluderà nel mese di gennaio 2019. Coinvolge 12 partner industriali e accademici provenienti da sette paesi europei e ha un bilancio di 5 milioni di euro. I 12 partner uniranno le loro competenze, le conoscenze e le risorse per raggiungere gli obiettivi del progetto:

  • l’eccellenza della ricerca è garantita da quattro rinomate Università (Università di
    Oxford, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, École Polytechnique Fédérale de Lausanne attraverso il PV-Lab di Neuchâtel, e l’Università di Salford), quattro centri di ricerca (CSEM, Tyndall, INERIS, e Fraunhofer-IAP), e una PMI specializzata nella analisi del ciclo di vita dei dispositivi fotovoltaici e nella richiesta processi produttivi (SmartGreenScans).
  • Il percorso di commercializzazione sarà sviluppato da due partner industriali (Oxford
    Photovoltaics Ltd. e Merck KGaA).
  • la gestione della ricerca e la diffusione dei risultati del progetto sono assicurate da un’altra
    PMI (Accelopment AG).

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Fashion retail: “Tor Vergata” e OVS insieme per la Ricerca

di Pamela Pergolini

24104728704_4c5216085a_oUn asset importante nel value fashion retail è costituito dalla continua capacità di reinventare e perfezionare i processi di gestione delle merci, velocizzarli e servire i negozi sul territorio in modo più rapido ed efficace.

In quest’ottica  OVS, leader in Italia nel value fashion retail, ha avviato un’importante collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dipartimento di Ingegneria Industriale, per iniziare a lavorare concretamente su aspetti portanti del proprio modello operativo e inventare nuovi algoritmi matematici applicati ai processi operativi. La collaborazione tra OVS e l’Ateneo di Roma “Tor Vergata” permetterà di sviluppare un “modello” quantitativo per il miglioramento dei processi di pianificazione, acquisto e distribuzione. In particolare, l’applicazione riguarda algoritmi per la distribuzione della merce nei punti vendita di OVS, 600 in tutta Italia. A tal fine OVS ha finanziato, interamente, un contratto di ricerca. L’iniziativa specifica con  “Tor Vergata” si inserisce in un contesto più ampio di collaborazioni che il gruppo veneto sta attivando con importanti atenei italiani, nella consapevolezza che una più stretta collaborazione tra università ed imprese sia un asset fondamentale per la crescita.

«È questa la giusta direzione di marcia, è questo per noi fare “spin in”: il futuro per la ricerca italiana, per il nostro sistema produttivo e per i nostri giovani – afferma il prof. Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” – sta proprio nella capacità di creare stabilmente legami sinergici tra Impresa e Università, con un modello innovativo di “mutua contaminazione” in cui l’Accademia scende dalla cattedra e risponde ai reali bisogni del mercato e degli operatori» .

Ad un anno dall’avvio della collaborazione con il gruppo coordinato dal Prof. Paolo Mancuso, i risultati si sono concretizzati nel deposito di brevetti industriali e copyright su elementi che caratterizzano i nuovi processi di pianificazione, acquisto e distribuzione che l’azienda sta progressivamente cambiando, e che stanno contribuendo ai risultati positivi degli ultimi semestri. «Dobbiamo gestire più di un miliardo e mezzo di combinazioni”, afferma l’Amministratore Delegato, Stefano Beraldo, e per farlo in maniera efficace dobbiamo avvalerci del supporto della scienza e della matematica. Abbiamo iniziato con specifici contratti di collaborazione e ricerca con l’Università di Roma Tor Vergata. Abbiamo quindi deciso di finanziare un posto da ricercatore a tempo determinato della durata di tre anni ed estenderemo questa collaborazione con ulteriori opportunità di tesi e stage presso la nostra azienda» .

L’esperienza del Business Game, un’idea di “Tor Vergata”

OVS ha deciso di andare oltre la pura matematica, ed estendere le iniziative realizzate con l’Università al mondo del marketing, collaborando al Business Game con gli studenti dell’ultimo anno di Ingegneria Gestionale.

Il Business Game è stato ideato e organizzato nell’ambito del corso di Economia dei sistemi industriali di “Tor Vergata”, tenuto dal prof. Paolo Mancuso, per scoprire idee che coniugassero la tecnologia – legata agli smartphone e smartwatch – e i servizi, legati al modo OVS (pagamento, localizzazione dei capi nei punti OVS, segnalazione di nuovi arrivi, etc.). I ragazzi sono stati divisi in gruppi e invitati a presentare le loro idee presso l’aula convegni della Macroarea di Ingegneria. I tre gruppi migliori sono stati invitati presso la sede di OVS a Mestre a presentare le loro idee alla presenza dell’amministratore delegato, Stefano Beraldo, del General Manager di OVS Francesco Sama e del Direttore Ecommerce Monica Gagliardi.

Federico Belotti, tra i 100 giovani economisti nel mondo

di Pamela Pergolini

Non tutti i cervelli italiani fuggono all’estero. Federico Belotti, classe 1976, post doc al Ceis – Center for Economic and International Studies dell’Università di Roma “Tor Vergata”, è tra i primi 100 giovani economisti nella classifica stilata da IDEAS-RePec (Research Papers in Economics), l’indice mondiale della ricerca accademica in ambito economico e finanziario, e tra i 10 italiani presenti nella classifica l’unico ad essere rimasto in Italia e l’unico a vantare un percorso formativo (Laurea, Master e Dottorato) tutto italiano, avendo conseguito i suoi studi interamente all’Università di Roma “Tor Vergata”.

Il database bibliografico di RePec, aggiornato da centinaia di volontari provenienti da 86 Paesi, considera “giovani economisti” i ricercatori per i quali non siano passati più di 10 anni dalla loro prima pubblicazione.

Federico, la tua tesi di dottorato “Three Essays on Applied Econometrics”, sostenuta nel 2011, è stata pubblicata e premiata dalla Società Italiana di Statistica come “Best Italian Ph.D. Thesis in Applied Statistics and Demography” per i “contributi originali” all’econometria, che è il tuo campo di ricerca. Ci puoi raccontare quali i sono i contributi originali della tua tesi?

 La mia tesi è composta da due contributi originali all’econometria. NeI primo, ho proposto nuovi stimatori consistenti per il modello delle frontiere stocastiche ad effetti fissi al fine di risolvere quello che in econometria viene definito incidental parameters problem, migliorando la stima di parametri chiave in questa tipologia di modelli. Questi strumenti vengono utilizzati in economia per misurare l’efficienza di un insieme omogeneo di unità produttive e sono molto applicati. Nella mia ricerca, li ho usati per misurare l’efficienza tecnica degli ospedali Laziali. Il secondo contributo propone un metodo robusto per la stima di una mistura di modelli di regressione per dati count, al fine di attenuare l’effetto distorsivo dei valori estremi caratteristico delle stime ottenute attraverso il metodo della massima verosimiglianza. Questo strumento è molto usato in statistica in quanto molto utile per modellare un insieme eterogeneo di unità statistiche. Nel mio caso, ho applicato questo nuovo strumento a due basi di dati biometriche caratterizzate da valori estremi.

Quale tipologia di dati interessa le tue ricerche?

I dati su cui lavoro di solito sono dati di tipo “micro” relativi a individui, famiglie o imprese. Si tratta, inoltre, di dati che vengono osservati nel tempo, per questo vengono definiti “dati panel”.

Come ci si sente ad essere tra i primi 100 giovani economisti nel mondo?

Sono molto contento ma ci tengo a chiarire che il database bibliografico di RePec non raccoglie soltanto le classiche pubblicazioni scientifiche, come articoli e libri, ma anche software statistico. E il fatto di essere così ben posizionato nella classifica lo devo soprattutto allo sviluppo di software statistico open source che consente alla comunità scientifica (e non solo) di applicare a casi concreti i miei contributi metodologici. Questo mi ha dato molto visibilità, ma ci sono sicuramente brillanti giovani economisti/econometrici che hanno più pubblicazioni scientifiche di me e meriterebbero di avere una posizione migliore in classifica!

A che cosa stai lavorando in questo momento?

A diverse cose ma in particolare con il gruppo di ricerca Ceis HEEP – Health Econometrics, Economics and Policy, coordinato dal prof. Vincenzo Atella, anche direttore del Ceis, ci stiamo occupando, in collaborazione con l’OCSE e l’University of Southern California, di adattare il modello statunitense FEM (Future Elderly Model) all’Europa, sviluppando così uno strumento che consenta di simulare in modo attendibile l’andamento delle principali malattie croniche (diabete, ipertensione, tumore, malattie cardiovascolari, ecc.) e la relativa spesa sanitaria per 10 paesi dell’Unione Europea.

Un modello di microsimulazione dinamica che consentirà di valutare gli effetti di interventi di politica sanitaria secondo una logica “what if” (“E se”) e che ci permetterà di fare delle proiezioni su quello che probabilmente accadrà nei prossimi 30 anni.

Federico Belotti ha un assegno di ricerca in scadenza che potrà andare avanti al massimo per altri due anni, secondo quanto stabilito dalla Legge Gelmini. Poi potrà solo sperare che una università bandisca dei posti da ricercatore a tempo determinato nel suo settore concorsuale. Oppure sarà un altro cervello in fuga.

Breve Bio di Federico Belotti

 

Il gruppo di ricerca Ceis HEEP - Health Econometrics, Economics and Policy Vincenzo Atella, Federico Belotti, Valentina Conti, Joanna Kopinska, Andrea Piano Mortari
Il gruppo di ricerca Ceis HEEP – Health Econometrics, Economics and Policy: Vincenzo Atella, Federico Belotti, Valentina Conti, Joanna Kopinska, Andrea Piano Mortari

 

03-04/12: PREMIO NAZIONALE INNOVAZIONE 2015

GIOVEDÌ 3 DICEMBRE ore 10:00
VENERDÌ 4 DICEMBRE ore 09:30

Teatro Auditorium – Università della Calabria – Rende (CS)

PREMIO NAZIONALE INNOVAZIONE – PNI 2015

 

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SAFE-SURFACE e GraNHub-Grafene e nanobiotecnologie, due progetti nati nei laboratori dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e vincitori della Start Cup Lazio 2015, andranno alla premiazione del PNI 2015, XIII edizione del Premio Nazionale Innovazione, promosso dall’Associazione Italiana degli Incubatori Universitari (PNICube).

L’evento si terrà nelle giornate di giovedì 3 e venerdì 4 dicembre, presso il Teatro Auditorium dell’Università della Calabria, e vedrà protagoniste le migliori idee d’impresa risultate vincitrici delle 18 Start Cup regionali.

savesurface-1024x683Nella foto SAFE-SURFACE, l’idea dìimpresa di “Tor Vergata” vincitrice del I posto a StartCup Lazio 2015 premiata dal rettore  Giuseppe Novelli.

SAFE-SURFACE ha come obiettivo l’elaborazione di un sistema innovativo in grado di migliorare la salute delle persone rendendo antimicrobico un comune oggetto di plastica, mentre GraNHub-Grafene e nanobiotecnologie sviluppa la realizzazione di applicativi non invasivi, biocompatibili e ecosostenibili per il restauro e la conservazione dei beni culturali.

Andranno alla premiazione nazionale del PNI 2015 , in quanto terzi classificati ex aequo alla Start Cup Lazio 2015, anche i progetti Memio (I-Lab Luiss Guido Carli – Bic Lazio) e PRODIGI (ENEA Casaccia – Università della Tuscia).

L’obiettivo del PNI è sostenere la nascita di imprese altamente innovative e promuovere lo sviluppo economico del territorio, mirando inoltre a favorire il rapporto tra ricercatori, mondo delle imprese e della finanza.

Cerimonia inaugurale 2015/2016: la missione di “Tor Vergata” è lo sviluppo sostenibile

Cerimonia inaugurale 2015/2016: la missione di “Tor Vergata” è lo sviluppo sostenibile

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Lo sviluppo sostenibile è la “missione” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ufficializzata in occasione della Cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2015/2016.
La cerimonia, che si è svolta il 23 novembre presso l’Aula Magna della Macroarea di Economia, si è aperta con l’Inno di Mameli e “Cantate Domino” di G. F. Hendel intonato dal coro “Claudio Casini” diretto dal Maestro Stefano Cucci. Poi la lettura di un passo de “Il Piccolo Principe” da parte dell’attore Sebastiano Somma.

Il primo a parlare è stato il rettore Giuseppe Novelli che ha aperto dedicando un estratto della lettera di Benjamin Franklin sul coraggio di conoscere a “quei ricercatori che non hanno più questa opportunità perché gli è stata tolta forse da chi di conoscenza ne ha ben poca”, ricordando la strage di Parigi e la nostra giovanissima connazionale Valeria Solesin che ha perso la vita durante l’attentato al Bataclan.

In seguito il rettore ha parlato dell’importanza dello sviluppo sostenibile, il traguardo che l’Ateneo quest’anno si è proposto di raggiungere per contribuire all’Agenda Globale dei prossimi quindici anni, definita dalle Nazioni Unite e approvata lo scorso 26 settembre.
“Nel mondo attuale gli atenei devono prendere l’iniziativa per porre il tema della sostenibilità economica, sociale e ambientale al centro delle proprie attività fondamentali, cioè la didattica, la ricerca e i rapporti con le imprese e il territorio” ha spiegato il rettore “Per questa ragione abbiamo deciso di dotare l’Ateneo di una propria missione e di una visione strategica basata sul concetto di sviluppo sostenibile”.

Il prof. Enrico Giovannini, docente di Statistica Economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”e co-presidente di un gruppo di esperti internazionali incaricati di affiancare le Nazioni Unite nella messa a punto dell’Agenda dello sviluppo post-2015, ha tenuto la prolusione dal titolo “L’agenda globale per lo sviluppo sostenibile: una sfida straordinaria per il futuro del pianeta e dell’umanità”.

È intervenuto inoltre il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il quale ha sottolineato che, di fronte alle cronache degli attentati di Parigi, “ci unisce un compito comune: dare insieme una risposta alla crisi epocale che le democrazie europee stanno stanno vivendo e ridare speranze vere alle nuove generazioni, all’altezza dei tempi”. E questa risposta si può trovare proprio qui, nei luoghi della scienza, del sapere e nelle nostre democrazie.

Ospite anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin la quale ha ribadito che la risposta a questo lungo periodo di crisi è umanistica e si trova nei luoghi di sapere come la nostra università.
“Questa è l’università più periferica di questa città, un’università che produce scienza, che produce ricerca, ricerca riconosciuta in tutto il mondo e quindi a livello internazionale, che forma classi dirigenti e che è un’università di confine” ha sottolineato il Ministro “è riuscita da una parte a mantenere alto un profilo di formazione e dall’altro a non isolarsi, ad essere qualcosa che vive nella propria comunità di appartenenza”.

Dopo alcune testimonianze su iniziative di Ateneo a favore dell’inclusione e per la promozione di una cultura della responsabilità sociale, come il progetto ZeroIndifferenza e i Laboratori per la Nuova Economia, sono stati premiati, per il loro impegno nel campo della “sostenibilità” che spazia dallo sport all’energia, dall’ambiente al decoro del Campus, gli atleti e le atlete del Centro Universitario Sportivo – CUS “Tor Vergata”, il team STILE che ha partecipato alla competizione internazionale Solar Decathlon e i protagonisti di “retake Roma Tor Vergata”, iniziativa partita da un gruppo di studenti dell’Ateneo che si sono dedicati al recupero delle aule universitarie di Scienze.

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La Ricerca di “Tor Vergata” al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin

La Ricerca di “Tor Vergata” al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin

Nell’ambito della XI International Scientific and Practical Conference “Manned Space flights”, tenutasi dal 10 al 12 novembre 2015, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha presentato alcune ricerche in ambito aerospaziale  al Centro addestramento Cosmonauti Yuri Gagarin di Star City (Mosca).

Loredana Santo e Fabrizio Quadrini del Dipartimento di Ingegneria Industriale hanno presentato ricerche avanzate nei settori dei compositi polimerici a memoria di forma, da impiegare come attuatori e strutture autodispieganti, e delle superfici funzionalizzate per applicazioni spaziali tra cui quelle antibatteriche, realizzate con un nuovo sistema brevettato dal gruppo che porterà alla realizzazione di uno spin-off universitario.

Le ricerche sono state sviluppate nell’ambito di un accordo siglato con l’Aeronautica Miliare e, in particolare, con la collaborazione del cosmonauta Tenente Colonnello Walter Villadei, docente a “Tor Vergata” del corso di Laboratorio di Tecnologie Speciali.

Nel giorno 11 novembre, presso il centro di addestramento, si è tenuto anche l’incontro dei docenti con l’Ambasciatore d’Italia a Mosca, Cesare Maria Ragaglini, col quale si è discusso di collaborazioni scientifiche tra i due paesi in previsione di futuri esperimenti spaziali congiunti.

Nella foto Fabrizio Quadrini e la speciale tuta spaziale per passeggiate extraveicoilari nello Spazio. Cattura